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Banche: trading rischioso, da segregare. Nuova proposta di riforma

mercoledì 3 ottobre 2012, di Federica Agostini

Al via in Europa, i lavori sulla riforma del sistema bancario; al centro delle attenzioni sono le pericolose attività di trading ad opera degli istituti. Le attività altamente rischiose sono un pericolo per i contribuenti e mettono a repentaglio il sistema finanziario Europeo. La proposta, dunque, è quella di distinguere a livello istituzionale le due attività ovvero, separare banche "tradizionali" e banche "d’investimento".

Proposta del gruppo Liikanen: segregare il trading

Il gruppo Liikanen (presieduto da Erkki Liikanen, capo della banca centrale finlandese), è stato fondato lo scorso anno dalla Commissione Europea affinché avanzasse, in maniera indipendente, proposte per la riforma strutturale del settore bancario.
Così, ieri, è stato proposto un rapporto di 139 pagine e frutto del lavoro di undici menti secondo il quale le banche più grandi d’Europa dovrebbero separare le rischiose attività di trading dalle altre operazioni di deposito, per salvaguardare i contribuenti e prevenire shock al sistema finanziario.

Il rapporto è stato presentato a Michel Barnier, Commissario al mercato unico, che ha preferito non esprimersi in merito, ma ha detto che valuterà la situazione con lo scopo di garantire la stabilità del settore finanziario. Barnier ha tenuto però a sottolineare come questo report debba indurre l’Europa a riflettere "sulla necessità di ulteriori interventi" per salvaguardare "la crescita, la sicurezza e l’integrità dei servizi finanziari".

Il lavoro del gruppo Liikanen è una risposta alla questione pendente ormai da tempo: sono necessarie riforme strutturali anche per quelle banche "troppo grandi per fallire"?
La risposta, allora, sembra chiara: è necessaria la separazione delle attività "particolarmente rischiose" ovvero, una distinzione tra banca di investimento e banca tradizionale, mirata a "limitare l’implicito o esplicito coinvolgimento dei contribuenti nelle attività di trading dei gruppi bancari".

La riforma secondo il piano Liikanen

Il gruppo propone che le attività di trading vengano "ringfenced" (che potrebbe essere tradotto come "segregate", molto più forte che "separate") per qualsiasi istituto il cui libro delle attività di trading superi i 100 miliardi di euro o rappresenti il 15-20% degli attivi. In questi casi, le due attività andrebbero distinte per prevenire il fallimento del gruppo bancario legato ad attività non strettamente rilevanti ai fini dei contribuenti.
Ma i servizi di copertura e di sottoscrizione titoli, per i clienti non bancari, non devono essere inclusi nella "segregazione" del trading.
Come indicato dal report "la proposta permette che le operazioni di copertura e la sottoscrizione di titoli possa proseguire, lasciando sufficiente spazio e flessibilità ai depositi bancari affinché possa proseguire il ruolo di finanziatore dell’economia reale che, appunto, spetta alle banche". Un’altra proposta, secondo il rapporto, sarebbe quella di far partecipare, in caso di fallimento bancario, i detentori delle obbligazioni o dei titoli, per evitare che le banche utilizzino il denaro dei contribuenti in caso di dissesti finanziari.

Di chi sono i soldi della banca?

Il rapporto Liikanen nasce in parte come risposta alla difficoltà che in questo periodo sta affrontando il settore bancario negli Stati Uniti ovvero, la difficoltà di marcare una linea di confine tra le contrattazioni in proprio delle banche e le contrattazioni per conto cliente.

La risposta delle banche è stata immediata; nuove ulteriori restrizioni sulle istituzioni finanziarie sarebbero un cappio al collo alle attività di prestito sull’economia reale, in un momento particolarmente critico. Secondo i sostenitori del progetto, invece, sono necessarie una serie di riforme strutturali che ri-dirigano l’attenzione delle banche nel supporto delle attività economiche e delle esportazioni, piuttosto che sugli hedge fund o l’acquisto nei mercati azionari/valutari.

Thierry Philipponnat, segretario generale del gruppo Finance Watch ha scritto: "le proposte del gruppo Liikanen non sono soltanto atti regolatori, ma sono il cuore della questione della riforma del settore bancario, primo passo necessario per rimettere in ordine i problemi legati alla struttura e all’attività del sistema bancario che hanno profondamente danneggiato l’economia dell’Europa".

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