SOS Rendimenti

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di Lorenzo Raffo

Un PAC sui Btp? È arrivato il momento giusto per attivarlo

Lorenzo Raffo

31 gennaio 2022

Un PAC sui Btp? È arrivato il momento giusto per attivarlo

I nostri titoli di Stato si prestano meno bene per i trading di breve e medio periodo. Meglio una strategia di entrate scaglionate su ribassi delle quotazioni. I titoli più adatti e come impostarla.

Tutto quanto abbiamo visto negli ultimi due anni un effetto proficuo quanto meno l’ha avuto in ambito finanziario. Ha contribuito a cambiare le modalità operative degli investitori, ridando fiato – grazie alla crescente volatilità dei mercati – ai PAC (Piani di acquisto), strutturabili in vari modi. Si adattano infatti bene agli ETF ma anche alle azioni a elevato rendimento da dividendi nonché alle obbligazioni molto liquide, soprattutto se titoli di Stato.

Con i Btp logicamente in primo piano. Perché è il momento giusto per questi ultimi? Per due motivi:

  • il calo delle quotazioni su alcune scadenze è già stato rilevante, determinando interessanti livelli di avvio;
  • la loro volatilità è cresciuta e probabilmente aumenterà ancora in presenza di progressive revisioni della politica monetaria espansiva da parte della BCE.

Come impostare la strategia di investimento

Rispetto all’entrata con un singolo importo il PAC ha tanti vantaggi nel caso dell’obbligazionario, sebbene ancora poco impiegato rispetto a quanto avviene per gli ETF.

  • Lo si struttura su livelli discendenti di prezzo purché quello iniziale sia già inferiore alla media almeno dell’ultimo anno.
  • È molto flessibile per gli importi successivi, cui si possono destinare sia ulteriori quote di capitale sia le cedole incassate con il passare dei mesi.
  • Non essendo previste procedure automatiche di buy su precise date (soprattutto mensili) da parte delle piattaforme degli intermediari bancari, come avviene nel caso degli ETF, si evitano eventuali rate ripetitive su livelli di prezzo molto vicini, con incrementi del capitale investito che non muovono in tal caso la quotazione media. Si ha infatti maggiore flessibilità impostando ordini, con validità massima di 30 giorni, immessi manualmente in base per esempio a progressivi cali di prezzo al massimo del 5% rispetto all’ultimo eseguito.
  • Sono altrettanto facili da smontare nel tempo, se si siano realizzate performance positive rilevanti sia sull’intero capitale sia su singole rate, sebbene in questo secondo caso inevitabilmente i prezzi di carico medio subiscano successive variazioni.

Su quali Btp è meglio muoversi?

Il primo netto calo delle quotazioni, soprattutto sulle scadenze lunghissime, maggiormente esposte alla volatilità per diversi fattori tecnici, rende due Btp e un Btp€i (inflation linked) particolarmente interessati per l’avvio di un PAC:

  • 1,7% 2051 (Isin IT0005425233 – rendimento in corso sul 2,1% - duration, ovvero sensibilità ai tassi, di 22,4, valore molto elevato): un backtesting di verifica dimostra che nell’ultimo anno il titolo avrebbe già consentito di effettuare tre entrate oltre quella iniziale adottando la media a calare del 5%, con un prezzo medio che sarebbe disceso sui 97 euro. Nel caso invece di una media al 3% i buy sarebbero stati cinque, con un prezzo medio che si attesterebbe sullo stesso valore. La seconda opzione ha logicamente il vantaggio di ipotizzare altrettante maggiori uscite in presenza di futuri rialzi dei prezzi;
  • 2,15% 2072 (Isin IT0005441883 – rendimento in corso sul 2,4% - duration di 29, valore ancor più elevato rispetto alla media dei Btp). Una scadenza più lunga di 20 anni rispetto al 2051 non sempre è però favorevole, soprattutto se la cosiddetta “yield curve”, cioè la curva dei rendimenti, dovesse registrare violente oscillazioni nella parte finale;
  • Btp€i 0,15% 2051 (Isin IT0005436701 – rendimento in corso sul 5,4% attribuibile soprattutto al forte incremento all’indice dei prezzi al consumo Eurostat – duration di 20,4).

Quotando tutti questi titoli - nelle ultime fasi dei mercati – sotto 100, è consigliabile che la variazione al ribasso per l’acquisto di ulteriori lotti non sia in percentuale troppo alta (meglio sul 3%) per accelerare l’accumulo in presenza di future debolezze.

La casistica dimostra che negli ultimi dieci anni i PAC obbligazionari avrebbero avuto successo sia sulle fasi di ribasso sia su quelle prevalenti di rialzo dei prezzi ma ora la situazione è cambiata e solo sulle correzioni saranno efficaci, almeno nel medio termine.