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Usa: "Imminente attacco di Hamas contro civili a Gaza". La replica: "Accuse false"
19 ottobre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - Gli Stati Uniti rendono noto di essere in possesso di "informazioni credibili" secondo cui Hamas sta pianificando un attacco "imminente" contro i civili della Striscia di Gaza. "Gli Stati Uniti hanno informato i Paesi garanti dell'accordo di pace per Gaza (Qatar, Turchia ed Egitto) di informazioni credibili che indicano un'imminente violazione del cessate il fuoco da parte di Hamas contro la popolazione di Gaza", si legge in una nota diffusa nella notte dal Dipartimento di Stato. E "questo attacco pianificato contro i civili palestinesi costituirebbe una violazione diretta e grave dell'accordo di cessate il fuoco e comprometterebbe i progressi significativi raggiunti con il lavoro di mediazione".
Ad Hamas viene chiesto di "rispettare gli impegni" secondo "i termini del cessate il fuoco". "Se Hamas dovesse andare avanti con questo attacco, saranno adottate misure per proteggere la popolazione di Gaza e per tutelare" il "cessate il fuoco". Gli Stati Uniti e "gli altri Paesi garanti restano determinati nell'impegno per la sicurezza dei civili, per mantenere la calma" e "promuovere pace e prosperità per la popolazione di Gaza e della regione".
Non ci sono, evidenziano i media americani, dettagli sul possibile attacco, gli obiettivi o il luogo, ma la nota del Dipartimento di Stato arriva dopo le ultime parole di Donald Trump. "Se Hamas continua a uccidere persone a Gaza - ha detto nei giorni scorsi il tycoon - non avremo altra scelta se non quella di entrare e ucciderli". Il Times of Israel evidenzia come nei dettagli resi noti dell'accordo per un cessate il fuoco a Gaza non ci siano accenni espliciti a una potenziale repressione di Hamas nei confronti dei civili di Gaza.
Hamas replica e parla di accuse false. Per Hamas, riporta la tv satellitare al-Jazeera, "i fatti sul campo dimostrano" che è Israele che "ha creato, armato e finanziato bande criminali" nell'enclave palestinese "che hanno commesso omicidi, rapimenti, furti di camion di aiuti e attacchi contro i civili palestinesi".
Hamas, che nel 2007 prese il controllo di Gaza, afferma che le sue forze "stanno portando avanti il loro dovere nazionale perseguendo queste bande", che "hanno ammesso i loro reati". E, bollando come false le affermazioni contenute nella dichiarazione del Dipartimento di Stato, le considera "pienamente allineate con la propaganda israeliana fuorviante".
"Forniscono una copertura per il proseguimento dei crimini dell'occupazione e dell'aggressione organizzata contro la nostra gente", afferma il gruppo, stando ad al-Jazeera. Hamas invita a "smettere di ripetere la narrativa fuorviante" di Israele e a "concentrarsi sulla riduzione delle ripetute violazioni del cessate il fuoco".
"L'organizzazione terroristica di Hamas deve rispettare i suoi impegni con i mediatori e restituire nel quadro dell'attuazione dell'accordo" le salme degli ostaggi deceduti ancora nella Striscia di Gaza. Così l'ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu nella dichiarazione diffusa via X che conferma appartenere a Ronen Tommy Engel uno dei due corpi consegnati ieri sera da Hamas a Israele. "Non scenderemo a compromessi e non risparmieremo sforzi fino al ritorno di tutti gli ostaggi deceduti, fino all'ultimo", rimarcano.
"Il governo, e tutto l'organico per i dispersi e i rapiti dello Stato di Israele, è determinato, impegnato e lavora senza sosta per il ritorno (in Israele) di tutti i nostri ostaggi deceduti affinché abbiano degna sepoltura nel loro Paese", si legge ancora.
Secondo la ricostruzione delle Idf, Engel, 54 anni, è stato ucciso nel kibbutz di Nir Oz durante l'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele e il suo corpo era stato portato nella Striscia di Gaza. La moglie e le due figlie, ricordano i media israeliani, erano state rapite, per poi essere liberate il mese successivo nell'ambito del primo accordo di tregua.
Intanto le forze israeliane hanno iniziato a segnalare la 'linea gialla' nella Striscia di Gaza. Lo riferisce il Times of Israel dopo che nei giorni scorsi il ministro della Difesa, Israel Katz, ha reso noto di aver dato istruzioni alle Idf per il collocamento di 'segnali' lungo la linea che è stata indicata come riferimento per la prima fase del ritiro graduale delle Idf.
Il giornale rilancia un'immagine diffusa sui social stamani in cui si vedono blocchi gialli di cemento e segnali metallici gialli pronti per la collocazione. Katz aveva spiegato che i paletti serviranno come monito per "i terroristi di Hamas e gli abitanti di Gaza" perché "a ogni violazione o tentativo di superare la linea si risponderà con il fuoco".
Un attacco contro forze israeliane viene segnalato nella zona di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. A riferirne è il Times of Israel, precisando che i militari israeliani hanno risposto con raid aerei nella zona. Anche il sito israeliano Ynet riferisce di raid israeliani su Rafah e rilancia notizie da parte palestinese che parlano di uno scontro a fuoco a Rafah. Non ci sono per ora conferme da parte delle Idf.
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Meloni sul podio ’eguaglia’ Craxi, da oggi il suo è il terzo governo più longevo
19 ottobre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - Tre come gli anni di governo, tre come i gradini del podio su cui, da oggi, domenica 19 ottobre, Giorgia Meloni salirà. L'esecutivo guidato dalla leader di Fratelli d'Italia diventa infatti il terzo più longevo della storia repubblicana, eguagliando i 1.093 giorni del governo Craxi. Un traguardo che, in un Paese capace di esprimere 68 governi in 79 anni, ha il sapore di un piccolo record per Meloni, arrivata a Palazzo Chigi il 22 ottobre 2022 dopo la vittoria alle elezioni politiche di settembre.
Una stabilità, quella conquistata dall'esecutivo, che frutta a Meloni anche una promozione da parte delle agenzie di rating: dopo i pareri positivi di S&P, Moody's e Fitch, anche Dbrs Morningstar ha alzato il rating dell'Italia da BBB ad A con trend stabile. Un riconoscimento che, secondo il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, è il "frutto del lavoro costante di questi tre anni di governo" e che consente all'Italia di tornare "in serie A con grande orgoglio".
Ma la vigilia del traguardo è stata segnata dallo scontro a distanza tra la premier e la sua principale sfidante dell'opposizione, la segretaria del Pd Elly Schlein. Intervenendo al congresso del Pse ad Amsterdam, la leader dem ha parlato di "democrazia a rischio" in Italia, facendo riferimento alla bomba fatta esplodere davanti casa del giornalista Sigfrido Ranucci: "La settimana scorsa, a Firenze, la presidente del Consiglio del mio Paese ha dichiarato che le opposizioni sono peggiori dei terroristi. E nello stesso tempo, in questo clima di odio, voglio esprimere la mia solidarietà a uno dei più noti giornalisti d'inchiesta italiani, Sigfrido Ranucci, perché ieri è stata trovata una bomba davanti a casa sua. La democrazia è a rischio, la libertà di espressione è a rischio quando l'estrema destra è al governo". "Ciò che fanno - ha rincarato Schlein - è alimentare un clima di divisione, polarizzazione e odio. E noi ne paghiamo le conseguenze ogni giorno".
Parole che hanno scatenato l'ira della premier, che in un post pubblicato sui social ha definito l'intervento della segretaria Pd come "puro delirio": "Vergogna, Elly Schlein, che vai in giro per il mondo a diffondere falsità e a gettare ombre inaccettabili sulla Nazione che, da parlamentare della Repubblica italiana e leader di partito, dovresti rappresentare e aiutare", l'affondo di Meloni. La maggioranza fa quadrato subito dopo l'attacco di Schlein. Per Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia, la segretaria dem "dovrebbe vergognarsi per aver anche solo insinuato che l'attentato a Ranucci possa essere in qualche modo legato al centrodestra al governo. Siamo tutti increduli di fronte al livello infimo a cui il Pd sta trascinando il dibattito politico. Dovrebbe chiedere scusa". In un tweet, la Lega esprime "assoluta e ferma condanna per l'attentato contro Ranucci" e "assoluta e ferma condanna per le sciocchezze della Schlein".
La stabilità del governo non può che riportare al tema delle riforme istituzionali, a partire da quel premierato - definito da Meloni più volte la "madre di tutte le riforme" - pensato proprio per garantire continuità e stabilità in un Paese notoriamente incline ai cambi di maggioranza. Il disegno di legge è ora alla Camera e, come ha ribadito più volte la premier (anche di recente, ospite di Bruno Vespa), la riforma "va avanti". Ma i tempi per l'approvazione si preannunciano lunghi.
Diverso il discorso per la riforma sulla separazione delle carriere, attesa in Aula al Senato il prossimo 28 ottobre per l'ok definitivo. "Non pervenuta", invece, la legge elettorale: fonti parlamentari di centrodestra raccontano che l'idea resta quella di eliminare i collegi uninominali e creare un sistema ispirato a quello delle regionali, cioè un proporzionale con premio di maggioranza e, come auspicato da Meloni, l'indicazione del nome del candidato premier sulla scheda. Le trattative tra maggioranza e opposizione, però, potranno partire solo dopo la chiusura della stagione delle regionali, "con la speranza che il clima si rassereni..." come commentano le stesse fonti.
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Oggi la Chiesa avrà sette nuovi santi, la prima volta del Venezuela
19 ottobre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - La Chiesa oggi, domenica 19 ottobre, avrà sette nuovi santi. Papa Leone - in piazza San Pietro - presiederà la celebrazione eucaristica con il rito di canonizzazione di sette beati che arrivano da continenti, epoche e vocazioni diverse. Li accomuna la fedeltà al Vangelo fino all'estremo. I nuovi santi arrivano da diversi Paesi: dalla Turchia alla Papua Nuova Guinea, da Verona e Pompei fino a Caracas. Il Venezuela avrà i suoi primi due santi.
Bartolo Longo: avvocato pugliese, ha attraversato la stagione dello spiritismo fino alla conversione con la fondazione del Santuario della Madonna del Rosario di Pompei. “Se è vero che chi propaga il Rosario si salva, io mi salverò, perché non lascerò questa terra senza avervi propagato il tuo Rosario”, disse dando vita a una città della carità. Per essere canonizzato, non ha avuto bisogno di un secondo miracolo ricevendo approvazione straordinaria con la dispensa papale. La decisione di farlo santo si basa sulla sua vita come esempio di conversione e santità.
Ignazio Maloyan: nato a Mardin, in Turchia, è stato un arcivescovo armeno cattolico negli anni segnati dal genocidio del popolo. Nel giugno 1915, nel pieno delle deportazioni armene, venne arrestato e torturato con l'accusa di nascondere armi. Gli fu offerta la libertà in cambio della conversione all'islam: rifiutò, affermando di considerare “il sangue versato per la fede il desiderio più dolce del mio cuore”. Prima di morire consacrò un pezzo di pane, distribuendolo ai suoi fedeli come viatico. Il suo martirio avvenne nella festa del Sacro Cuore: il cuore trafitto di Cristo divenne così il sigillo della sua testimonianza.
Peter To Rot: figlio di cattolici della Papua Nuova Guinea, è stato un catechista laico, uomo di profonda fede e coerenza. Quando l'isola fu occupata dai giapponesi e i missionari europei internati, continuò clandestinamente a radunare i fedeli per la preghiera. Si oppose alla legalizzazione della poligamia, difendendo l'indissolubilità del matrimonio cristiano. Arrestato e condannato a due mesi di prigione, fu ucciso con un'iniezione letale nel luglio 1945. “Sono qui per una buona causa: per la mia fede”, confidò alla sorella.
Vincenza Maria Poloni: dopo anni di volontariato presso il Pio Ricovero di Verona, nel 1840 fondò con tre compagne le Sorelle della Misericordia, dedite all'assistenza dei poveri e dei malati. “Dobbiamo essere sante nel servizio dei poveri, che sono i nostri padroni”, la sua filosofia di vita. Morì l'11 novembre 1855.
María Carmen Rendiles Martínez: nata a Caracas priva del braccio sinistro, nella fragilità ha trovato la via per l'unione con Cristo. Entrò nella congregazione francese delle Serve di Gesù del Santissimo Sacramento e quando la comunità diventò istituto secolare, fondò in Venezuela le Serve di Gesù. Ebbe un grave incidente: “Una piccola scheggia della Croce di Cristo, la porto con entusiasmo”.
Maria Troncatti: salesiana di Corteno Golgi (Brescia), fu missionaria tra gli Shuar dell'Amazzonia ecuadoriana. Ribattezzata “madrecita”. Nei villaggi segnati da epidemie e tensioni tra coloni e indigeni, costruì ospedali, scuole e percorsi di formazione. “Uno sguardo al Crocifisso mi dà vita e coraggio per lavorare”, il suo motto. Morì in un incidente aereo nel 1969 mentre partiva per gli esercizi spirituali.
José Gregorio Hernández Cisneros: figura molto amata, venezuelano, fu scienziato, docente universitario e apostolo della carità. Dopo gli studi a Parigi, introdusse in patria la medicina sperimentale; la sua priorità sempre i poveri. Visitava gratuitamente i malati, portando medicine e conforto spirituale. Durante l'epidemia di influenza spagnola del 1918, offrì la propria vita “per la pace del mondo”. Morì investito da un'auto mentre si recava da un bambino ammalato, pronunciando il nome della Vergine. E' appena uscito un volume di Manuela Tulli che racconta chi era il medico dei poveri.
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Lotta al melanoma, l’immunoterapia funziona meglio al mattino
19 ottobre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - L'immunoterapia contro il melanoma è più efficace e con meno effetti collaterali se somministrata al mattino. Questo è uno dei dati emersi dallo studio multicentrico di Fase III 'CheckMate 238', il primo che conferma l'efficacia a 10 anni dell'immunoterapia adiuvante, ovvero somministrata dopo l'intervento nei pazienti con melanoma resecato ad alto rischio. Il lavoro è stato presentato da Paolo Ascierto, professore ordinario di Oncologia all'Università Federico II di Napoli e direttore dell'Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell'Istituto Pascale di Napoli, al congresso annuale dell'European Society For Medical Oncology (Esmo), a Berlino. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista 'New England Medical Journal of Medicine'.
“Questi dati rappresentano il follow-up più lungo mai registrato per un immunoterapico somministrato dopo l'intervento chirurgico del melanoma - spiega Ascierto -. Un'analisi successiva post-hoc suggerisce inoltre una potenziale migliore efficacia e tollerabilità dell'immunoterapia somministrata prima delle ore 13, un dato che merita ulteriori valutazioni”. Lo studio ha coinvolto un totale di 906 pazienti con melanoma resecato ad alto rischio, divisi in 2 gruppi: nel primo i pazienti hanno ricevuto il farmaco nivolumab e nel secondo l'ipilimumab. Tutti i pazienti sono stati seguiti per circa 10 anni. “Ebbene, il nivolumab, un inibitore di PD-1, uno dei ‘freni' che impediscono al sistema immunitario di attaccare il tumore, ha dimostrato un'efficacia superiore e duratura rispetto alla monoterapia con l'ipilimumab, sia sulla sopravvivenza libera da recidiva e sia sulla sopravvivenza libera da metastasi a distanza”, riferisce Ascierto.
In particolare, il tasso di sopravvivenza libera da recidiva a 10 anni è stato del 44% per i pazienti trattati con nivolumab, rispetto al 37% per quelli trattati con ipilimumab. Uno scarto simile è stato osservato anche sul fronte della sopravvivenza libera da metastasi a distanza: 54% nel gruppo nivolumab in confronto al 48% nel gruppo ipilimumab. Più simili i tassi di sopravvivenza globale a 10 anni, pari al 69% con nivolumab e al 65% con ipilimumab. “Differenze lievi, ma comunque significative, sono state nuovamente riscontrate nella sopravvivenza libera da progressione alla seconda linea di terapia: l'analisi mostra la superiorità di nivolumab, con tassi a 10 anni del 55%, rispetto al 47% per l'ipilimumab”, sottolinea Ascierto.
In un'analisi separata sulla stessa coorte di pazienti, i ricercatori hanno fatto una scoperta sorprendente. I pazienti a cui l'immunoterapia è stata somministrata al mattino, precisamente prima delle ore 13, la sopravvivenza libera da recidiva a 10 anni è risultata del 44% contro il 38% di chi l'ha ricevuta di pomeriggio. “Ancora più ampio è lo scarto tra i pazienti a cui è stato somministrato solo l'ipilimumab: 43% di sopravvivenza libera da recidiva di mattina contro il 34% - precisa Ascierto -. Inoltre, i dati indicano una frequenza numericamente più alta di eventi avversi correlati al trattamento con la somministrazione pomeridiana rispetto a quella mattutina per entrambi i farmaci. E' dunque evidente che il ritmo circadiano influenza l'efficacia e la tollerabilità dell'immunoterapia, un filone di ricerca che merita di essere approfondito”.
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Milan-Fiorentina: orario, probabili formazioni e dove vederla
19 ottobre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - Il Milan torna in campo. Oggi, domenica 19 ottobre, i rossoneri ospitano la Fiorentina a San Siro nel posticipo della settima giornata di Serie A. Il Diavolo è chiamato a confermare un grande avvio di stagione (la squadra di Allegri è al momento quarta con 13 punti, ma con un successo può volare in testa), mentre i viola hanno l'obbligo di fare punti vista la pessima classifica (squadra al terzultimo posto con 3 punti). Ecco orario, probabili formazioni e dove vedere Milan-Fiorentina in tv e streaming.
Ecco le probabili formazioni di Milan-Fiorentina, in campo stasera alle 20:45:
Milan (3-5-2) Maignan; Tomori, Gabbia, Pavlovic; Saelemaekers, Ricci, Modric, Fofana, Bartesaghi; Loftus-Cheek, Leao. All. Allegri
Fiorentina (3-5-2) De Gea; Pongracic, Marì, Ranieri; Dodò, Mandragora, Nicolussi Caviglia, Fazzini, Gosens; Piccoli, Gudmundsson. All. Pioli
Milan-Fiorentina sarà visibile in esclusiva su Dazn, ma anche su Sky per gli abbonati con Zona Dazn (canale 214). Partita visibile anche in streaming sull'app di Dazn.
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