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Dazi, Maoddi (Consorzio Pecorino Romano): "Non ci rassegniamo a 15%, lavoriamo per dazio zero"
11 dicembre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - Sul dazio al 15% negli Usa per il pecorino romano "noi assolutamente non abbiamo intenzione di arrenderci, continuiamo a lavorare nella direzione del dazio zero. Oggi esiste da parte dell'Unione Europea una lista di prodotti candidati al dazio zero, ovviamente all'interno della quale è presente a pieno titolo il pecorino romano. Questo perchè in occasione dei dazi del 2019 il pecorino romano fu l'unico prodotto che venne escluso dai dazi, in quanto vennero riconosciute delle caratteristiche particolari di produzione, di filiera, che di fatto noi stiamo cercando di riproporre anche oggi. Ci stiamo lavorando in maniera assoluta e in prima linea". Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Gianni Maoddi, presidente del Consorzio di tutela del Pecorino Romano, sottolinea l'impegno per 'bloccare' il dazio al 15% negli Usa per uno dei prodotti simbolo del made in Italy che sottolinea come "La notizia più impattante sul nostro business nel 2025 ovviamente sono i dazi Usa. Non c'era mai stato finora un dazio sul pecorino romano, e quindi questo 15% pesa in maniera importante, soprattutto su quel segmento del nostro prodotto che è destinato all'industria alimentare, dove il pecorino romano viene utilizzato come ingrediente per la preparazione di piatti pronti, salse e quant'altro", spiega.
E Maoddi sottolinea che "il mese scorso siamo stati presenti più di una settimana a Washington dove abbiamo fatto degli incontri in ambasciata con dei senatori americani. Siamo stati in congresso per perorare la nostra causa, spiegando ai senatori le caratteristiche del pecorino romano affinché lavorassero insieme a noi per in qualche modo esonerare il nostro prodotti da questi dazi".
E Maoddi non perde le speranze. "Mi piace essere ottimista, in queste ultime settimane si sta nuovamente parlando della possibilità di considerare questa lista di prodotti a dazio zero. Devo purtroppo però segnalare che la considerazione di questa lista è una conseguenza al completamento di alcune azioni da parte dell'Unione Europea che di fatto purtroppo non sono state terminate. Tanto che qualcuno l'altro giorno in una riunione alla quale noi abbiamo partecipato, visto che facciamo parte della task force dazi istituita presso il ministero degli Esteri, sosteneva che questo completamento di compiti da parte dell'Unione Europea l'avremmo in qualche modo visto verso fine gennaio e primi febbraio. E quindi in quell'occasione gli Stati Uniti dovranno considerare ovviamente ciò che gli abbiamo proposto, e che è ancora vincolato a queste ultime iniziative dell'Unione Europea", spiega.
Gli effetti concreti dei dazi
Ma sugli effetti concreti dei dazi sulll'export di pecorino romano però Maoddi è ancora cauto e c'è un perché. "Ad oggi -spiega- a causa anche dello shutdown che c'è stato negli Usa per 45 giorni, dal primo di ottobre fino al 15 di novembre, abbiamo i dati sull'export fermi al 31 di agosto. Dati che sottolineo sono ottimi perché di fatto le esportazioni rispetto allo stesso periodo del 2024 segnano un incremento di circa il 9%. Siamo consapevoli del fatto che il mese di settembre e di ottobre saranno mesi che porteranno giù questa percentuale. Questo perché sappiamo che ci sono stati acquisti speculativi soprattutto concentrati nel mese di aprile scorso, quello di annuncio dei dazi, e nel mese di agosto, che è il mese nel quale i dazi sono stati confermati al valore del 15%", sottolinea il presidente del Consorzio del Pecorino romano dop.
E Maoddi sottolinea come il dazio al 15% sul mercato Usa "sicuramente pesa molto meno sul canale retail, dove comunque avendo un prezzo già importante ed essere appunto destinato a un consumatore alto spendente, è ovvio che 1,50-1,80 di dazio sul valore di partenza del formaggio ha un'incidenza al chilo molto inferiore sul consumatore finale rispetto all'industria", sottolinea. Per Maoddi è quindi prematuro tracciare un bilancio sugli effetti dei dazi per il pecorino romano sul mercato americano. "Sicuramente c'è un magazzino importante sul mercato americano -spiega Maoddi- e oggi è onestamente prematuro fare un bilancio della reazione del mercato, dovranno passare almeno altri 4-6 mesi per capire bene cosa succederà. Analizzando in maniera fredda e fermandoci a una data precisa che è quella del 31 agosto sicuramente i numeri sono della nostra parte", sottolinea.
Gli effetti sul mercato italiano
Ad oggi "il maggior problema derivante dai dazi Usa per il pecorino romano nasce sul mercato nazionale, che è molto attendista rispetto a un possibile calo sul mercato americano e di conseguenza i consumi e i prezzi sono un po' in calo. C'è da registrare che dal mese di agosto a oggi le quotazioni mercuriali del pecorino romano hanno perso circa 70 centesimi al chilo, appunto perché c'è stato questo rallentamento di consumi sul mercato interno", spiega Maoddi.
Per Maoddi, una situazione che "speriamo ovviamente di superare quanto prima anche perché è speculativa. Il mercato interno, infatti, è attendista su un eventuale ribasso dei consumi americani, ma questo effettivamente nel momento ancora non lo registriamo. Registriamo purtroppo però un rallentamento delle vendite sul mercato nazionale e un conseguente ribasso del prezzo, che al momento è abbastanza controllato, però comunque sia è pur sempre un ribasso", aggiunge.
Il bilancio del 2025
"Il 2025 lo voglio reputare ancora un anno positivo, perché un anno è formato da 12 mesi e sicuramente non tutti questi hanno segnato un rallentamento e un calo. Anzi abbiamo avuto anche dei mesi nei quali il valore del pecorino è cresciuto, come dal mese di aprile al mese di agosto quando i magazzini si stavano alleggerendo e di conseguenza c'era una richiesta maggiore di vendita di prodotto che stava terminando, e mi riferisco alla produzione del 2024. Con l'ingresso della produzione del 2025 c'è stato un po' questo rallentamento. Stiamo parlando di quantità di merci importanti che vengono comunque offerte sul mercato e di conseguenza hanno rallentato un pochino l'andamento delle vendite. Niente di drammatico, è sicuramente una situazione da monitorare, ma non è sicuramente drammatica", spiega Maoddi che ricorda come il Consorzio rappresenta un comparto composto "da circa 8.500 aziende agricole, quindi parliamo di all'incirca 12.000 allevatori, per un totale di circa 25.000 addetti tra allevatori e operai dei caseifici, stabilimenti ovviamente di trasformazione e di confezionamento. Il fatturato alla produzione è pari a circa 450 milioni di euro e circa 600 milioni di euro al consumo".
Un comparto importante per i territori su cui insiste. "Soprattutto per la Sardegna -spiega Maoddi- dove rappresenta circa il 40% del Pil agricolo. La produzione totale di circa 360 mila quintali di prodotto vendibile è destinata per il 70% all'esportazione, e quindi evidentemente non c'è un prodotto in Italia che ha una vocazione all'esportazione come il pecorino romano. Circa quindi 100 mila quintali sono venduti sul mercato interno in Italia, dove all'incirca il 40% è destinato alla gdo, il 60% tra il global trade e l'industria, perché anche in Italia viene utilizzato parecchio nell'industria, quindi nella preparazione di salse, piatti pronti e quant'altro".
E Maoddi chiarisce che del 70% destinato all'esportazione "circa il 60%, ovvero il 40% del 100 quindi del totale vendibile, viene esportato negli Stati Uniti, che è il primo mercato in assoluto, con all'incirca 130 mila quintali di prodotto, quindi superiore alla quantità venduta in Italia. Il secondo mercato è l'Unione Europea, con circa 55 mila quintali di prodotto, e poi seguono paesi come il Canada, il Giappone, l'Australia e via discorrendo".
E Maoddi sottolinea che rispetto al pecorino romano altri prodotti dell'agroalimentare "come il latte di vacca, oggi hanno sicuramente dei problemi molto più grossi, anche perché per quanto ci riguarda stiamo mettendo in campo tutta una serie di iniziative che io sono convinto che porteranno dei benefici nel breve e medio periodo".
E Maoddi ricorda l'importanza "del 'bando indigenti' da oltre 12 milioni che ha reso disponibile il Masaf, con il ritiro dal mercato di quantità di formaggio che verranno distribuiti agli indigenti nazionali attraverso le Croce rosse e tutti gli enti caritatevoli. È una quantità importante, 5 milioni e 8 sono disponibili nell'immediato, quindi entro dicembre probabilmente partirà il primo bando, e gli altri 7 milioni e 400mila sicuramente non appena terminerà questo primo bando. Oltre a questo la Regione Sardegna si è resa disponibile di integrare con 5 milioni subito e 5 milioni entro giugno questo bando e quindi da 12 milioni e 8 passiamo a 22 milioni e 800mila e inoltre sempre la Regione Sardegna ha dato disponibilità per l'utilizzo da parte delle aziende e ovviamente della filiera del pecorino romano di un fondo di rotazione che è presente presso la finanziaria regionale, attraverso la quale finanziare i magazzini delle aziende che in questo momento hanno maggiore necessità appunto di liquidità, con altri 14 milioni", sottolinea.
"Infine anche la Regione Lazio -conclude Maoddi- si è resa disponibile di intervenire, ovviamente per la quota di competenza di produzione laziale e parliamo sempre di un 5-6% della produzione, con un milione di euro che anch'esso verrà utilizzato a supporto appunto di questi bandi indigenti. Ci sono quindi in campo strumenti per circa 40 milioni di euro che se spesi e utilizzati bene possono dare beneficio immediato al comparto", conclude. (di Fabio Paluccio)
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Ue, il ministro greco Pierrakakis è il nuovo presidente dell’Eurogruppo
11 dicembre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - Il ministro delle Finanze greco Kyriakos Pierrakakis è il nuovo presidente dell'Eurogruppo, a quanto si apprende da due fonti europee a Bruxelles. Pierrakakis, classe 1983, succede dunque all'irlandese Paschal Donohoe, passato alla Banca Mondiale e ha prevalso, anche grazie all'esplicito appoggio della Germania, sull'altro candicato, il belga Vincent Van Peteghem.
Pierrakakis è il quinto presidente dell'Eurogruppo, dopo Jean-Claude Juncker (Lussemburgo, 2005-2013), Jeroen Dijsselbloem (Olanda, 2013-18), Mario Centeno (Portogallo, 2018-20) e Paschal Donohoe (Irlanda, 2020-25). Dopo le dimissioni di Donohoe, la carica è affidata ad interim al cipriota Makis Keravnos.
Il nuovo presidente dell'Eurogruppo Kyriakos Pierrakakis, nato nel 1983 ad Atene, è sposato e ha tre figli, riporta il suo profilo ufficiale pubblicato sul sito del Ministero delle Finanze greco. Parla inglese e francese. È ministro dell'Economia e delle Finanze nel gabinetto del primo ministro Kyriakos Mitsotakis ed è anche membro del Parlamento greco.
È laureato in Informatica e Scienze politiche. Nel dettaglio, ha conseguito una laurea triennale in Informatica all'Università di Economia e Commercio di Atene, seguita da un master in Politiche Pubbliche alla John F. Kennedy School of Government dell'Università di Harvard e un master in Tecnologia e Politica al Massachusetts Institute of Technology (Mit).
In politica ha cominciato nel 2012 nel Pasok, il partito socialista greco. Ha partecipato ai negoziati con la Troika per conto del Pasok, per passare poi nel 2016 a Nea Dimokratia, il principale partito di centrodestra del suo Paese. Dal 2019 al 2023 è stato ministro della Governance Digitale. Dal 2023 al 2025 è stato ministro dell'Istruzione, degli Affari Religiosi e dello Sport.
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Sinner verso la nuova stagione, ma quando può tornare numero uno?
11 dicembre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - La rincorsa è ufficialmente cominciata. Jannik Sinner è tornato in campo per preparare la nuova stagione, che si aprirà con la difesa del titolo agli Australian Open. Obiettivo principale del nuovo anno sarà riconquistare il primo posto nel ranking Atp, strappatogli da Carlos Alcaraz al termine della fase a gironi delle ultime Finals.
Nonostante il trionfo di Torino, dove Sinner ha battuto proprio il rivale spagnolo all'ultimo atto, Jannik è infatti scivolato nuovamente al secondo posto della classifica generale, dopo il (breve) sorpasso seguito alla vittoria del Masters 1000 di Parigi. Ma quand'è che l'azzurro può tornare numero uno?
Alcaraz ha al momento è al primo posto del ranking Atp con 12.050 punti, contro gli 11.500 di Sinner, secondo. Il distacco è quindi di 550 punti, ma le cose potrebbero cambiare nel 2026. Il sorpasso di Jannik sullo spagnolo si potrebbe ipotizzare nelle primavera nel 2026.
La stagione si aprirà infatti con gli Australian Open, primo Slam dell'anno a cui l'azzurro arriva da bicampione in carica e in cui dovrà quindi difendere i 2000 punti in palio. Lo spagnolo invece potrebbe guadagnare qualcosa, visto che nel 2025 si è fermato ai quarti di finale, eliminato da Novak Djokovic, uscendon con 'soli' 400 punti in tasca.
La 'terra di conquista' per Sinner arriverà, in ogni caso, in primavera, tra febbraio e fine aprile. Un periodo che, nell'anno appena trascorso, è stato segnato dalla sospensione per tre mesi per il caso Clostebol. L'azzurro è stato infatti costretto a saltare ben quattro Masters 1000: Indian Wells, Miami, Montecarlo e Madrid, rientrando poi agli Internazionali di Roma.
Mentre Sinner non avrà nulla da difendere e potrà fare incetta di punti, Alcaraz dovrà confermare, almeno, la semifinale di Indian Wells e la vittoria di Montecarlo. A Miami invece Carlos era stato eliminato al primo turno e aveva saltato Madrid per infortunio.
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Università, Luiss inaugura anno accademico 2025-2026, al centro il futuro dell’Europa
11 dicembre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - L'università Luiss Guido Carli ha inaugurato oggi l'anno accademico 2025-2026, con la tradizionale cerimonia alla presenza dei suoi vertici. Al centro, l'Europa e l'impatto delle prossime sfide globali. “L'Europa sta attraversando una fase di trasformazione complessa e strutturale”, ha dichiarato, il rettore della Luiss, Paolo Boccardelli. “Le tensioni geopolitiche, la transizione industriale, tecnologica e sostenibile, i cambiamenti demografici e sociali stanno ridisegnando gli equilibri su cui, per decenni, si è basata la nostra stabilità. In questa prospettiva, la nostra università non può rimanere spettatrice: per missione e identità è chiamata a scendere in campo con visione, responsabilità e spirito di servizio verso il Paese e l'Europa'', sottolinea.
''Ci impegniamo a contribuire alla costruzione del futuro europeo, rafforzando innovazione didattica, ricerca e percorsi che formano nuove generazioni preparate e orientate al bene comune”, aggiunge Boccardeli. Nella relazione sono state illustrate le principali traiettorie che rafforzeranno la strategia dell'ateneo. L'università intende ''promuovere un nuovo rinascimento industriale italiano ed europeo, valorizzando il legame tra sapere e saper fare e sostenendo innovazione e competitività delle imprese, anche grazie alla collaborazione con Confindustria'', si spiega in una nota.
“L'Italia e l'Europa sono di fronte a sfide cruciali'', ha dichiarato il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. ''Quella che viviamo può essere una fase di svolta che riporti al centro una prospettiva di crescita più solida, basata su debito comune e unione dei mercati'', ha aggiunto. Per il presidente della Luiss, Giorgio Fossa il compito dell'ateneo ''è fornire loro gli strumenti e valori per realizzarlo, perché la formazione non sia soltanto un trasferimento di competenze, ma una preparazione al mondo. Ed è proprio nella collaborazione tra il sistema produttivo, istituzionale e universitario che può nascere un'alleanza solida capace di trasformare la conoscenza in visione e la visione in progresso”.
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Confindustria Nautica, Formenti: "Fare sistema" per rafforzare blue economy
11 dicembre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - Confindustria Nautica ha riunito oggi a Roma, nella Sala della Regina della Camera dei Deputati, l'Assemblea annuale dei Soci dedicata al confronto con le Istituzioni e agli scenari che impattano sull'industria nautica nazionale. "Essere ospitati a Palazzo Montecitorio per l'Assemblea annuale dei Soci valorizza il ruolo della nautica quale pilastro industriale del Paese e della sua Associazione nazionale di categoria, e ringrazio per questo il Presidente Lorenzo Fontana", ha dichiarato in apertura Piero Formenti, Presidente di Confindustria Nautica.
"Nel 2024 è avvenuto un fatto: l'export dell'industria nautica da diporto ha superato quello di tutta la cantieristica mercantile, raggiungendo il record storico di fatturato e addetti. Se lo è mai stato, sicuramente è finito il tempo di considerare la nautica come un settore di secondo piano, non solo dell'industria, ma dell'economia italiana. Dopo i più che proficui incontri con il Mit - voglio ringraziare il Vice Ministro Edoardo Rixi, il Comandante Generale delle Capitanerie di Porto Ammiraglio Sergio Liardo ed il Direttore Generale, Patrizia Scarchilli - ma anche con i Ministeri delle Politiche del mare, Esteri, delle Imprese e Made in Italy, Esteri, Turismo e Ambiente, ora mi aspetto, anzi ci aspettiamo, un cambio di paradigma da parte di tutte le Amministrazioni e le articolazioni pubbliche, per fare realmente Sistema Paese e difendere e valorizzare la competitività, l'occupazione e la proiezione internazionale delle nostre imprese. Vale per la nautica come per tutti i settori di riferimento dell'export e del Made in Italy. Per il cluster marittimo servono semplificazioni burocratiche e amministrative, l'esatto contrario di quanto ho ascoltato in alcuni audizioni in Commissione VIII del Senato dove qualche soggetto economico pretende di comprimere la nautica da diporto, sperando di trarne vantaggio per le attività di trasporto collettivo", ha concluso Formenti.
L'analisi previsionale sull'andamento del settore realizzata dall'Ufficio Studi dell'Associazione sulla base di un'indagine condotta, nella prima settimana di dicembre, su un campione significativo di aziende associate conferma gli scenari illustrati a settembre in occasione della presentazione del rapporto statistico La Nautica in Cifre, che ipotizzavano i prodromi della ripresa per il settore nautico già negli eventi fieristici autunnali, fra cui il 65° Salone Nautico Internazionale. I nuovi modelli, la forte attenzione alle nuove richieste e tendenze del mercato hanno innescato una rinnovata fiducia nel settore da parte degli armatori della piccola nautica e confermato altresì le buone performance del comparto dei grandi yacht. Le previsioni per l'anno nautico in corso, al netto delle ben note correnti criticità dello scenario internazionale, appaiono pertanto incoraggianti per l'industria nautica italiana e per la propria filiera, con un sentiment più positivo da parte degli imprenditori, rispetto a una chiusura dell'anno solare 2025 in flessione per alcuni settori merceologici.
Il futuro dell'industria nautica da diporto italiana si inserisce in un quadro globale in profonda trasformazione. Secondo il Prof. Gabriele Natalizia, cattedra di Scienze della Politica e Sicurezza Internazionale, che ha aperto i lavori con un'analisi sulle strategie degli USA, l'attuale traiettoria dell'amministrazione americana è in piena continuità con le politiche avviate dal 2009 e che ha attraversato diverse amministrazioni, con obiettivi che includono burden sharing (condivisione degli oneri), riduzione di impegni non vitali e riorientamento verso l'Indo-Pacifico. “È un trend destinato a durare nel lungo periodo, perché strumentale alla competizione economica e militare con la Cina e, di conseguenza, le imprese e le filiere sono chiamate a un cambiamento strutturale non riconducibile a una contingenza di breve periodo”.
All'apertura ai nuovi mercati va quindi affiancato il rilancio della competitività della bandiera italiana strettamente legata al sostegno del mercato interno che secondo i dati dell'Ufficio Studi per natanti e imbarcazioni fino a 24 metri per il 54% delle imprese si chiuderà in contrazione. Quello della competitività è un approccio condiviso, che accomuna Confindustria Nautica, Confitarma, Assonave e più in generale il Gruppo Tecnico Economia del Mare di Confindustria, che il Presidente Formenti nella relazione agli Associati ha ringraziato per il confronto e il raccordo sugli obiettivi. Il Ddl Valorizzazione mare, coordinato dal Ministro Musumeci e incardinato in Senato, contiene una ventina di norme per il settore, molto apprezzate, incentrate sulla semplificazione normativa per allineare l'Italia agli altri Stati europei. La giornata è stata aperta dai saluti istituzionali della Vicepresidente del Senato della Repubblica, Licia Ronzulli.
“Quando parliamo di Nautica parliamo d'Italia”, ha dichiarato la Senatrice Ronzulli. “La nautica è una fotografia nitida del talento italiano: creatività, innovazione tecnologica e coraggio industriale. La sua vocazione internazionale ci dice che la nautica non è più semplicemente un fattore produttivo, è una leva strategica per la competitività nazionale. In merito al tema della semplificazione normativa, il ruolo delle istituzioni è quello di creare le condizioni perché le imprese possano esprimere il massimo del potenziale. Servono regole chiare per competere ad armi pari sui mercati internazionali, norme per un settore come il charter, per esempio, che è cruciale per la nostra economia costiera e turistica, interventi che garantiscono equità, concorrenza reale, certezza amministrativa e in questa direzione va anche il Disegno di legge sulla Valorizzazione della Risorsa Mare, frutto dell'impegno del Ministro Musumeci e tassello importante per rafforzare ulteriormente una filiera che è già un'eccedenza globale e che genera valore, lavoro e innovazione. Lo Stato deve esserci non per dirigere, ma per accompagnare, per sostenere, per valorizzare, perché sostenere la Nautica significa credere nel futuro di questo Paese".
La Capitaneria di Porto, ha sottolineato Amm. Isp. Capo (CP) Pil. Sergio Liardo, Comandante Generale Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, "svolge dei compiti sicuramente operativi, ma abbiamo anche dei compiti specifici e amministrativi, siamo molto vicini a tutte le associazioni. Ringrazio quindi Confindustria Nautica per l'opportunità di questo invito, un'occasione sicuramente per prendere degli stimoli importanti. Noi abbiamo una caratteristica: siamo un catalizzatore di varie richieste che poi devono in qualche maniera essere veicolate anche con una certa urgenza quando si tratta soprattutto di fare economia".
Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha portato il suo saluto alla platea con un video messaggio in cui ha ricordato: “Il settore della nautica è un pilastro di eccellenza del nostro Made in Italy nel mondo che risente fortemente dell'andamento del mercato globale che dopo aver sfiorato il valore record di 35 miliardi nel 2023 si è stabilizzato lo scorso anno, nel 2024, e attualmente è chiamata ad affrontare tutte le incognite, le incertezze legate ai dazi americani. Come Governo siamo impegnati a sostenere la crescita e la competitività delle vostre imprese attraverso agevolazioni per la digitalizzazione e l'efficienza energetica come abbiamo fatto col piano Transizione 5.0 e come faremo, in piena continuità sin dal 1° gennaio del prossimo anno, con il nuovo piano Transizione 5.0, che sarà immediatamente operativo, stavolta attraverso lo strumento obbligato dell'iperammortamento”.
Edoardo Rixi, Viceministro Infrastrutture e Trasporti: "Il settore della nautica è in ottima salute. C'è un'evoluzione del mercato e chiaramente vuol dire andare in mari un po' più tempestosi che offrono grandi opportunità. Sono settori di mercato che vanno occupati perché, se non li occupiamo noi, li occuperà qualcun altro. Per quanto riguarda il settore italiano, tra i temi c'è quello del numero delle leggi; dunque, semplificare ed evitare la proliferazione legislativa che purtroppo è diventato un elemento che contraddistingue il continente europeo. Porterò volentieri una delegazione di Confindustria Nautica dal Ministro dell'Economia per affrontare tutti i provvedimenti utili a dare supporto a un settore strategico come quello della nautica da diporto”.
Salvatore Deidda, Presidente Commissione Trasporti Camera: “È fondamentale che l'Italia adotti politiche interne ed europee che favoriscano le proprie industrie, migliorino le infrastrutture e si adattino alle nuove dinamiche globali, superando le rigidità burocratiche e le percezioni errate, per trasformare le sfide in opportunità e sostenere la competitività nazionale”.
In merito al Salone Nautico Internazionale, Deidda ha sottolineato come rappresenti l'eccellenza dell'industria nautica italiana e la capacità organizzativa dell'Associazione. “È necessario migliorare i collegamenti con Genova (ferroviari, aerei, intercontinentali) per renderlo più competitivo rispetto ad altre fiere con minor prestigio, ma maggiore accessibilità. Dobbiamo fare Sistema Paese e aprire a una pluralità di offerta complementare che veda il charter nautico affiancarsi al trasporto passeggeri”.
Alberto Luigi Gusmeroli, Presidente Commissione Attività Produttive Camera: “La nostra priorità deve essere quella di tutelare le eccellenze industriali italiane, con particolare attenzione ai settori della nautica e dell'automotive, oggi esposti a sfide crescenti legate alla concorrenza globale, alle restrittive politiche europee e ai fattori economici. Ritengo necessario che l'Italia adotti misure effettive di protezione, inclusa l'introduzione di dazi mirati, per difendere i comparti industriali ad alta qualità dalle minacce esterne e dalle decisioni politiche inadeguate. Nonostante il contesto complesso”.
Gerolamo Cangiano, Presidente dell'Intergruppo parlamentare “Nautica, Subacquea e Turismo”: “Negli ultimi anni si è ricostruito un dialogo solido e costruttivo tra le istituzioni e Confindustria Nautica, e questo Governo sta portando avanti con convinzione una serie di iniziative a supporto del comparto. Questi imprenditori hanno sempre dimostrato straordinarie capacità, andando avanti con le proprie forze e affermando, anche a livello internazionale, la forza e la bellezza di questo settore.
Oggi le istituzioni stanno lavorando per affiancare questo impegno, consapevoli del ruolo strategico che la nautica riveste per il Paese. Sono numerosi i provvedimenti avviati tra Senato e Camera – dalle iniziative parlamentari alle proposte di legge sulla portualità e sull'albergo nautico diffuso che dimostrano la volontà di costruire insieme qualcosa di importante. In questo momento storico, il Governo sente il dovere di continuare a sostenere questo settore, accompagnandone la crescita”. Il Vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini, ha incontrato i componenti del Consiglio generale di Confindustria Nautica nella serata di ieri svoltasi a Palazzo Colonna.
L'Assemblea dei Soci di Confindustria Nautica, riunita in sessione privata, ha inoltre approvato il Bilancio Preventivo 2026. “Il Bilancio preventivo 2026 approvato dall'Assemblea dei Soci costituisce uno strumento fondamentale di governance, di verifica e rappresentazione della strategia messa in atto dall'Associazione per il perseguimento degli obiettivi statutari di sviluppo e consolidamento del posizionamento dell'industria nautica da diporto italiana” ha commentato Marina Stella, Direttore Generale di Confindustria Nautica. “Il piano strategico di azioni per il 2026 è stato presentato unitamente ai dati di Bilancio preconsuntivo 2025 che evidenziano una solida struttura patrimoniale, un rafforzamento della posizione economica e finanziaria dell'Associazione nonché una positiva performance nella crescita della base associativa, a conferma della capacità dell'Associazione di generare valore attraverso la qualità dell'attività di rappresentanza e l'efficacia dei progetti condotti a supporto del settore”.
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