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BPM: salta il progetto Spa e il titolo crolla in Borsa. Tutte le tappe della bruciante sconfitta di Bonomi

giovedì 9 maggio 2013, di Vittoria Patanè

Andrea Bonomi è pronto ad issare bandiera bianca. Il pesante rifiuto subito dai dipendenti lo scorso 27 aprile pare aver lasciato il segno e il presidente del consiglio di gestione della Banca popolare di Milano ha deciso di fare un passo indietro sul progetto di trasformazione della cooperativa in società per azioni.

Non c’è ancora l’ufficialità, ma il silenzio da parte dei vertici e il caos scatenatosi sul mercato nelle ultime ore non lasciano spazio a dubbi. Il “progetto Spa” è saltato. Ed intanto il titolo crolla a Piazza Affari.

Ma andiamo a ripercorrere i punti salienti della vicenda.

Progetto Spa

Nell’intenzione di Andrea Bonomi la cooperativa sarebbe dovuta diventare una società per azioni ibrida. Lo scopo di questa mossa era quello di aumentare il suo controllo sul gruppo e il valore della sua partecipazione riducendo di conseguenza il potere dei dipendenti e degli azionisti.

Adesso a quanto pare, il presidente starebbe valutando l’ipotesi di sospendere il progetto a tempo indeterminato, anche se la scelta non è stata ancora resa ufficiale.
Dipendenti e sindacati si sono opposti aspramente al volere di Bonomi e a quanto pare, hanno vinto.

Secondo alcune indiscrezioni infatti si starebbero oggi valutando varie ipotesi intermedie che possano mettere d’accordo le parti. Il presidente del consiglio di gestione sarebbe, a detta dei bene informati, disposto a rinunciare alle sue mire in cambio di una separazione più marcata tra proprietà e gestione, punto che lui considera di fondamentale importanza.

I dissidi interni alla banca

La prima sconfitta per Bonomi è arrivata proprio lo scorso 22 aprile, giorno in cui i dipendenti-azionisti BPM hanno votato, con una larga maggioranza, contro l’introduzione del voto elettronico, considerato dal consiglio un passaggio essenziale per facilitare la trasformazione della cooperativa in Spa.

Da quel momento in poi si è scatenata una vera e propria bufera all’interno dell’istituto: consiglio di gestione contro consiglio di sorveglianza e dipendenti. Allo stato attuale dei fatti, sembra che questi ultimi abbiano avuto la meglio.

Tremonti Bond

Ma i problemi per Bonomi non finiscono qui. La “questione Spa” è stata tolta dall’ordine del giorno dell’assemblea del prossimo mese per evitare che essa si trasformi in un momento di "ribellione" nei confronti dei vertici della banca.

Ma durante la stessa assemblea i dirigenti dovranno affrontare una situazione altrettanto spinosa: la restituzione dei Tremonti bond e il rafforzamento del patrimonio richiesto da Bankitalia.

L’aumento di capitale da 500 milioni di euro volto a rimborsare gli aiuti statali non sembra essere in discussione e con molta probabilità verrà quindi approvato nella riunione del 22 giugno prossimo.

Piazza Affari

Crollo delle azioni BPM in Borsa. Dopo aver faticato parecchio per entrare in contrattazione il titolo è stato sommerso da vendite.

Attualmente la banca perde quasi 9 punti percentuali, mentre il valore di ogni singola azione è stato ridotto a 0,4669 punti.

Mediobanca evidenzia come lo stop al piano di trasformazione in Spa della popolare abbia fatto venire meno l’appeal speculativo di Bpm.

Insomma, una giornata decisamente negativa per Andrea Bonomi e per l’intero istituto bancario. Adesso attendiamo gli sviluppi.

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