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Cancro ovaio, si apre nuovo scenario con mix immunoterapia-chemio
20 ottobre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - Il cancro all'ovaio è ancora un tumore fra i più letali e resta la neoplasia ginecologica femminile a peggior prognosi con circa 5.400 nuovi casi e 3.600 decessi in Italia nel 2022. La sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi è del 43%, secondo 'I numeri del cancro 2024' di Aiom. A livello globale, nel 2022 le diagnosi di tumore dell'ovaio sono state 324.000 e si sono verificati quasi 207.000 decessi. La sua incidenza è in aumento, con stime che prevedono un incremento sito del 42% dei nuovi casi in tutto il mondo entro il 2040. Al congresso annuale della Società europea di oncologia medica (Esmo) a Berlino sono stati presentati - nel Simposio presidenziale - i risultati dello studio di fase 3 Keynote-B96 (noto come Engot-ov65) che riportano progressi significativi nel rallentare la progressione del tumore nelle pazienti affette da recidiva di carcinoma ovarico platino-resistente.
Nello studio sono stati valutati pembrolizumab, terapia anti-PD1 di Msd, in combinazione con chemioterapia (paclitaxel) con o senza bevacizumab per il trattamento delle pazienti affette da recidiva di carcinoma ovarico platino-resistente. Alla prima analisi ad interim, al follow-up mediano dello studio di 15,6 mesi, pembrolizumab più chemioterapia con o senza bevacizumab (n=322) ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante della sopravvivenza libera da progressione (Pfs), endpoint primario dello studio, riducendo il rischio di progressione di malattia o di morte del 30% in tutta la popolazione delle pazienti con recidiva di carcinoma ovarico platino-resistente rispetto a placebo più chemioterapia con o senza bevacizumab (n=321).
Il tasso di Pfs a 12 mesi per le pazienti trattate con il regime a base di pembrolizumab è stato del 33,1%, rispetto al 21,3% per le pazienti trattate con il regime a base di placebo. Nelle pazienti il cui tumore esprime PD-L1 (Combined positive score CPS), pembrolizumab più chemioterapia con o senza bevacizumab (n=234) ha ridotto il rischio di progressione di malattia o di morte del 28% rispetto a placebo più chemioterapia con o senza bevacizumab (n=232). Il tasso di Pfs a 12 mesi è stato del 35,2% per il regime a base di pembrolizumab rispetto al 22,6% per il regime a base di placebo.
"Per le pazienti con carcinoma ovarico ricorrente resistente al platino abbiamo attualmente a disposizione pochissimi trattamenti in grado di ridurre il rischio di progressione di malattia o di morte - afferma Nicoletta Colombo, direttore del Gynecologic Oncology Program dell'Istituto europeo di oncologia di Milano - Questi risultasti rappresentano un significativo passo avanti nel trattamento del carcinoma ovarico ricorrente resistente al platino e dimostrano che l'aggiunta di pembrolizumab alla chemioterapia, con o senza bevacizumab, potrebbe diventare un'ulteriore opzione efficace per queste pazienti".
Alla seconda analisi ad interim, al follow-up mediano di 26,6 mesi, il regime a base di pembrolizumab ha dimostrato anche un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante della sopravvivenza globale, un endpoint secondario chiave, nelle pazienti il cui tumore esprime PD-L1 (CPS ≥1), riducendo il rischio di morte del 24% rispetto a placebo più chemioterapia con o senza bevacizumab. Il tasso di Os a 12 mesi per le pazienti trattate con il regime immunoterapico è stato del 69,1% rispetto al 59,3% per le pazienti trattate con il regime a base di placebo. I tassi di Os a 18 mesi sono risultati del 51,5% e 38,9%, rispettivamente.
"Questi risultati si basano sul successo di pembrolizumab nei tumori ginecologici e supportano il suo potenziale utilizzo nelle pazienti con carcinoma ovarico platino-resistente - dichiara Gursel Aktan, vice president, global clinical development, Merck Research Laboratories - Questi dati hanno il potenziale per cambiare il paradigma terapeutico per le pazienti con carcinoma ovarico ricorrente resistente al platino".
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Salute, nasce Art4Mind con Unhate Foundation e Fond. Policlinico Gemelli, uso arte come terapia
20 ottobre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - È stato firmato un Accordo di Collaborazione con cui Unhate Foundation - realtà presieduta da Alessandro Benetton - e sostenuta da Edizione, Mundys e Aeroporti di Roma, supporterà il progetto Art4mind della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, con il patrocinio della Regione Lazio. Migliorare il benessere dei pazienti psichiatrici del Policlinico Gemelli e facilitarne al massimo le relazioni sociali: è questo il primo obiettivo di Art4Mind, iniziativa che nasce dall'incontro del Prof. Gabriele Sani, direttore della Uoc di Psichiatria del Policlinico Gemelli a Roma con Unhate Foundation, realtà fortemente impegnata nel contrasto all'odio e al disagio sociale tra i giovani “under 30”, attraverso l'arte e lo sport. Art4Mind prevede la realizzazione di una piattaforma innovativa che integra medicina, cultura, arte, scienza dei dati e tecnologie digitali per dar vita a un nuovo modello per la cura del disagio mentale che verrà sperimentato per la prima volta nel reparto di day-hospital della Uoc di Psichiatria del Policlinico Gemelli.
Art4Mind vuol essere così una risposta innovativa al malessere mentale che sta diventando un'emergenza silenziosa tra i giovani italiani. Oltre il 42% dei ragazzi tra i 18 e i 34 anni ha dichiarato di aver sofferto di ansia e depressione, fenomeni correlati al crescente isolamento sociale e alla difficoltà nelle relazioni (Rapporto Istat, 2024). Depressione, disturbi della percezione del sé, disturbi d'ansia, disturbo ossessivo-compulsivo e schizofrenia colpiscono sempre più frequentemente i giovani sotto i 30 anni, in particolare le donne o i Neet (le persone che non lavorano e non studiano).
Artisti under 30 avranno l'opportunità di trascorrere periodi di residenza nel reparto di day-hospital della Uoc di Psichiatria del Policlinico, per intervistare medici e operatori e cogliere tutta la complessità di cosa significa prendersi cura della sofferenza psichica. Artisti, scrittori, poeti potranno così ideare le opere all'interno degli stessi spazi e realizzare laboratori creativi con i pazienti. La convinzione di fondo, supportata da studi scientifici preliminari (Health Evidence Network, synthesis report 67 – Who 2019), è potente e rivoluzionaria: la bellezza è curativa. L'obiettivo è dar vita a un processo di cura che nutre l'anima, concependolo secondo i principi dell'Arts in Health, e cioè dell'impiego di arte e cultura come strumenti di terapia integrata. Ogni fase di Art4Mind sarà monitorata e documentata per fini di ricerca scientifica, con l'obiettivo di sistematizzare il modello Art4Mind e renderlo replicabile. L'auspicio è di estendere questo nuovo approccio dall'Unità di Psichiatria del Gemelli a strutture ospedaliere in altri territori, in collaborazione con Enti e Istituzioni interessate.
Il team artistico organizzato da Unhate Foundation, che ha già iniziato ad affiancare l'equipe del Prof. Sani, è composto da professionalità diverse e multidisciplinari: il curatore di 21Art e del progetto Cesare Biasini Selvaggi; l'artista Alfredo Pirri, i giovani Giuseppe Matera e Mario Rossi, il 'Poeta della Serra', la designer Sara Bologna. "Progetti come Art4Mind incarnano perfettamente la missione della Fondazione Gemelli: mettere la persona al centro e promuovere percorsi di cura innovativi che uniscono scienza, cultura e solidarietà", sottolinea Daniele Franco, Presidente della Fondazione Policlinico Gemelli. "La collaborazione con Unhate Foundation è un esempio virtuoso di come mondi apparentemente distanti – quello della ricerca clinica e quello della creatività – possano convergere su un obiettivo comune: migliorare la qualità della vita dei pazienti e generare valore sociale. È un modello di partenariato che intendiamo sostenere e far crescere, perché crediamo che la salute passi anche attraverso la bellezza e la partecipazione".
"È per noi un onore e una grande sfida lavorare assieme alla Fondazione Policlinico Gemelli nello sviluppo di Art4mind", commenta Alessandro Benetton, Ideatore e Presidente di Unhate Foundation."Si tratta di un progetto che rappresenta perfettamente la nostra visione: trasformare le fratture in opportunità, percorrendo nuove strade e sperimentando metodi innovativi. In un momento storico in cui la salute mentale è ancora stigmatizzata, specialmente tra i giovani, con questa iniziativa intendiamo mettere in sinergia competenze di mondi diversi per far crescere un nuovo modello di cura e ricerca di frontiera e rispondere alla nostra missione di sanare le ferite sociali che alimentano il disagio, l'isolamento e, di conseguenza, anche l'odio". "Unhate Foundation, che abbiamo rilanciato meno di un anno fa, è già impegnata su diversi fronti, dal contrasto all'abbandono scolastico alla creazione di opportunità per la pratica dello sport nelle periferie. Passo dopo passo vogliamo portare il nostro metodo basato sulla discontinuità anche nel campo sociale, cercando alleanze e facendo cose concrete per affrontare problemi concreti”.
"Art4mind è una dimostrazione concreta di come l'innovazione nasca dall'incontro tra competenze diverse e visioni complementari,” afferma Daniele Piacentini, Direttore Generale della Fondazione Policlinico A. Gemelli Irccs. "Questo progetto rafforza il ruolo del Gemelli come laboratorio di ricerca e sperimentazione al servizio delle persone. Grazie al contributo di Unhate Foundation, potremo offrire anche nell'ambito della salute mentale percorsi che coniugano efficacia clinica, innovazione terapeutica e attenzione alla dimensione umana della cura. È un esempio di alleanza tra realtà no profit che guarda al futuro e che può diventare un modello replicabile sul territorio e sarà alla base del progetto del nuovo Spdc del Gemelli che prenderà forma a fine 2027".
“Art4mind rappresenta un esempio concreto di come la cura possa e debba andare oltre il confine della terapia farmacologica o psicologica tradizionale. L'integrazione tra arte, cultura e scienza permette di connettersi con la dimensione più profonda e umana del benessere mentale. Questo progetto, che unisce competenze cliniche e linguaggi espressivi artistici è una testimonianza del nostro impegno a innovare continuamente i modelli di cura, mettendo al centro la persona nella sua interezza e complessità. Nel Day Hospital psichiatrico, l'arte diventa una terza voce che parla tra medico e paziente, mediando, proteggendo e rivelando. È una forma di etica incarnata nella bellezza: la scienza si apre alla poesia, la terapia si fa esperienza condivisa” afferma Antonio Gasbarrini, Direttore Scientifico della Fondazione Policlinico A. Gemelli Irccs.
"La collaborazione con Unhate Foundation ci aiuta a realizzare un progetto che ritieniamo fondamentale: portare la bellezza al centro del momento terapeutico,” dichiara il Prof. Gabriele Sani, Direttore della Uoc di Psichiatria della Fondazione Policlinico A. Gemelli Irccs. "L'arte e i laboratori creativi offriranno ai pazienti uno spazio di espressione autentica, dove la parola si trasforma in gesto, immagine, colore. In questo contesto la relazione terapeutica si arricchisce di significati nuovi: il paziente non è il destinatario delle cure, ma assoluto protagonista di un processo di riscoperta di sé. L'arte consente di far emergere vissuti profondi, di elaborare emozioni difficili e di restituire speranza e senso a chi vive una condizione di fragilità. Il nostro obiettivo è validare scientificamente questo approccio, per farne un modello replicabile in altre realtà sanitarie".
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Petrone Group celebra 60 anni di attività
20 ottobre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - Nel 2025, Petrone Group celebra 60 anni di storia imprenditoriale, un traguardo importante che racconta un'evoluzione straordinaria: da una piccola farmacia nel cuore di Napoli a un ecosistema internazionale che opera nei servizi per la salute in oltre 30 mercati internazionali. Il core business del Gruppo è oggi la fornitura di prodotti innovativi, essenziali ma di difficile accesso, a chi ne ha bisogno in ogni parte del mondo. L'offerta comprende servizi per studi clinici, distribuzione farmaceutica, logistica integrata, produzione industriale e innovazione digitale.
Fondato nel 1965 da Carmine Petrone e Fernanda Petrone, il Gruppo ha saputo attraversare decenni di cambiamenti, mantenendo salde le proprie radici familiari e italiane, pur crescendo attraverso passaggi generazionali, managerializzazione e una visione strategica rivolta al futuro.
Negli anni '90 e 2000, con l'ingresso della seconda generazione, composta da Raffaele, Massimo e Pierluigi Petrone, rispettivamente presidente cda, senior vp business relation officer e ceo, il Gruppo si è trasformato in un player multi-business. Oggi conta oltre 40 società operative, una presenza diretta in 9 Paesi e circa 2.000 dipendenti. Dal 2019 la crescita internazionale si è ulteriormente intensificata, con l'ingresso negli Stati Uniti, in Germania, Portogallo, Francia e Regno Unito.
Attraverso le aziende parte del Gruppo - tra cui euromed pharma, pharmaidea, farmacie internazionali, 1000 farmacie, pierrel e health triage - si garantiscono accesso a farmaci e prodotti innovativi, anche di difficile reperibilità, supportando pazienti, farmacie e aziende del settore in tutto il mondo.
“Petrone Group è un'azienda unica per il suo modello di interconnessione e servizi. Non è una semplice società di servizi, ma una realtà che offre soluzioni complesse, integrando competenze e processi. Grazie alle diverse realtà del Gruppo, siamo in grado di occuparci dell'intero ciclo di vita del prodotto: dalla lavorazione alla distribuzione, fino al market access. Il nostro è un modello business che ha come riferimento la centralità del paziente, con una grande spinta verso il sociale, una forte presenza locale, sul territorio di Napoli, ma con un grande orientamento globale”, ha spiegato Raffaele Petrone, presidente del consiglio di amministrazione.
La visione del Gruppo per il futuro è chiara: diventare un polo mondiale di riferimento nei servizi per la salute, continuando a valorizzare il Sud Italia come hub farmaceutico e logistico strategico. I pilastri della crescita restano innovazione tecnologica, espansione internazionale, sostenibilità e valorizzazione del capitale umano.
“Siamo una realtà che ha fortissimi legami con il passato e con la sua storia, che dura da 60 anni ma che ha anche molto chiari gli obiettivi futuri e la proiezione della propria trasformazione. Questo anniversario è il momento di raccontare le nostre origini, ma è anche l'occasione per immaginare i prossimi 60 anni di storia di Petrone Group. Il nostro futuro è orientato verso una sempre maggiore internazionalizzazione che permetterà, grazie ad una più definita capillarità, di prevedere e intervenire per rendere la filiera più sostenibile, vicina ai pazienti e a sostegno di tutto il Sistema Salute”, ha spiegato Pierluigi Petrone, ceo di Petrone Group.
La società più recente fondata da Petrone Group è Euromed Pharma, un healthcare global service provider attivo nel settore farmaceutico, parafarmaceutico e sanitario. È il vero motore dello sviluppo di Petrone Group su scala internazionale, grazie ai numerosi e diversi servizi offerti alle aziende partner, in tutto il mondo, tra cui quelli per i clinical trials, la fornitura di farmaci non registrati o carenti, la distribuzione specialistica ospedaliera e il supporto logistico.
“La nostra identità si fonda sulla capacità di ascolto, familiarità e coesione, mantenendo il legame tra vecchia e nuova generazione.L'approccio tailor-made, cioè offrire diversi prodotti e attività su misura del cliente, è quello che veramente ci contraddistingue. La capacità di interpretare il cambiamento, i bisogni dei pazienti, dei clienti e del mercato ci dà l'opportunità di sviluppare una collaborazione vincente con i diversi attori del Sistema Salute, dai clienti ai fornitori in tutto il mondo”, ha dichiarato Massimo Petrone, Senior vp, business relation officer di Petrone Group.
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Manovra, Uap: "Bene norma per servizi in farmacia regolamentati come in altre strutture"
20 ottobre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - "Finalmente troviamo una disposizione a tutela della salute dei cittadini". Nella Manovra, infatti, si "subordina l'erogazione di servizi diagnostici nelle farmacie al rispetto dei criteri previsti per tutte le altre strutture sanitarie dal decreto legislativo n. 502/1992 per il rilascio dell'autorizzazione e dell'accreditamento al Servizio sanitario nazionale". Così Mariastella Giorlandino, presidente dell'Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata (Uap), che accoglie "con favore le disposizioni - apprese dalla stampa - contenute nell'articolo 67 del disegno di legge di Bilancio 2026, dedicato alla 'farmacia dei servizi'".
La norma prevede, inoltre, che "la remunerazione dei servizi sarà definita in sede di accordi regionali, nei limiti delle risorse vincolate e sotto la vigilanza del ministero della Salute, che riceverà annualmente i dati sull'utilizzo dei fondi e sui volumi di attività", aggiunge Giorlandino. Si tratta di "un intervento pienamente coerente con la posizione sempre sostenuta da Uap, secondo cui la 'farmacia dei servizi' non può costituire una scorciatoia normativa, ma deve operare nel rispetto delle regole comuni in materia di sicurezza, qualità e accreditamento, a tutela dei cittadini e della legalità del sistema sanitario".
Uap quindi "esprime soddisfazione per la scelta del Governo, che con un atto equilibrato e responsabile riconduce il ruolo delle farmacie nel perimetro ordinario del Servizio sanitario nazionale, valorizzandone la funzione di prossimità senza pregiudicare la sicurezza clinica e i principi di equità tra strutture pubbliche e private. L'Unione auspica che l'articolo venga approvato nella sua attuale formulazione e rinnova la propria piena disponibilità al dialogo istituzionale e alla collaborazione con Governo, Regioni e Ordini professionali, per costruire insieme un modello di sanità territoriale efficace, sostenibile e rispettoso delle regole".
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Auto travolge e uccide 37enne in bici nel Piacentino, arrestato conducente
20 ottobre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - Un ciclista 37enne è morto sul colpo in un incidente stradale, avvenuto ieri sera intorno alle 23.30 sulla strada provinciale Mottaziana che porta a Borgonovo Val Tidone, nei pressi di Cascina Colombarola nel Piacentino. Un 47enne alla guida di un'auto ha investito in pieno il ciclista per cause in corso di accertamento. Nonostante i tentativi di rianimazione del personale del 118, per la vittima, originaria dell'India, non c'è stato nulla da fare.
Insieme ai sanitari sono intervenuti sul luogo anche i carabinieri di Borgonovo Val Tidone e di Sarmato. Le prime ricostruzioni hanno evidenziato l'alterazione dell'uomo alla guida, che ha rifiutato l'etilometro. Sono stati fatti effettuare accertamenti urgenti con prelievo ematico all'ospedale di Piacenza. L'automobilista è stato arrestato e messo ai domiciliari per omicidio stradale, in attesa della convalida da parte dell'autorità giudiziaria. I mezzi coinvolti nell'incidente sono stati sequestrati e saranno sottoposti a ulteriori verifiche.
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