Il punto di vista della GenZ sulla politica

Il punto di vista della GenZ sulla politica

di Paolo Di Falco

Tra trasporti e legionari si avvicinano le elezioni nella Capitale: domina l’incertezza

Paolo Di Falco

29 settembre 2021

Tra trasporti e legionari si avvicinano le elezioni nella Capitale: domina l'incertezza

Si avvicinano le elezioni nella Capitale e la fine dell’incubo per chi è in campagna elettorale, ma a dominare il clima pre elettorale è l’incertezza e la rassegnazione.

Manca davvero poco al primo turno delle amministrative per scegliere il nuovo sindaco della capitale contesa tra ben 22 candidati di cui solamente quattro gli sfidanti più noti e che rappresentano i principali schieramenti politici italiani: Enrico Michetti per la coalizione di centrodestra, Roberto Gualtieri per il Partito Democratico, l’attuale sindaco della Capitale in corsa per un secondo mandato Virginia Raggi sostenuta dal Movimento 5 Stelle e infine Carlo Calenda di Azione. La sfida per amministrare la Capitale è sempre abbastanza rilevante e, nel corso del tempo, ha avuto un certo peso che ha modificato gli equilibri politici a livello nazionale anche all’interno del Governo. Naturalmente data la particolare situazione in cui ci troviamo, sicuramente la larga maggioranza che sostiene il Premier Mario Draghi resterà invariata.

Per cercare di capire questa sfida, soprattutto per chi non vive nella Capitale o per chi ha iniziato a viverci da poco come il sottoscritto, sono fondamentali non solo le tante proposte dei candidati sui quattro principali grandi problemi che negli ultimi tempi sono una costante della città capitolina ma anche le scelte comunicative adottate e le reazioni di chi dovrà recarsi al voto ma, andiamo con ordine.

Tra trasporti, verde, politiche sociali e rifiuti

Chiunque viva in una grande città come la Capitale sa che i trasporti sono lo snodo fondamentale per potersi spostare da un luogo all’altro date le grandi distanze. Nella capitale, è ormai risaputo, che un problema con cui ci si confronta tutte le mattine è il ritardo e l’affollamento dei pochi mezzi pubblici disponibili dato che negli ultimi 6 anni l’offerta in termini di vetture per km è diminuita. Proprio per questo è assolutamente normale che i pochi mezzi di trasporto pubblico disponibili, immersi nel traffico molto congestionato della città, vengano presi letteralmente d’assalto.

Un altro problema è la cura del verde pubblico che rende Roma una delle metropoli più verdi d’Europa con oltre il 35% della superficie totale di cui ben 41 milioni di metri quadrati gestite direttamente dal Campidoglio. Nonostante nell’ultimo periodo ci sia stato un aumento dei giardinieri addetti alla cura del patrimonio naturalistico che hanno raggiunto la quota di 377 unità, gli interventi di manutenzione sembrano del tutto inadatti e questo lo si vede in molte zone della città dove manca la pulizia delle strade così come la cura delle aiuole e del verde anche attraverso interventi di diserbo.

Alcune indagini sociali inoltre hanno sottolineato la carenza dei servizi dedicati alle famiglie con persone disabili ma anche servizi base che se presenti nei municipi principali sono abbastanza carenti nelle aree periferiche dove le disuguaglianze sono in aumento. Basti pensare che a causa della pandemia all’incirca il 44% delle famiglie, per esempio, ha dovuto chiedere aiuti economici.

Ultimo ma non per importanza dato che è ormai un fatto risaputo anche al di fuori dei confini nazionali è il problema onnipresente della Capitale con i rifiuti. A tutti sarà capitato di vedere i video dei tanti rifiuti che, ancora una volta, nelle periferie sommergono Roma ma, anche nelle aree turistiche, il problema è abbastanza evidente. Bisogna però sottolineare come Roma abbia la percentuale più alta rispetto alle altre capitali europee di raccolta differenziata (ben il 45% contro il 39% di Berlino e il 34% di Parigi) ma la scarsissima qualità non ne permette un pieno ciclo.

La comunicazione e la campagna elettorale

Protagonista indiscusso di questa campagna elettorale è stato sicuramente il candidato semisconosciuto ai più della destra, Enrico Michetti che in occasione del suo primo confronto con gli altri candidati ha iniziato a vagheggiare e riproporre costantemente l’antica Roma dando poche risposte sui suoi progetti per la Capitale. Per cercare di rimediare, basti notare come gli ultimi manifesti appena appesi in città mostrano al posto del volto del candidato quello di Matteo Salvini o di Giorgia Meloni nel tentativo estremo di spostare la campagna elettorale dal candidato al partito. Il clima che si respira nella coalizione di centrodestra è abbastanza teso e questo si percepisce dalle parole del big leghista Giancarlo Giorgetti che in un’intervista alla Stampa ha dato il suo appoggio a Carlo Calenda dichiarando che lui ha “le caratteristiche giuste per amministrare una città complessa come Roma”.

Vita facile non ha neanche la sindaca uscente Virginia Raggi che il comico pentastellato in un ultimo suo post ha elevato a legionaria. Oltre alle criticità del suo operato per una cospicua maggioranza di romani, la sua campagna comunicativa appare molto inadeguata: non solo per la scelta di personalizzare il voto con l’appoggio ufficiale del M5S guadagnato strada facendo dato che, in un primo momento, l’ex premier Conte stava cercando un candidato in coalizione con il Partito Democratico ma, anche per l’eterno atteggiamento di opposizione, ormai dimenticato persino dal suo stesso movimento. Essendo l’ex sindaca, questa sua strenua opposizione che sembra ignorare i suoi cinque anni di governo della capitale si scontra con i post del “prima e dopo” che pubblicizzano qualche intervento di manutenzione realizzato.

Non se la cava meglio neanche Roberto Gualtieri che, nonostante i temi, non riesce a fare breccia nel cuore dell’elettorato: la sua campagna coinvolge per la maggior parte elettori del Partito Democratico e non riesce ad attrarne di nuovi. Complice di questo suo deficit, la mancanza di uno stile comunicativo semplice che riesca a raggiungere tutti e, tra l’altro, non è per lui d’aiuto neanche il peso che ha avuto nel precedente governo dove occupava la poltrona del ministero dell’economia e delle finanze.

Un altro ex ministro in corsa è Carlo Calenda, il primo candidato a iniziare con un anno di anticipo la sua campagna elettorale e che ha dalla sua parte il programma più complesso da attuare. Programma che da solo non basta: nonostante rispetto a Gualtieri sia sicuramente molto più diretto e molto più bravo a livello della comunicazione, pesa molto il mancato appoggio di un partito più grande così come le frequenti polemiche scoppiate su alcune sue affermazioni ed alimentate, soprattutto, dagli esponenti del Partito Democratico nel tentativo estremo di portarsi dietro qualche voto.

Il clima preelettorale

Detto questo, la Roma che si avvicina alle elezioni non sembra particolarmente essere in fibrillazione: proprio per questo non sembra esserci ancora un candidato con un netto vantaggio sugli altri come invece avvenne sull’onda del grande successo del Movimento 5 Stelle per le scorse amministrative. Una delle convinzioni comuni resta quella che, nonostante il vincitore, nulla cambierà nella città eterna abbastanza delusa dalla mancata svolta grillina che si è anche lasciata sfuggire un evento internazionale come le Olimpiadi del 2024 che invece si terranno a Parigi.

Negli ambienti politici invece si pensa già al ballottaggio che potrebbe cambiare completamente gli esiti delle elezioni romane ma, in generale, rimane il clima di incertezza costante, i tanti manifesti elettorali che, come i rifiuti, hanno sommerso la capitale e i banchetti dei candidati poco partecipati sparsi per tutta la città.

Paolo Di Falco

18 anni, di Siracusa. Ho creato La Politica Del Popolo, un sito di news gestito da giovani.

Altri blog

Startup Act

Startup Act

Di Cristina Crupi

Digital Scenario

Digital Scenario

Di Matteo Pogliani

Archivio