L’Europa senza gas russo: quali alternative? La situazione

Violetta Silvestri

11/07/2022

Con la chiusura da oggi del gasdotto Nord Stream 1 per manutenzione, l’Europa entra in un vortice pericoloso per la fornitura energetica: avrà carburante per lo stoccaggio invernale?

L’Europa senza gas russo: quali alternative? La situazione

Sale l’apprensione in Europa sul prossimo futuro dei flussi di gas russo. La settimana, infatti, inizia con novità poco rassicuranti, che fanno temere il peggio: l’interruzione delle forniture da Mosca.

Nello specifico, il gasdotto Nord Stream 1 che trasporta il gas dalla Russia alla Germania sarà sottoposto a manutenzione programmata da lunedì 11 luglio.

In più, l’Ucraina ha anche interrotto una rotta di transito verso l’Europa a maggio, accusando l’interferenza delle forze di occupazione russe e diversi Paesi europei sono stati tagliati fuori dall’approvvigionamento di gas russo a causa della loro non conformità con un nuovo meccanismo di pagamento.

Con l’attività di riempimento degli stoccaggi per l’inverno a pieno ritmo, tutti i rallentamenti e gli stop di questi giorni preoccupano l’Europa. Il tempo delle alternative alla fornitura russa è adesso: quali soluzioni ha davvero il vecchio continente?

L’Europa a corto di gas: la situazione

Per fare il punto sulla situazione attuale dei flussi di gas verso l’Europa attraverso le vie russe, basteranno alcuni grafici.

Il database di Bruegel sottolinea che, al 5 luglio, il Nord Stream 1 aveva già ridotto la sua portata, facendola precipitare ben al di sotto dei livelli minimi di questo gasdotto, con un 477.6 milioni di metri cubi a settimana, rispetto ai 1,113 milioni di inizio anno:

Gas russo tramite Nord Stream 1 Gas russo tramite Nord Stream 1 Dati aggiornati al 5 luglio

Osservando tutte le rotte russe che portano il gas in Europa, lo stallo o il calo di questi ultimi giorni è evidente in questo altro grafico:

Vie russe del gas in Europa Vie russe del gas in Europa Aggiornamento al 5 luglio, prospetto degli ultimi 30 giorni

Il corridoio di transito dell’Ucraina invia principalmente gas in Austria, Italia, Slovacchia e altri stati dell’Europa orientale. Kiev, intanto, ha chiuso il gasdotto di transito Sokhranovka che attraversa il territorio occupato dalla Russia nell’est del Paese.

Gli Stati europei hanno cercato di ridurre la loro dipendenza dal gas russo. Alcuni sono già stati tagliati fuori dalle forniture russe dopo aver rifiutato una richiesta russa di pagare in rubli. Altri, inclusa la Germania, hanno ancora bisogno del gas russo e stanno cercando di riempire le riserve di gas esaurite.

Le rotte alternative verso l’Europa includono il gasdotto Yamal-Europa, che attraversa la Bielorussia e la Polonia fino alla Germania, e il Nord Stream 1, che corre sotto il Mar Baltico fino alla Germania. Quest’ultimo ha una capacità di 33 miliardi di metri cubi (bcm), circa un sesto delle esportazioni di gas russe in Europa.

Mosca ha sanzionato il proprietario della parte polacca del gasdotto Yamal-Europa che porta il gas russo in Europa. Austria, Germania, Italia, Slovacchia e Repubblica Ceca hanno ricevuto volumi inferiori attraverso il Nord Stream 1.

Il Cremlino ha affermato che le forniture ridotte attraverso il Nord Stream 1 non sono state premeditate, incolpando le sanzioni occidentali per un ritardo nella restituzione delle apparecchiature inviate per la manutenzione al Canada.

I flussi scenderanno a zero quando l’arresto annuale per manutenzione di Nord Stream 1 inizierà l’11 luglio.

Da dove arriverà il gas senza la Russia?

La corsa alla sostituzione della fornitura russa di carburante si sta intensificando in Europa, con la nazione tedesca particolarmente allarmata.

La Germania, il più grande consumatore europeo di gas russo che ha interrotto la certificazione del nuovo gasdotto Nord Stream 2 dalla Russia a causa della guerra in Ucraina, potrebbe importare gas da Gran Bretagna, Danimarca, Norvegia e Paesi Bassi tramite gasdotti. La Norvegia, il secondo esportatore europeo dopo la Russia, ha aumentato la produzione per aiutare l’Unione europea a raggiungere l’obiettivo di porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili russi entro il 2027.

Intanto, la britannica Centrica ha firmato un accordo con la norvegese Equinor per forniture di gas extra al Regno Unito per i prossimi tre inverni. La Gran Bretagna non fa affidamento sul gas russo e può anche esportare in Europa tramite gasdotti.

L’Europa meridionale può ricevere gas azero attraverso il gasdotto transadriatico verso l’Italia e il gasdotto trans-anatolico (TANAP) attraverso la Turchia.

Gli Stati Uniti hanno dichiarato di poter fornire 15 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto (GNL) all’Unione europea quest’anno. I terminali europei, comunque, hanno una capacità limitata per importazioni extra, anche se alcuni Paesi affermano di essere alla ricerca di modi per espandere le importazioni e lo stoccaggio.

Infine, diverse nazioni potrebbero cercare di colmare le lacune nelle forniture di energia rivolgendosi alle importazioni di elettricità tramite interconnettori dai loro vicini o aumentando la produzione di energia da nucleare, energie rinnovabili, idroelettrico o carbone.

La disponibilità nucleare sta diminuendo in Belgio, Gran Bretagna, Francia e Germania con impianti che subiscono interruzioni man mano che invecchiano, vengono dismessi o gradualmente eliminati.

L’Europa ha cercato di eliminare il carbone per raggiungere gli obiettivi climatici, ma alcune centrali a carbone sono state riaccese dalla metà del 2021 a causa dell’aumento dei prezzi del gas.

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