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Abitazione principale: quali sono le agevolazioni fiscali
martedì 20 maggio 2014, di
L’abitazione principale è quella nella quale il contribuente e i suoi familiari dimorano abitualmente e vi hanno posto la propria residenza anagrafica.
Differenza tra abitazione principale e prima casa
Sebbene in un primo momento e ad un occhio inesperto i due termini possano apparire identici, in realtà siamo di fronte a due concetti diversi la cui diversità rileva ai fini della normativa fiscale poiché ad essi ricollegano benefici differenti.
L’errata interpretazione è dovuta al fatto che spesso l’immobile adibito ad abitazione principale coincide con la prima casa. Ma questo non è necessariamente così e pertanto è opportuno chiarire il diverso significato dei termini.
Il concetto di prima casa riguarda essenzialmente il possesso e la proprietà dell’immobile e delle relative pertinenze e in presenza di determinati requisiti previsti dalla legge, questa caratteristica consente di beneficiare di specifiche agevolazioni fiscali.
Per abitazione principale si deve intendere l’immobile che il contribuente possiede a titolo di proprietà o di altro diritto reale e che ha destinato a dimora abituale propria e dei propri familiari. I requisiti che individuano l’abitazione principale ai fini fiscali pertanto sono:
- che l’immobile e le sue pertinenze siano iscritti (o iscrivibili) in catasto;
- che il contribuente abbia posto nell’immobile la residenza anagrafica.
La qualifica di un immobile come abitazione principale rileva ai fini del godimento di agevolazioni fiscali diversi dai benefici collegati alla prima casa; vediamole di seguito.
L’abitazione principale è innanzitutto esente dall’Irpef (l’imposta sul reddito delle persone fisiche) e dalle relative addizionali regionali e comunali.
Il reddito derivante dall’abitazione principale è rappresentato dalla rendita catastale attribuita all’immobile la quale non concorre a formare il reddito complessivo sul quale andrà calcolata l’Irpef; si può parlare pertanto di deduzione a favore del contribuente.
La deduzione per abitazione principale compete:
- al proprietario;
- all’usufruttuario;
- al titolare di un diritto di abitazione, ad esempio il coniuge superstite o il coniuge assegnatario dell’immobile in caso di separazione legale.
- ai familiari del contribuente, se parenti entro il terzo grado (ad esempio, figli, genitori, nonni) ed affini entro il secondo (ad esempio, suoceri, cognati, generi, nuore).
In relazione all’abitazione principale vi è inoltre un beneficio fiscale anche in merito ad altri tributi. Si rileva l’esenzione totale dal versamento dell’Ici, quando la tassa era applicata.
Detraibilità degli interessi passivi del mutuo stipulato per l’acquisto.
I contribuenti che abbiano aperto un mutuo per l’acquisto dell’abitazione principale possono detrarre dall’Irpef il 19% degli interessi passivi e degli oneri accessori (ad esempio le spese notarili, le spese di perizia, istruttoria). Per la detraibilità è previsto un limite massimo di 4.000 euro complessivi per l’anno di imposta. Il limite scende a 2.582,28 euro per il mutuo acceso per la costruzione o la ristrutturazione dell’abitazione. In caso di mutuo cointestato da entrambi i coniugi la detrazione spetta a ciascuno in ragione della propria quota.
Per poter fruire di questa agevolazione fiscale colui che ha acceso il mutuo deve destinare l’immobile ad abitazione principale entro un anno dall’acquisto.