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Alfano indagato per abuso d’ufficio: cosa rischia il Ministro dell’Interno?

venerdì 26 febbraio 2016, di Laura Botti

Il Ministro dell’Interno Angelino Alfano è indagato per abuso d’ufficio dalla procura di Roma. Alfano è accusato di aver bloccato un’indagine della magistratura, in particolare il commissariamento della fondazione Kore di Enna, disponendo l’improvviso trasferimento del prefetto che se ne stava occupando, Fernando Guida.

Mentre Alfano si difende sostenendo che si tratta di “un caso nato morto, superato e smentito dai fatti” e che il trasferimento del prefetto di Enna è avvenuto in “via del tutto ordinaria” e “con la piena condivisione dell’interessato” la vicenda, in realtà piuttosto equivoca, passa ora sotto osservazione del Collegio per i reati ministeriali.

Insieme ad Alfano sono indagati anche il viceministro dell’Interno, il dem Filippo Bubbico, il suo segretario particolare Ugo Malagnino, l’ex senatore del Pd Vladimiro Crisafulli e l’ex presidente dell’università Kore di Enna Cataldo Salerno.

Alfano indagato per abuso d’ufficio: perché?

All’indomani dell’approvazione del ddl Cirinnà, il Ministro dell’Interno Angelino Alfano ha ricevuto un avviso di garanzia per abuso d’ufficio. Il reato ipotizzato sarebbe stato commesso il 23 dicembre del 2015 quando il Consiglio dei Ministri approvò il trasferimento ad Isernia dell’allora prefetto di Enna, Fernando Guida.

Tale trasferimento fu imprevisto e insolito: Guida era arrivato in Sicilia da meno di due anni e nessun altro prefetto fu nominato al suo posto. L’ipotesi è che si volesse bloccare il commissariamento della fondazione Kore avviato appena cinque giorni prima da Guida. Vi era forse un preciso interesse nell’impedire che la fondazione universitaria venisse commissariata?

Tuttavia c’è da considerare anche un altro fattore. Dopo il trasferimento di Guida a fine gennaio il vice prefetto vicario di Enna Tania Giallongo ha decretato l’azzeramento di tutte le cariche della fondazione e ha nominato tre commissari per la durata minima di sei mesi. Per questo motivo adesso il Ministro Alfano si difende dalle accuse affermando:

“l’avvio della procedura di commissariamento della fondazione da parte del prefetto era già avvenuta con la piena consapevolezza e input da parte mia e da parte degli uffici da me guidati; il vice prefetto vicario, durante la sua reggenza, ha ovviamente provveduto a completare l’opera e, infatti, il commissariamento è stato effettuato il 30 gennaio”.

Di opinione contraria è invece l’ex procuratore di Enna Calogero Ferrotti:

“l’allontanamento di Guida è un vero sfregio al tessuto vivo di questo territorio. Fin dal suo insediamento aveva dato l’immagine autorevole della presenza dello Stato, in una terra difficile. Al radicamento di questi principi basilari, alcune forze, da tempo, si dimostrano invece indifferenti, se non addirittura avverse”.

Alfano indagato per abuso d’ufficio: cosa rischia il Ministro dell’Interno?

L’abuso d’ufficio è previsto dall’articolo 323 del codice penale: tale reato si verifica quando il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio, nell’esercizio delle sue funzioni e in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto, procura a sé o o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale oppure arreca un danno ingiusto in violazione di norme di legge o di regolamento.

La punizione prevista dalla legge italiana per l’abuso d’ufficio, “salvo che il fatto non costituisca un più grave reato”, è la reclusione da uno a quattro anni. Nel caso il reato di abuso d’ufficio venga confermato ad Alfano non vi è certezza su quali sarebbero i rischi a cui verrebbe esposto il leader di Ncd: senza dubbio l’attuale carica pubblica ricoperta avrebbe un certo peso sulle condanne a suo carico, inoltre sono da considerare eventuali immunità parlamentari.

Tuttavia la vicenda è destinata ad avere pesanti conseguenze in termini di perdita di credibilità e di fiducia dei cittadini nei confronti dell’ennesimo politico indagato. Bisognerà attendere ora la decisione del tribunale dei Ministri.

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