Il punto di vista della GenZ sulla politica

Il punto di vista della GenZ sulla politica

di Paolo Di Falco

Basta giocare con le nomine: puntiamo su Gino Strada e aumentiamo le terapie intensive in Calabria

Paolo Di Falco

18 novembre 2020

Basta giocare con le nomine: puntiamo su Gino Strada e aumentiamo le terapie intensive in Calabria

In queste settimane paradossali per il nostro Paese abbiamo assistito solo ad un susseguirsi di nomine. In sostanza nulla è cambiato dallo scorso 6 novembre in cui si è scoperto che la Calabria non aveva ancora un piano per il COVID-19.

Dal 6 novembre in Calabria si balla un valzer amaro e si respira un’aria più pesante del solito. Tutto si muove tra ironia e lacrime di dolore in quanto in Calabria i posti letto disponibili in terapia intensiva sono solamente 133 e secondo alcune fonti, è stata già superata la soglia critica del 30% individuata dal Ministero come limite oltre il quale si potrebbe giungere al collasso del sistema. In questa situazione di piena emergenza, nonostante le varie nomine, da un lato non vi è ancora un commissario in grado di gestire la situazione, dall’altro vi è la figura di Gino Strada, fondatore di Emergency, a cui si affidano ruoli marginali dopo che l’opinione pubblica punta sul suo nome. Il paradosso è che mentre il sistema sta quasi giungendo al collasso, assistiamo inermi ad un toto nomi che non dà i risultati sperati. A peggiorare la situazione è che tutto questo ha avuto inizio solo dopo un servizio televisivo

Cos’è successo in Calabria?

Tutto ha inizio il 6 novembre scorso con un breve servizio di «Titolo V» su RaiTre dove il commissario della sanità calabrese, Saverio Cotticelli, in merito al piano per affrontare la situazione emergenziale determinata dalla pandemia, dichiara in diretta di aver appreso consapevolezza solamente in quello stesso momento che quel piano doveva essere fatto da lui. Il governo corre subito ai ripari facendo dimettere l’indomani lo stesso Cotticelli e nominando al suo posto Giuseppe Zuccatelli. Non finisce qui però perché, poco dopo la nomina, circola un video in cui quest’ultimo sosteneva la sostanziale inutilità delle mascherine e che: ”Bisogna baciarsi per quindici minuti con la lingua per prendere il virus”. Ad occhio non sembra il profilo adatto a “risollevare e dare dignità alla sanità calabrese” come aveva scritto il ministro Speranza annunciando la sua nomina. Così il valzer continua: arrivano altre dimissioni e questa volta diversi movimenti propongono il nome di Gino Strada.

Lo stesso viene anche sentito dal Governo, come scrive lui in un suo comunicato stampa. Insomma la nomina sembra vicina, finalmente il nome giusto. Peccato che arrivi un altro colpo di scena e così nuovo commissario fresco di nomina è “il professor Eugenio Gaudio, magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e a Gino Strada viene affidata una delega speciale. Un binomio speciale che viene però rettificato ancora una volta dal fondatore di Emergency che in sostanza afferma di non sapere ancora di cosa dovrà occuparsi. Ma secondo voi poteva finire così? Eh no perché ieri sono arrivate puntualmente anche le dimissioni del professor Gaudio. E quindi, che fare?

C’è ancora speranza? No, forse solamente un altro nome

Abbiamo assistito a un valzer di nomi, di nomine ma nulla è ancora cambiato. I posti letto in terapia intensiva, denunciati in quel servizio del 6 novembre, ad oggi non sono ancora aumentati. Mentre il virus continua a correre, cosa si sta facendo per la Calabria? Ma soprattutto pensiamo un po’ se quel servizio non fosse stato mai realizzato: avremmo una regione senza un piano per affrontare l’emergenza sanitaria. Pensiamo un po’ a chi ci abita in Calabria, a chi non sa se troverà un posto in terapia intensiva, a chi nonostante le tasse pagate non ha garantito lo stesso sistema sanitario che c’è altrove. Ancora una volta però non possiamo dare la colpa alla sanità pubblica che nel corso degli anni ha subito decine di tagli, ancora una volta la colpa è della politica che abdica alle sue responsabilità.

In un Paese normale questo susseguirsi di nomine e di dimissioni non ci sarebbe mai stato. In un Paese normale si sarebbe fin da subito puntata l’attenzione su chi con la sanità ci lavora giornalmente, su chi è abituato ad operare in situazioni emergenziali, su chi ha la competenza per ricoprire un incarico così importante. In un Paese normale Gino Strada sarebbe il nuovo commissario della sanità calabrese e si starebbe già organizzando un incremento dei posti in terapia intensiva. Purtroppo durante questa emergenza ci siamo resi conto che il nostro Paese è fatto così: mezze misure, mezzi interventi, tanti nomi ma pochi fatti. E così adesso cosa dovremmo aspettarci? Un po’ di buon senso o magari un’altra delega a Gino Strada che non gli sarà neanche comunicata ufficialmente? Staremo a vedere ma la situazione non sembra così rosea e purtroppo a pagare le spese di questi ritardi sono soprattutto i cittadini.

Paolo Di Falco

18 anni, di Siracusa. Ho creato La Politica Del Popolo, un sito di news gestito da giovani.

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