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Elezioni Usa e Mercati asiatici: Obama vince ma dollaro resta debole
mercoledì 7 novembre 2012, di
Mentre gli occhi erano tutti puntati sulle dinamiche elettorali USA, tanto che ieri impazzavano scommesse e previsioni su chi sarebbe stato l’ipotetico vincitore alla Casa Bianca, sul panorama dei mercati asiatici si sono verificati importanti eventi come un incoraggiante miglioramento dell’industria e della produzione australiane anche grazie all’annuncio da parte della RBA di lasciare invariati i tassi di interesse ad un 3.25%.
Ciò ha prodotto un balzo dell’AUD di 30 punti, diversamente da quanto avvenuto all’Euro e al Dollaro (a poco è servita la vittoria di Obama}), che ancora arrancano nella ripresa.
Obama vince, dollaro debole
All’uscita dei primi risultati, i mercati valutari hanno reagito immediatamente con il dollaro più debole, come suggerito dalle previsioni dei sondaggi più vicine ad una vittoria di Obama che ad una di Romney. Verso l’ora di pranzo, i titoli trentennali del tesoro statunitensi hanno fatto un balzo di un punto pieno da risfruttare ad un rendimento del 2,87%, lasciandoci ancora una volta in attesa dei risultati da parte di quegli Stati ancora indecisi, in particolare la Florida, l’Ohio, il North Carolina e la Virginia.
RBA: tassi invariati, AUD sale
Tra i dati pubblicati, il settore delle costruzioni in Australia è risultato leggermente più positivo nel mese di Ottobre con il PMI in miglioramento da 30,9 a 35,8. I dati hanno avuto un impatto zero sull’AUD che ancora cercava supporto dopo la decisione della RBA di non cambiare i tassi di interesse.
UK: GBP/USD male, inflazione sale
L’inflazione dei prezzi nel Regno Unito ha raggiunto il picco ad ottobre, stando ai dati del Consorzio del Commercio Britannico. L’indice delle vendite al dettaglio è salito all’1,5% in seguito all’aumento dell’1,0% del mese precedente, con i prezzi dei prodotti alimentari interessati maggiormente dall’aumento arrivando fino al 4,0% rispetto al 3,1% del mese di settembre dello scorso anno, nonostante parte di questa pressione sia stata agevolata dai notevoli ribassi dei prezzi nei settori dell’abbigliamento e dell’elettronica. Sempre nell’arco della stessa giornata, il cambio GBP/USD non ha prodotto buoni risultati rispetto agli altri cambi con il dollaro.
Euro zona e USA: ancora lontana la ripresa
Ancora una volta, i dati economici che mostrano la zona euro debole hanno messo l’EURO sotto una luce negativa almeno nella fase iniziale della sessione europea di ieri - da ricondurre ad un rallentamento dei servizi delle PMI (piccole e medie imprese) e alla riduzione degli ordini industriali tedeschi. Mentre ci si preoccupa del voto parlamentare della Grecia sulle misure riguardanti l’austerity, l’euro, dopo essere scivolato a 1,2750 tornerà alla soglia di 1.28 punti.
Gli Stati Uniti hanno registrato un rallentamento delle offerte di lavoro nel mese di settembre con aperture piuttosto scosse. Secondo uno dei più importanti indici manifatturieri, l’ISM, (Instistute Supply Management) di New York, si è trattato di un deludente 45,9.
Verso la fine della sessione USA, gli exit poll hanno iniziato a suggerire una vittoria di Obama. La propensione al rischio è aumentata notevolmente. L’USD è scivolato marginalmente rispetto all’indice, Wall Street ha rimbalzato e i titoli del Tesoro USA hanno vacillato. Questo stesso meccanismo ha funzionato anche nella sessione asiatica passata inosservata a causa delle vicende elettorali in USA.