Superbonus, cambia tutto su cessione dei crediti, villette, infissi e caldaie: le novità per i bonus edilizi

Stefano Rizzuti

29 Marzo 2023 - 11:22

Tutte le novità del decreto Superbonus: come cambiano i bonus edilizi, la cessione del credito e lo sconto in fattura con le modifiche approvate in commissione alla Camera.

Superbonus, cambia tutto su cessione dei crediti, villette, infissi e caldaie: le novità per i bonus edilizi

Il Superbonus e i bonus edilizi cambiano. La commissione Finanze della Camera dei deputati ha modificato radicalmente il decreto sulla cessione dei crediti e lo sconto in fattura, andando a rivoluzionare il testo uscito dal Consiglio dei ministri. La conferma è che la cessione dei crediti non esisterà più, anche se resterà in alcuni casi limitati e spesso riferiti più al passato che al futuro.

A cambiare sono diverse norme sulle attestazioni, sul Superbonus al 110% per le villette, sulle deroghe per onlus, case popolari e per le barriere architettoniche. Ancora, vengono salvati gli sconti per i lavori di edilizia libera, come infissi e caldaie, già pagati prima del 16 febbraio. E si prova anche a sbloccare i crediti incagliati.

Gli emendamenti approvati alla fine della seduta della commissione sono stati 16: il voto finale, in programma nell’Aula della Camera, è atteso nei prossimi giorni. Ma intanto cosa è cambiato sul decreto Superbonus e quali sono le nuove regole per i bonus edilizi?

Il Superbonus al 110% per le villette prorogato

Tra le principali modifiche al decreto Superbonus c’è quella relativa al bonus al 110% per le villette: la scadenza era fissata a fine marzo, ma verrà prorogata fino al 30 settembre del 2023. Ricordiamo, però, che potrà continuare a usufruire del 110% solamente chi ha già effettuato almeno il 30% dei lavori entro il 30 settembre del 2022.

Salvi i lavori in edilizia libera: resta sconto in fattura per infissi e caldaie

Tra gli emendamenti approvati dalla Camera c’è anche quello che salva i lavori per la sostituzione di infissi e caldaie. Nel caso in cui i lavori siano stati fissati prima del 16 febbraio, ma non ancora iniziati, basterà dimostrare di aver pagato l’acconto entro quella data per salvaguardare lo sconto in fattura.

Senza acconto è invece necessario un accordo vincolante tra le parti, attestato dal cedente o committente e dal cessionario o prestatore, con una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà. La dichiarazione farebbe scattare la responsabilità penale.

Lo sblocco dei crediti incagliati con i Btp

Tra le soluzioni introdotte per le banche, le assicurazioni e gli intermediari finanziari che hanno esaurito la capienza fiscale c’è la possibilità di ricorrere ai crediti per sottoscrivere emissioni di buoni del Tesoro da 10 anni: così sarà possibile smaltire fino al 10% dei crediti scontati annualmente. La misura varrà per gli interventi fino al 2022 e riguarderà le emissioni effettuate dal primo gennaio del 2028.

Le deroghe allo stop dello sconto in fattura

La cessione del credito e il conseguente sconto in fattura sono di fatto cancellati. Ma durante l’esame in commissione sono stati ripristinati per alcuni casi, ma limitati. Niente sospensione dello sconto in fattura per il bonus barriere architettoniche, per gli immobili danneggiati da terremoti successivi al primo aprile 2009, per le zone colpite dall’alluvione nelle Marche, per le onlus, per le case popolari e per la riqualificazione urbana.

La proroga per le cessioni dei crediti del 2022

Un altro intervento della commissione Finanze riguarda le cessioni dei crediti del 2022: saranno salve pagando una sanzione di 250 euro a partire dal primo aprile. Sarà quindi possibile effettuare la comunicazione anche nel caso in cui il contratto di cessione non sia concluso alla data del 31 marzo 2023, pagando questa multa.

Superbonus, la detrazione passa da 4 a 10 anni

Il decreto, con le modifiche in commissione, allarga anche la detrazione da quattro a dieci anni. La condizione, però, è che avvenga con l’esercizio di un’opzione (cioè una volta scelti i 10 anni non si può tornare indietro) e che il recupero delle spese parta dopo un anno, con 12 mesi di ritardo rispetto ai tempi standard. Quindi, per i lavori fatti nel 2022, si parte dal 2024.

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