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Regionali in Toscana, urne aperte: si vota fino alle 15
13 ottobre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - Urne aperte fino alle 15 di oggi lunedì 13 ottobre in Toscana per le elezioni regionali 2025. Lo scrutinio si svolgerà immediatamente dopo, nel corso del pomeriggio, mentre l'eventuale turno di ballottaggio è previsto per domenica 26 ottobre e lunedì 27 ottobre.
Nella giornata di ieri, in cui si è votato dalle 7 alle 23, l'affluenza è risultata in calo. A fine giornata aveva votato il 35,7%, contro il 45,89% del 2020. Sono circa 3 milioni - per l'esattezza 3.007.106 - i toscani chiamati alle urne per eleggere il presidente della Toscana e i 40 consiglieri della Regione. I diciottenni al voto sono circa 17 mila. 3.922 le sezioni in tutta la regione, tra cui 29 ospedaliere.
A contendersi la carica di governatore della Toscana tre candidati. Il presidente della Regione uscente, candidato del campo largo di centrosinistra, Eugenio Giani, per il centrodestra il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi e Antonella Bundu con il sostegno di Toscana Rossa, la lista che mette insieme Rifondazione comunista, Potere al Popolo e Possibile. Se nessuno raggiungerà almeno il 40 per cento dei voti si andrà tra due settimane al ballottaggio: un'eventualità che nessuna delle legge elettorali delle altre Regioni contempla.
Ai seggi occorre presentarsi con un documento di identità e la tessera elettorale. Se smarrita, un duplicato può essere richiesto in Comune. Gli uffici elettorali saranno per questo aperti anche oggi.
I toscani che vivono all'estero (o anche in un'altra regione) dovranno tornare a casa se vorranno votare. Sono previsti rimborsi per il viaggio: fino a 103 euro per chi arriva da un Paese europeo, 206 per chi si muove da un altro continente, autostrade gratuite ed agevolazioi su treni, aerei e traghetti.
Tra le province con più elettori c'è in testa quella fiorentina (781 mila), seguita da Lucca (quasi 356 mila, ma un settimo vive all'estero), Pisa (341 mila), Livorno (287 mila), Arezzo (quasi 274 mila) e Pistoia (quasi 247 mila). Le province con meno elettori sono Siena (208 mila), Prato (182 mila), Grosseto (177 mila) e Massa-Carrara (quasi 171 mila).
Firenze, tra i 273 comuni toscani, è quello con il maggior numero di iscritti nelle liste elettorali (288 mila). Sul podio, uniche altre città con più di centomila elettori, ci sono anche Livorno (137 mila) e Prato (132 mila).
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Hamas libera i primi 7 ostaggi, Trump atterrato in Israele - La diretta
13 ottobre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - Hamas ha rilasciato i primi 7 ostaggi poco dopo le 7 di oggi lunedì 13 ottobre. L'annuncio è stato accolto da un boato nella piazza degli Ostaggi a Tel Aviv dove una folla segue in diretta il rilascio dei rapiti. I primi sette rilasciati - inizialmente era stato riferito che ne sarebbero stati liberati sei - sono: Gali e Ziv Berman, Matan Angrest, Alon Ohel, Omri Miran, Eitan Mor e Guy Gilboa-Dallal.
Hamas aveva pubblicato la lista dei 20 ostaggi ancora in vita. I restanti 13 israeliani saranno consegnati alla Croce rossa a breve nel sud della Striscia di Gaza, ha fatto sapere una fonte del movimento di resistenza islamico ad al Jazeera, secondo quanto riferisce Ynet. Intanto il presidente americano Donald Trump è atterrato in Israele. "La guerra è finita - ha detto ieri - Cessate il fuoco reggerà".
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Hamas ha rilasciato i primi 7 ostaggi, consegnati alla Croce rossa
13 ottobre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - Hamas ha rilasciato i primi 7 ostaggi, consegnandoli alla Croce rossa, poco dopo le 7 di oggi lunedì 13 ottobre. Lo riportano i media israeliani. L'annuncio è stato accolto da un boato nella piazza degli Ostaggi a Tel Aviv dove una folla sta seguendo in diretta il rilascio dei rapiti.
I primi sette rilasciati - inizialmente era stato riferito che ne sarebbero stati liberati sei - sono: Gali e Ziv Berman, Matan Angrest, Alon Ohel, Omri Miran, Eitan Mor e Guy Gilboa-Dallal.
Hamas aveva pubblicato la lista dei 20 ostaggi ancora in vita. I restanti 13 israeliani saranno consegnati alla Croce rossa alle 9 ora italiana nel sud della Striscia di Gaza, ha fatto sapere una fonte del movimento di resistenza islamico ad al Jazeera, secondo quanto riferisce Ynet.
Seguirà poi la liberazione dei prigionieri palestinesi.
"E' una mattina di grande speranza e di grande preghiera. Una mattina in cui aspettiamo e vogliamo vedere tutti a casa", ha detto il presidente israeliano Isaac Herzog.
Il presidente Usa Donald Trump è volato in Israele per incontrare i rapiti. La guerra a Gaza è “finita” ha dichiarato a bordo dell'Air Force One, e si è detto fiducioso che l'accordo di cessate il fuoco reggerà. Le sue dichiarazioni sono arrivate poche ore dopo che il primo ministro Benjamin Netanyahu aveva dichiarato che la campagna militare di Israele non era ancora terminata e aveva avvertito di “gravi sfide alla sicurezza” non meglio specificate che Israele avrebbe dovuto affrontare nel prossimo futuro.
Nel pomeriggio di oggi a Sharm-el-Sheikh si terrà il vertice presieduto da Trump e Abdel Fatah al-Sisi dedicato alla pace a Gaza e più in generale in Medio Oriente. Vi prenderanno parte i leader di una ventina di Paesi, fra cui Emmanuel Macron, Keier Starmer, il Cancelliere tedesco Friedrich Merz, Recep Tayyip Erdogan che nelle ultime settimane ha intensificato i suoi sforzi di mediazione, Antonio Guterres, la premier Giorgia Meloni e Pedro Sanchez. Non ci saranno rappresentanti di Israele e di Hamas. L'obiettivo del vertice è "porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, rafforzare l'impegno per arrivare alla pace e alla stabilità in Medio Oriente, e aprire una nuove era nella sicurezza e stabilità della regione".
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Premier Meloni oggi in Egitto, l’impegno dell’Italia per il futuro di Gaza
13 ottobre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - Grandi cartelloni con il volto di al-Sisi, ingialliti dal tempo e dalla salsedine, costeggiano la strada che dall'aeroporto di Sharm el-Sheikh conduce ai resort affacciati sulla costa. Nella città egiziana, incastonata all'estremità meridionale della penisola del Sinai e bagnata dal Mar Rosso, sono moltissimi i turisti - soprattutto italiani, ma anche numerosi russi - che cercano di prolungare l'estate e di sfuggire ai primi freddi dell'autunno.
Oggi, in questo scenario sospeso tra vacanza e diplomazia, i leader di mezzo mondo tenteranno di scrivere un nuovo capitolo della storia di una delle regioni più tormentate del pianeta: la firma storica dell'accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas, al termine di trattative condotte proprio in Egitto, all'interno di un International Conference Center blindato e sorvegliato da un imponente apparato di sicurezza. Sharm el-Sheikh è del resto un luogo simbolico: proprio qui, nel 1996, si tenne la storica conferenza internazionale contro il terrorismo, organizzata in risposta a una serie di attentati che avevano colpito Israele.
Il vertice, dedicato alla pace a Gaza e più in generale al Medio Oriente, sarà presieduto da Donald Trump e da Abdel Fattah al-Sisi. Parteciperanno i leader di una ventina di Paesi, tra cui Emmanuel Macron, Friedrich Merz, Keir Starmer, Recep Tayyip Erdogan - uno dei protagonisti della mediazione insieme al Qatar e allo stesso Egitto -, Pedro Sánchez e il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres. Assenti i rappresentanti di Israele e di Hamas, come scrive oggi il Times of Israel. "Nessun funzionario israeliano parteciperà", ha confermato all'Afp Shosh Bedrosian, portavoce del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Per l'Italia sarà presente la premier Giorgia Meloni, attesa in Egitto per rilanciare il possibile ruolo del governo italiano nel futuro assetto post-bellico di Gaza. Un tema che comincerà a essere discusso proprio nel corso del vertice, il cui obiettivo dichiarato è "porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, rafforzare l'impegno per la pace e la stabilità in Medio Oriente e aprire una nuova era di sicurezza e cooperazione nella regione". Meloni, fanno sapere fonti italiane, rimane "in stretto contatto con Washington e gli altri attori internazionali coinvolti" per definire il contributo italiano allo sforzo collettivo per la realizzazione del piano di pace per la stabilizzazione, la ricostruzione e lo sviluppo della Striscia di Gaza e "per la ripresa di un processo politico che conduca ad un quadro di pace, sicurezza e stabilità in Medio Oriente". Il 14 ottobre è poi atteso a Roma Re Abdullah di Giordania che incontrerà la presidente del Consiglio e insieme ospiteranno il 15 ottobre una riunione del Processo di Aqaba, iniziativa per il contrasto al terrorismo e all'estremismo, che in questa occasione si concentrerà sulla situazione in Africa occidentale.
L'impegno dell'Italia per il futuro di Gaza si articolerà su due fronti: quello umanitario e, se necessario, anche quello militare. Lo ha rimarcato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in un'intervista ad Avvenire: "Per il territorio di Gaza serve assolutamente una forza internazionale. Se ci saranno le condizioni potremmo contribuire anche con forze militari: ci sono i carabinieri già a Gerico e presto torneranno al valico di Rafah nell'ambito della missione Eubam", ha dichiarato il titolare della Farnesina. Resta sullo sfondo l'iporesi di inviare sul terreno sminatori italiani per la bonifica dell'area, un'idea che fonti governative considerano "futuribile" ma al momento "prematura".
Sono due, in particolare, i progetti su cui l'Italia sta concentrando i propri sforzi. Il primo riguarda la pianificazione della ricostruzione di Gaza. Presentato nell'ottobre 2024 al premier palestinese Mohammad Mustafa e poi rilanciato da Tajani alla Conferenza Umanitaria Palestina, tenutasi a Pescara durante la Ministeriale Sviluppo del G7, il progetto vede come partner l'Undp, l'Università Iuav di Venezia e il Ministero della Pianificazione e Cooperazione Internazionale dell'Autorità Palestinese. Attivo già dall'inizio del 2025, il programma ha portato in missione per tre mesi due esperti Iuav in Palestina, dove è stato completato un primo studio sull'ubicazione dei centri per la ricostruzione. È in fase di conclusione la selezione di un team di undici esperti internazionali, scelti insieme alle Nazioni Unite, che lavoreranno stabilmente presso il Ministero palestinese. L'Italia, sottolineano fonti vicine al dossier, è quindi "già pienamente inserita nel meccanismo della ricostruzione".
Il secondo progetto riguarda invece l'assistenza sanitaria ai bambini palestinesi malati, attualmente in fase di realizzazione. Tra i partner figurano l'Ospedale Bambino Gesù di Roma e gli ospedali italiani di Amman e Karak in Giordania. Il Bambino Gesù sta valutando le strutture messe a disposizione dai due ospedali per accogliere i piccoli pazienti palestinesi e invierà a rotazione propri team medici per eseguire interventi chirurgici e seguire la degenza. Una prima missione si è già svolta ad Amman e una missione preparatoria partirà per Karak la prossima settimana. L'obiettivo è riuscire a curare decine di bambini ogni mese, evitando di doverli trasferire fino in Italia. Martedì partirà per la regione il vicedirettore della Cooperazione allo Sviluppo della Farnesina, Carlo Batori, per supervisionare il progetto. È inoltre in corso un'ulteriore collaborazione con l'ospedale italiano del Cairo, destinata a fornire un secondo livello di assistenza sanitaria alla popolazione di Gaza.
I riflettori di domani saranno puntati soprattutto su Trump, deciso a incassare quello che anche da ambienti a lui ostili viene considerato un successo diplomatico. Prima di recarsi a Sharm el-Sheikh, l'inquilino della Casa Bianca farà una breve tappa in Israele - la prima visita dal suo ritorno alla presidenza Usa - dove parlerà alla plenaria della Knesset. Il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, ha confermato che Trump si recherà in Medio Oriente già oggi per incontrare gli ostaggi israeliani che saranno rilasciati nella prima fase dell'accordo di pace tra Israele e Hamas. Il rilascio degli ostaggi è atteso nelle prossime ore.
Secondo il programma preliminare reso noto dai media egiziani, il vertice di Sharm el-Sheikh prenderà il via con un incontro tra il presidente al-Sisi e il presidente Trump, seguito da una sessione plenaria con i leader e i capi di stato partecipanti. A seguire, dopo la tradizionale foto di gruppo, al-Sisi e Trump rilasceranno dichiarazioni per illustrare gli obiettivi del vertice e i prossimi passi necessari per garantire la pace e agevolare le operazioni umanitarie a Gaza. Il calendario prevede inoltre una serie di incontri bilaterali tra i vari leader e le delegazioni, mentre alcuni punti dell'agenda sono ancora in corso di definizione. Intanto fonti palestinesi riferiscono che il valico di Rafah, che collega la Striscia di Gaza all'Egitto, sarà riaperto al transito dei civili martedì: le stesse fonti precisano che il controllo del lato gazawi del confine sarà affidato all'Autorità nazionale palestinese, affiancata da una missione Ue. (dall'inviato Antonio Atte)
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Gaza, ore decisive per rilascio ostaggi. Trump: "Guerra è finita". Netanyahu: "Inizia nuovo cammino"
13 ottobre, di [email protected] (Web Info)(Adnkronos) - Ore decisive per il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas. Le Forze di difesa israeliane hanno dichiarato di non sapere con precisione quando l'organizzazione libererà i 20 ostaggi vivi che detiene nel corso della giornata di oggi lunedì 13 ottobre, ma prevede che il rilascio avvenga in mattinata secondo quanto riporta il Times of Israel.
Si prevede che il rilascio degli ostaggi vivi avvenga da più località a Gaza, ricorda la testata. "Saranno consegnati ai rappresentanti della Croce Rossa da Hamas, senza una cerimonia di rilascio, e verranno poi portati alle truppe delle Idf in attesa all'interno di Gaza. Gli ostaggi verranno quindi scortati fuori da Gaza alla base militare di Re'im vicino al confine per un controllo iniziale della salute fisica e mentale. Si prevede che alcuni familiari degli ostaggi aspetteranno presso la struttura di Re'im i loro cari".
Hamas potrebbe anche liberare gli ostaggi vivi in due gruppi, il primo alle 8 e il secondo alle 9 (ora locale), secondo quanto riferito da Channel 12, affermando che funzionari israeliani e di Gaza sono stati aggiornati con queste informazioni e che i rilasci potrebbero avvenire prima. Stando a indiscrezioni precedenti, le procedure potrebbero iniziare tra le 4 e le 6 del mattino.
Hamas dovrebbe anche iniziare a restituire oggi i resti degli ostaggi morti, anche se le Idf non conoscono il numero di salme che Hamas consegnerà inizialmente. La milizia palestinese ha detto ai mediatori di non sapere dove si trovano alcuni dei corpi degli ostaggi uccisi, il che potrebbe ritardare la restituzione dei corpi. L'esercito prevede che i corpi degli uccisi vengano restituiti nell'arco di diversi giorni alle truppe presenti a Gaza, dove si terrà una piccola cerimonia, guidata da un rabbino militare, in loro memoria.
"Il cessate il fuoco reggerà. La guerra è finita”, ha affermato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump parlando con i giornalisti prima di salire sull'Air Force One che lo porta in Medio Oriente. "Ieri 500.000 persone hanno partecipato a una manifestazione in Israele e hanno applaudito a questo accordo. C'è sostegno anche nel mondo arabo", ha detto ancora il tycoon. "E' qualcosa che non è mai successo in precedenza", ha aggiunto.
Israele, grazie alla sua unità, ha ottenuto "vittorie spettacolari" nel corso degli ultimi due anni di guerra, ma la lotta "non è ancora finita", ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu in un videomessaggio alla nazione, alla vigilia della liberazione degli ostaggi. È "una serata emozionante, una serata di gioia, perché i nostri figli torneranno ai nostri confini", ha detto il premier, citando un versetto biblico e pronosticando "l'inizio di un nuovo cammino, un percorso di costruzione, di guarigione e, spero, di unione di cuori".
Netanyahu ha iniziato il suo discorso affermando che il rilascio degli ostaggi è un "evento storico che alcune persone non credevano sarebbe accaduto". "So che ci sono molti dibattiti tra noi, ma in questo giorno, e spero anche nel periodo che sta per arrivare, abbiamo tutte le ragioni per metterli da parte, perché con la forza congiunta, abbiamo ottenuto vittorie spettacolari, vittorie che hanno stupito il mondo intero", ha proseguito, sottolineando che ovunque Israele ha combattuto, ha vinto.
"Ma allo stesso tempo devo dirvi, la lotta non è finita", ha continuato il premier israeliano, parlando di "grandi sfide per la sicurezza davanti a noi" e avvertendo che "alcuni dei nostri nemici stanno cercando di riprendersi per attaccarci di nuovo". "Siamo al comando della situazione", ha affermato, sostenendo che gli israeliani, lavorando insieme, potranno "superare le sfide e cogliere le opportunità". Dopodiché ha ricordato le promesse fatte alle famiglie degli ostaggi e ringraziato sia i soldati delle Forze di difesa israeliane e le famiglie dei caduti, sia i cittadini del Paese che "hanno tenuto duro giorno dopo giorno".
Intanto si terrà nel pomeriggio di oggi a Sharm-el-Sheikh un vertice presieduto da Donald Trump e Abdel Fatah al-Sisi dedicato alla pace a Gaza e più in generale in Medio Oriente. Vi prenderanno parte i leader di una ventina di Paesi, fra cui Emmanuel Macron, Keier Starmer, il Cancelliere tedesco Friedrich Merz, Recep Tayyip Erdogan che nelle ultime settimane ha intensificato i suoi sforzi di mediazione, Antonio Guterres, la premier Giorgia Meloni e Pedro Sanchez. Non ci saranno rappresentanti di Israele e di Hamas, ha scritto oggi il Times of Israel. L'obiettivo del vertice è "porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, rafforzare l'impegno per arrivare alla pace e alla stabilità in Medio Oriente, e aprire una nuove era nella sicurezza e stabilità della regione".
"Nessun funzionario israeliano parteciperà", ha confermato all'Afp Shosh Bedrosian, portavoce di Netanyahu. Ci sarà il presidente dell'Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, ha reso noto il canale qatariota Al-Araby, ripreso dal Times of Israel.
Teheran ha confermato di aver ricevuto un invito ufficiale dal Cairo per partecipare al vertice su Gaza che si svolgerà domani a Sharm El-Sheikh, hanno riferito i media statali, senza indicare se un rappresentante delle istituzioni iraniane parteciperà all'evento. Durante una riunione di gabinetto, il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha informato il governo sull'invito dell'Egitto al presidente Masoud Pezeshkian, "il successivo rifiuto dell'Iran e un successivo invito esteso al ministro degli esteri", ha riferito l'agenzia di stampa statale Irna, senza rivelare se Araghchi parteciperà.
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