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Cancro seno triplo negativo, con anticorpo farmaco-coniugato si vive di più
19 ottobre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - Il cancro al seno triplo negativo si conferma una neoplasia molto aggressiva. Tuttavia, questo tipo di tumore fa meno paura rispetto al passato perché può essere colpito da immunoterapia, anticorpi monoclonali farmaco coniugati e i Parp inibitori. Obiettivo di ricercatori e clinici infatti è sempre lo stesso: migliorare la sopravvivenza delle pazienti. E grazie alla ricerca, nuovi risultati positivi arrivano per il trattamento di questa neoplasia tra le più difficili da trattare, che in Italia colpisce circa 8mila donne l'anno, pari al 15% dei 55mila casi di tumori mammari che si registrano annualmente nel nostro Paese. L'anticorpo farmaco-coniugato datopotamab deruxtecanq, nuova classe di farmaci che veicola la chemioterapia direttamente all'interno delle cellule cancerose, ha infatti dimostrato un miglioramento rilevante della sopravvivenza libera da progressione di malattia per queste pazienti rispetto alla chemioterapia standard. E' quanto emerge dai dati dello studio di fase 3 Tropion-Breast02, su 644 pazienti, presentati al congresso annuale della European Society for Medical Oncology (Esmo) a Berlino. Si tratta di pazienti con tumore al seno triplo negativo (Tnbc) localmente recidivante, inoperabile o metastatico per i quali l'immunoterapia non era indicata, non precedentemente trattate (ovvero in prima linea). Il nuovo anticorpo coniugato ha dimostrato anche una riduzione del 43% del rischio di progressione di malattia o di morte rispetto alla chemioterapia standard.
"L'anticorpo coniugato ha dimostrato un prolungamento della sopravvivenza, con un miglioramento di 5 mesi in media rispetto alla chemioterapia, e ha quasi raddoppiato il tempo libero da progressione di malattia - spiega Giampaolo Bianchini, responsabile del Gruppo mammella dell'Ircss Ospedale San Raffaele, Università Vita-Salute San Raffaele di Milano -. Questi importantissimi risultati, ottenuti nelle pazienti con tumore al seno metastatico triplo negativo in prima linea non candidabili all'immunoterapia, sono ancora più rilevanti in quanto questo è l'unico studio che ad oggi ha incluso pazienti con recidiva precoce di malattia, condizione purtroppo frequente e caratterizzata da aggressività e resistenza ai farmaci convenzionali, e per la quale ad oggi non avevamo valide opzioni terapeutiche".
"Il tumore al seno triplo negativo, in cui rientrano il 15% delle diagnosi di carcinoma mammario, non presenta i recettori degli estrogeni, del progesterone e della proteina Her2 – afferma Giuseppe Curigliano, presidente eletto Esmo (Società europea di oncologia medica), professore di Oncologia Medica all'Università di Milano e direttore Divisione Sviluppo di Nuovi Farmaci per Terapie Innovative allo Ieo di Milano -. Questo significa che non risponde alla terapia ormonale e ai farmaci che hanno come bersaglio Her2. È la forma più aggressiva, in cui il rischio di ricaduta a distanza aumenta rapidamente a partire dalla diagnosi. Inoltre, colpisce spesso donne giovani, al di sotto dei 50 anni, che si trovano nel pieno della loro vita familiare e professionale, come madri, mogli e lavoratici, con significativi impatti psicologici e sociali. Da qui la necessità di opzioni terapeutiche innovative che possano offrire un miglioramento delle attuali opzioni e preservino la qualità della loro vita. I risultati di questo studio confermano che datopotamab deruxtecan è superiore alla chemioterapia standard ed offre nuove opzioni di cura ai pazienti con tumore mammario triplo negativo”.
“I pazienti con tumore al seno metastatico triplo negativo presentano una delle prognosi peggiori di tutti i sottotipi di tumore al seno, e per coloro che non sono candidabili all'immunoterapia, la chemioterapia è stata a lungo il trattamento standard - dichiara Ken Takeshita, MD, Global Head, R&D, Daiichi Sankyo - I risultati dello studio Tropion-Breast02 mostrano che datopotamab deruxtecan ha il potenziale per sostituire la chemioterapia tradizionale in questo setting e di migliorare significativamente la sopravvivenza dei pazienti".
"Per la prima volta i pazienti con tumore al seno metastatico triplo negativo possono beneficiare di un'alternativa alla chemioterapia nel setting di prima linea che permette di ritardare la progressione di malattia e di prolungare la vita - sostiene Susan Galbraith, MBBChir, PhD, Executive Vice President, Oncology Hematology R&D, AstraZeneca - Osservare un miglioramento così importante per i pazienti trattati con datopotamab deruxtecan in monoterapia in prima linea nel setting metastatico ci rende fiduciosi nel suo potenziale in combinazione con durvalumab, e nel setting iniziale, potenzialmente curativo in cui sono in corso altri studi".
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Imprese, cresce economia del commiato settemila aziende (+4,9% su 2019)
19 ottobre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - L'impresa funebre è un comparto economico che negli ultimi anni ha cambiato pelle: cresce, si professionalizza e si ridisegna, spinto dall'invecchiamento della popolazione, dalla ricerca di soluzioni più sostenibili come la cremazione e da regole sempre più stringenti. Al 30 giugno 2025, secondo i dati diffusi, le imprese funebri attive nel Paese sono 7.050: un dato superiore del 4,9% al 2019, quando se ne contavano 6.720, come riferisce Unioncamere-InfoCamere, Movimprese in una nota.
Ma la fotografia restituisce un quadro con interessanti variazioni interne. Il Sud e le Isole si confermano l'area con la maggiore concentrazione di attività (3.266, pari al 46,3% del totale), seguite dal Nord Ovest (1.508), dal Centro (1.311) e dal Nord Est (965). Alcune regioni hanno visto crescere sensibilmente il numero di operatori: la Puglia con un +16% rispetto al 2019, la Calabria (+13,1%), la Sicilia (+11,2%) e la Campania (+7,9%). In altre zone, invece, la dinamica è stata opposta: le Marche hanno perso l'11,1% delle imprese e la Valle d'Aosta addirittura il 23,1%. In termini assoluti, a giugno scorso la presenza maggiore di imprese funebri si registra in Sicilia (827), seguita da Lombardia (773) e Campania (616).
Ancora più eloquente è il cambiamento nella forma giuridica delle imprese. In sei anni le società di capitale sono passate da 2.122 a 2.771 (+30,6%), segno di una progressiva strutturazione e professionalizzazione del comparto. A fare da contraltare c'è la diminuzione delle imprese individuali (da 2.557 a 2.386, -6,7%) e delle società di persone (da 1.723 a 1.590, -7,7%), un ridimensionamento che suggerisce le difficoltà delle realtà più piccole nell'affrontare costi, burocrazia e nuove richieste del mercato.
Anche la variazione degli addetti, tra il 2019 e il 2025, evidenzia un andamento positivo, con una crescita complessiva dell'11,5% a livello nazionale. Considerando le imprese con addetti dichiarati, gli incrementi più rilevanti si registrano in Sicilia (+33,8%), Sardegna (+26,0%), Lazio (+22,8%) e Trentino-Alto Adige (+21,3%), segnalando un'espansione marcata in alcune aree periferiche e insulari. Al contrario, poche regioni mostrano flessioni, in particolare Liguria (-10,9%), Valle d'Aosta (-5,0%) e Basilicata (-0,6%), indicando contesti locali di ridimensionamento. Nel complesso, l'aumento diffuso degli addetti suggerisce una fase di rafforzamento del settore, pur con significative differenze territoriali.
Il settore si presenta dunque come un mosaico in lento ma progressivo cambiamento: all'aumento del numero complessivo si affianca infatti una trasformazione ancora più apprezzabile nelle forme organizzative e nella geografia interna. Se la domanda è sempre legata a un bisogno certo e inevitabile, le modalità con cui le imprese vi rispondono raccontano un comparto che tende a consolidarsi abbandonando le dimensioni più artigianali per assumere fisionomie più strutturate, con maggiore capacità di investimento, più attenzione al marketing e alla diversificazione dei servizi. "Le tendenze che emergono dall'analisi - si osserva nella nota - confermano che il settore funebre fa parte a pieno titolo della vita economica del Paese. Un comparto che cambia insieme alla società e che merita attenzione non soltanto nel suo ruolo simbolico, ma anche per il peso reale che porta nel tessuto imprenditoriale italiano".
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Parigi, colpo clamoroso al Louvre: rubati i gioielli di Napoleone
19 ottobre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - Un furto spettacolare ha scosso il Museo del Louvre di Parigi questa mattina, domenica 19 ottobre. Tre uomini incappucciati sono riusciti a penetrare all'interno della celebre galleria d'Apollon, portando via nove gioielli storici appartenenti alla collezione di Napoleone e dell'imperatrice. Il diamante Régent, il più prezioso, è salvo. E' quanto scrive il sito del quotidiano 'Le Parisien'.
Secondo i primi elementi dell'indagine, i ladri, tutti a volto coperto, hanno approfittato dei lavori in corso nella zona di Quai de Seine per accedere al museo. Servendosi di un montacarichi, sono giunti direttamente alla sala bersaglio, all'interno della sontuosa galleria d'Apollon.
Due uomini hanno infranto i vetri ed è lì che ha avuto luogo il colpo: i banditi hanno sottratto nove pezzi unici esposti nelle vetrine 'Napoléon' e 'Souverains Français', tra cui un diadema, una broche e un collier appartenuti alla coppia imperiale. Il terzo complice è rimasto all'esterno, probabilmente come palo.
Nonostante il furto, una fonte interna al Louvre ha confermato che il Régent, il celebre diamante da oltre 140 carati, non è stato toccato. Il valore esatto del bottino è ancora in fase di valutazione.
La ministra della Cultura, Rachida Dati, ha rassicurato che non ci sono feriti, ma il colpo ha generato momenti di grande panico all'interno del museo. "La polizia correva vicino alla piramide e tentava di entrare dalle porte laterali, ma erano chiuse", ha raccontato una testimone presente fuori dal museo. "Dentro, la gente correva e batteva contro le vetrate per uscire, ma era impossibile".
Poco dopo il furto, i ladri sono fuggiti a bordo di uno scooter TMax in direzione dell'autostrada A6. Le forze dell'ordine hanno subito avviato una vasta operazione di ricerca. Una delle piste battute dagli inquirenti riguarda la possibile fusione dei gioielli per ricavarne l'oro, come accaduto un mese fa con le pepite d'oro rubate al Museo di Storia Naturale di Parigi.
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Meloni alla Niaf: "Cultura woke vuole cancellarci, si sbagliano"
19 ottobre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - "La nostra forza, la forza dell'Occidente, nasce da un'eccellenza individuale senza pari. La voce singolare e potente della libertà. Ma essa si perfeziona solo quando l'intera orchestra suona insieme in un'armonia impeccabile e potente. Questa eredità è il motivo per cui non dobbiamo mai perdere di vista ciò che ci unisce". Così la premier Giorgia Meloni, nel videomessaggio inviato in occasione del 50esimo anniversario della Niaf, la National Italian American Foundation.
"So che ci sono forze che cercano di dividerci, di ridefinire la nostra storia e di distruggere le nostre tradizioni condivise. La chiamano cultura woke. Cercano di cancellare la nostra cultura. Si sbagliano", rimarca la presidente del Consiglio.
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Donna investita e uccisa a Fiumicino, obbligo di dimora per 35enne
19 ottobre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - Il gip del tribunale di Civitavecchia ha disposto l'obbligo di dimora con divieto di uscita nelle ore notturne per un 35enne italiano, accusato dell'omicidio di Simona Bortoletto: il grave incidente è avvenuto lo scorso 23 settembre, intorno alle 22, a Fiumicino. La donna trentacinquenne stava percorrendo, insieme al figlio, via Redipuglia nella zona di Isola Sacra, quando è sopraggiunta una Smart che l'ha investita. L'uomo si trovava alla guida in stato di ebbrezza alcolica e sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.
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