Sport e diritti tv: il giro d’affari della pirateria streaming

Massimiliano Carrà

01/04/2019

Sport e diritti tv: il giro d’affari della pirateria streaming si attesta a 200 milioni di euro

Sport e diritti tv: il giro d’affari della pirateria streaming

Continua ad aumentare in Italia il giro d’affari della pirateria streaming di eventi sportivi. Secondo quanto riportato da un’indagine della Fapav (Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali), esso ammonta a circa a 200 milioni di euro l’anno.

Secondo i dati, gli italiani oltre i 15 anni che guardano gli eventi sportivi illegalmente sono 4,6 milioni; gli abbonamenti piratati ammontano 2 milioni e, di conseguenza, gli atti annuali di pirateria di sport live si attestano a 21 milioni.

L’allarme di questo fenomeno crescente era stato già lanciato dall’amministratore delegato della Serie A Luigi De Siervo, che aveva dichiarato:

“La pirateria danneggia nostro calcio ed è controllata dalla criminalità organizzata. Inutile che il nostro calcio si lamenti di non poter comprare campioni o rinnovare gli stadi: i primi colpevoli siamo noi e i pirati”.

Sport e diritti tv: il calcio il più visto illegalmente

Come dimostrano i dati dell’indagine della Fepav, il calcio è lo sport più visto illegalmente. I pirati calcistici rappresentano infatti il 75% dei pirati totali. Al secondo posto troviamo la Formula 1 e al terzo invece la MotoGp e il Tennis. Giù dal podio il basket e lo sci, rispettivamente in terza e quarta posizione.

L’aumento incontrastato della pirateria è dovuto soprattutto alla IPTV (Internet Protocol Television). Anche se esiste da diversi anni, la sua diffusione è aumentata con la crescita della banda larga, che ne ha migliorato decisamente la qualità.

Il sistema della IPTV da qualche anno viene sfruttato per vedere illegalmente canali a pagamento: i palinsesti di Sky, Mediaset Premium e Dazn. Gli smanettoni del web si affidano alle proprie abilità informatiche per bucare il sistema, altri, ossia la maggior parte, pagano mensilmente un abbonamento illegale a una cifra irrisoria, vista l’offerta garantita.

Questo sistema piratato è reso possibile dal set top box, un decoder che permette di intercettare e quindi bucare il segnale IPTV: quello utilizzato per poter guardare per esempio Skygo, Dazn o anche Netflix. Questo quindi permette di avere su un unico decoder un’illimitata quantità di contenuti e offerte.

Molti però non lo chiamano set top box, ma “pezzotto”. Il sistema piratato infatti è stato creato a Napoli e adesso sta diventando un campo sempre più interessante per il crimine organizzato.

Il motivo dell’infiltrazione mafiosa in questo settore va identificato in due fattori: il primo riguarda la fonte di guadagno, il secondo l poco rischio. Per chi viola il diritto d’autore, la pena si attesta a massimo quattro anni, che poi, come già avvenuto per i pochi soggetti arrestati, si riduce con il patteggiamento.

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