Arcana impèrii

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di Stefano Masa

Corsa al Colle: la segreta ambizione di Berlusconi è non essere eletto

Stefano Masa

20 gennaio 2022

Corsa al Colle: la segreta ambizione di Berlusconi è non essere eletto

Berlusconi si è fatto avanti nella corsa al Quirinale, e se il vero obiettivo non fosse l’elezione quanto piuttosto ottenere qualcosa in cambio per non essere eletto?

Tutta la guerra si fonda sull’inganno e il mostrarsi debole quando si è invece forti, questi sono alcuni tra i principali elementi che si possono apprezzare nella perentoria e sempre attuale “Arte della guerra” di Sun Tzu. E di vera e propria guerra si può parlare in questi giorni che stanno cadenzando la tanto attesa elezione del Presidente della Repubblica. Di fatto, l’inizio di questa settimana, si è caratterizzato per la diffusione dei contenuti della missiva a firma di Denis Verdini; quest’ultimo, agli arresti domiciliari, ha voluto indirizzare una sua accorata comunicazione ai suoi amici (definiti «vecchietti arzilli come quelli di Cocoon») di una vita Marcello dell’Utri e Fedele Confalonieri.

Tralasciando le molteplici considerazioni, quella che possiamo ritenere più significativa (in ottica di elezione del nuovo Presidente), è riconducibile alla sintetica “conta” della potenziale dote in capo all’intera coalizione di Centrodestra: il traguardo dei 505 voti - in sede di quarto scrutinio - appare abbordabile e a portata di mano.

Dai numeri riportati, lo scarto presente si concretizza attraverso una cinquantina di voti da recuperare che, come ha già insegnato la politica italiana, potrebbe essere poca cosa al fine del risultato massimo ovvero l’elezione di Silvio Berlusconi a capo dello Stato. Ora, questa evidenza esternata ai quattro venti dallo stesso Verdini, sembra poter rappresentare un monito, un messaggio, indirizzato all’intero “Sistema politica” ovvero: attenzione a voi tutti che, nonostante le vostre perplessità e argomentazioni, l’ex premier può farcela. Se così fosse, è indubbio ipotizzare come, nelle ore successive alla diffusione della missiva verdiniana, lo stato d’animo degli attori politici, abbia subito un vero sussulto: anche ai più duri e puri anti-berlusconiani il timore di questa reale (e non più apparente) verità ha certamente destato preoccupazione. Nessuno potrà negarlo.

Preso atto di questo status è pertanto doveroso chiedersi quale sia il motivo di tale mossa tattica. Presto detto: avere in cambio qualcosa per scongiurare il “rischio elezione” del’ex-premier Berlusconi. Si tratta del più classico do ut des in ambito politico sulla falsa riga di una semplicistica negoziazione che base il proprio pensiero su un ancor più “banale” ragionamento ossia: come sapete (e avete visto) la vittoria è alla mia portata ma, se non volete che ciò accada, allora assicuratemi qualcos’altro in cambio. Giunti a questo punto, se l’intero scenario fosse corretto, quale potrebbe essere la contropartita oggetto di offerta? Evidente: garantire la più totale tranquillità (soprattutto in sede giudiziaria) per i prossimi anni all’ex-premier Berlusconi.

Quanto oggi esposto potrebbe apparire troppo complesso, fantasioso, irrealizzabile e quindi ogni considerazione e obiezione a tali nostre argomentazioni è bene accolta: nessuna esclusa. Allo stesso tempo, però, è bene riportare all’attenzione dei lettori un primo passo decisamente concreto e coerente all’intero scenario palesato: a causa dell’elezione del Quirinale e dell’attuale pandemia in essere - l’udienza in agenda (26 gennaio) per il filone Ruby ter - è stata rinviata al prossimo 16 febbraio.

Nonostante gli ormai prossimi esiti presidenziali - il Cavaliere - avrà comunque vinto la sua partita.

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