Gold is Money

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di Andrea Cecchi

Il paradosso del debito, spiegato

Andrea Cecchi

16 febbraio 2023

 Il paradosso del debito, spiegato

Per ogni nuovo dollaro che viene creato, diluisce il valore dei dollari immessi precedentemente. È l’attuale sistema bancario, bellezza.

Dal 1960 il tetto del debito, il cosiddetto debt ceiling, è stato alzato per 78 volte da parte del Congresso americano. Tutte le volte in cui la discussione ha avuto luogo, la soluzione è sempre stata la stessa: alzare. La decisione viene preceduta da una consultazione accompagnata da un senso di ineluttabile disastro, ma non è mai una sorpresa per nessuno. Però la discussione preparatoria è sempre necessaria per dare quel senso che ci possa essere una scelta. Come se si potesse, in qualche modo, miracolosamente evitare di alzare il tetto del debito in un sistema economico basato proprio sul debito. Dove ogni unità monetaria è di fatto un’unità di debito aggiuntiva creata per ripagare il debito precedente, perpetuamente.

Per seguire questa faccenda, basta leggere direttamente sul sito dell’US Department Of Treasury, ovvero del ministero del Tesoro degli Usa, la lettera di raccomandazione da parte dell’attuale segretario al Tesoro, Janet Yellen, al Congresso a procedere all’innalzamento del tetto del debito. Ecco alcune delle testuali parole:

"Il limite di indebitamento non autorizza nuovi impegni di spesa. Permette semplicemente al governo di finanziare gli obblighi legali esistenti che il Congresso e i presidenti di entrambi i partiti hanno assunto in passato.

Il mancato aumento del limite del debito avrebbe conseguenze economiche catastrofiche. Indurrebbe il governo a non adempiere ai suoi obblighi legali, un evento senza precedenti nella storia americana. Ciò farebbe precipitare un’altra crisi finanziaria e minaccerebbe i posti di lavoro e i risparmi degli americani comuni, riportando gli Stati Uniti in un profondo buco economico, proprio mentre il paese si sta riprendendo dalla recente recessione.

Il Congresso ha sempre agito quando è stato chiamato ad alzare il limite del debito. Dal 1960, il Congresso ha agito 78 volte separate per aumentare in modo permanente, estendere temporaneamente o rivedere la definizione del limite del debito: 49 volte sotto i presidenti repubblicani e 29 volte sotto i presidenti democratici. I leader del Congresso di entrambi i partiti hanno riconosciuto che ciò è necessario".

Janet Yellen, che ricopre adesso la carica politica di ministro del Tesoro, è stata la persona che, prima dell’attuale chairman Jerome Powell, ha avuto la carica di presidente della banca centrale statunitense, ovvero la Federal Reserve, l’istituto di emissione americano responsabile di tutte le decisioni riguardanti la politica monetaria, che emette dollari in situazione di monopolio. Quindi, la stessa persona responsabile della politica monetaria dell’istituto di emissione da essa stessa presieduto invoca, con la casacca non più di banchiera ma di politica, nuove misure straordinarie per far fronte a una catastrofe economica - queste le sue testuali parole - che si è protratta anche sotto la sua direzione alla Federal Reserve. La soluzione: procrastinare ancora utilizzando la stessa cura che ha causato il male, ovvero l’eccesso di debito. Il tetto del debito si può solo alzare. Questo meccanismo non può essere interrotto neanche per un millisecondo. Ce lo dice la signora Yellen, le conseguenze sarebbero una catastrofe economica e finanziaria. Un profondo buco economico.

Per quale motivo ci dovrebbe interessare questa cosa?
Per il semplice fatto che le scelte di politica monetaria riguardanti il dollaro americano sono direttamente collegate a tutto il mondo economico. Infatti, l’intero paradigma economico globale è espresso in dollari Usa. I dollari sono dappertutto. Non possono essere ignorati. Dopo gli accordi di Bretton Woods del 1944, tutti gli scambi commerciali globali sono espressi in dollari Usa. Una realtà che sussiste tutt’ora. La quasi totalità di questi scambi globali è espressa in dollari americani. Il dollaro è la valuta più importante in quanto:

  • è la valuta di riserva globale;
  • è la valuta degli scambi commerciali;
  • è la valuta con cui si compra petrolio ed energia;
  • è la valuta di Wall Street, delle borse e del mercato del debito.

Dopo quasi 80 anni di dollarizzazione del mondo, questi dollari si sono infilati in tutti i capillari della linfa economica globale. In tutti i tipi di asset. Nei fondi pensione e nella oscura galassia dei derivati e del sistema bancario ombra, muovendosi fuori dal radar del controllo delle autorità di vigilanza. Una minaccia che cresce senza misura, proprio nell’ombra, come ci spiega il Fondo Monetario Internazionale.

Preso atto di questo, è innegabile dire che l’umanità intera vive in funzione del dollaro Usa.

Per mantenere saldo il controllo è quindi necessario che ci sia sempre la necessità di avere bisogno e di desiderare questi dollari. Ma la natura debitoria di questa valuta fa sì che se ne debba stampare quotidianamente a miliardi per compensare la parte mancante che è costituita dagli interessi e per ripagare il debito precedente.

Questa continua stampa di nuovi dollari, che vengono immessi nel sistema, è una cosa veramente preoccupante soprattutto per chi spera che il potere di acquisto dei suoi risparmi possa continuare a conservarsi. Ogni nuovo dollaro che viene creato diluisce il valore dei dollari creati precedentemente. Senza più vincoli di parità aurea e nessun altro tipo di vincolo, gli Stati Uniti d’America continuano a creare dollari in maniera esponenziale. Questa creazione valutaria smodata è la più grande minaccia di catastrofe che incombe sul mondo intero.

Ma non è soltanto Janet Yellen a lanciare l’allarme. Sono ormai tantissime le voci illustri che si uniscono al coro della preoccupazione. Anche la Banca Mondiale ci mette in guardia del rischio di una recessione globale. Per questo è importante capire cosa sono i soldi e le dinamiche del loro controllo. Farlo è necessario perché i soldi sono l’espressione che misura il valore delle merci, dei servizi e dei commerci.

Affinché lo scambio si perfezioni, occorre che le parti siano d’accordo che quella misura rappresentata dal denaro sia adeguata all’entità della transazione. La base è quindi la fiducia. Il denaro è anche la misura di ciò che chiamiamo risparmio.

Essendo il denaro un’unità di debito, il suo valore risiede nella capacità del debitore di onorare il suo impegno.
Attualmente, il debito, ovvero il denaro, è pagato con «un assegno» tratto su un conto che ha saldo negativo pari a trilioni di quelle unità di conto che sono gli stessi numeretti che vediamo sugli estratti conto e sugli applicativi che gestiscono i nostri risparmi di una vita.

Dare fiducia a bit di debito è un atto di fede e di coraggio. Un atto di buon senso è invece sbarazzarsi di carta cambiaria tratta su insolvenza e procurarsi il valore, non la promessa. Il valore è loro. Che paga subito. La carta invece è un pagherò. È questione di fiducia.

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