Benzina, stangata a maggio? L’Opec+ taglia la produzione di petrolio, prezzi verso l’impennata

Alessandro Cipolla

3 Aprile 2023 - 08:27

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I Paesi dell’Opec+ hanno annunciato da maggio e per tutto il 2023 il taglio di 1 milione di barili di petrolio al giorno: il prezzo della benzina a breve rischia di impennarsi.

A maggio il prezzo della benzina potrebbe tornare a salire, con gli italiani che dall’inizio dell’anno non possono più contare sugli sconti che sono stati eliminati nell’ultima legge di Bilancio dal governo Meloni visto l’alto costo per le casse dello Stato, circa 700 milioni al mese.

Con un autentico colpo di scena i membri dell’Opec+ hanno annunciato che da maggio ci sarà un taglio della produzione di petrolio pari a 1 milione di barili al giorno, con la sforbiciata che durerà per tutto il 2023.

Una decisione questa che con ogni probabilità andrà a comportare una impennata del costo della benzina, che al momento da noi si aggira sugli 1,85 euro al litro mentre la diesel è sugli 1,80 euro al litro.

Entrando nel dettaglio della mossa dell’Opec+, l’Arabia Saudita taglierà la propria produzione giornaliera di petrolio di mezzo milione di barili, gli Emirati Arabi Uniti di 144.000 e il Kuwait di 128.000 barili; una stretta questa che è stata condivisa anche da Oman, Kazakistan, Iraq e Algeria.

In contemporanea la Russia, che in precedenza ha comunicato che avrebbe tagliato la produzione di petrolio di 500.000 barili al giorno da marzo a giugno, ha fatto sapere come la diminuzione andrà avanti fino alla fine dell’anno.

Per il prezzo della benzina di conseguenza questo 2023 potrebbe essere una sorta di annus horribilis.

Meno produzione di petrolio, il prezzo della benzina può salire

Una delle regole basilari quando si parla di benzina è che, meno barili di petrolio vengono sfornati ogni giorno, più il prezzo può salire; in quest’ottica è logico che la decisione presa dai Paesi dell’Opec+ sia destinata ad avere delle conseguenze.

La decisione - riporta l’Agenzia Nova - è stata annunciata alla vigilia di una riunione da remoto di Opec+ tesa a monitorare gli ultimi sviluppi a seguito della decisione dell’ottobre 2022 di tagliare la produzione di petrolio di 2 milioni di barili al giorno”.

Per Il Fatto Quotidiano la mossa dell’Opec+ ha lo scopo di ridurre l’offerta per sostenere le quotazioni del petrolio, scambiato ora a 82 dollari al barile (brent) ossia sui valori più bassi da circa 15 mesi”.

Gli italiani così a breve potrebbero tornare di nuovo a fare i conti con il caro-benzina, con i prezzi che già in questo momento sono elevati dopo la fine degli sconti sui carburanti.

L’esecutivo però ha promesso che, qualora i prezzi della benzina dovessero sfondare il tetto dei 2 euro al litro, gli sconti potrebbero tornare in vigore per evitare una autentica ulteriore stangata agli italiani.

In questo scenario la decisione presa dai Paesi dell’Opec+ potrebbe complicare ulteriormente le cose, con il prezzo della benzina che a breve appare essere destinato a impennarsi ulteriormente proprio nel momento in cui, sull’altro fronte caldo delle bollette, sembrerebbero esserci buone notizie per i cittadini ormai da anni tartassati prima dai riflessi del Covid e poi della guerra.

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