Banche: perché (e come) fanno trading sui mercati finanziari?

David Pascucci

9 Aprile 2023 - 15:43

Come operano i trader all’interno delle banche? Veramente è come pensiamo? Vediamolo insieme.

Banche: perché (e come) fanno trading sui mercati finanziari?

Le banche fanno trading? Se sì, come lo fanno?

Le banche fanno trading anche dopo il 2008, quando la crisi di Lehman Brothers ha spinto gli enti regolatori a stringere la morsa sulle attività di trading speculative ad alto rischio, limitando di fatto l’operatività delle banche rispetto al corrispondere ai propri trader ingenti somme per fare operazioni di trading rischiose.

Il trading che si fa ora è molto diverso da quello che possiamo concepire attualmente, ossia una ricerca della direzionalità del mercato a tutti i costi con operazioni che vanno a ricercare il profitto per mezzo di strumenti tecnici volti ad indovinare la giusta direzione di un determinato mercato. Le banche infatti cercano di fare trading per mezzo di metodologie assolutamente diverse da quelle che vengono normalmente concepite da un trader retail, il quale avrebbe difficoltà anche a trarne profitto in modo consistente vista la grande differenza tra la liquidità di una banca e quella di un trader privato. Andiamo a vedere insieme come operano le banche e che tipo di trading fanno.

La differenza tra un trader retail e un trader bancario

Dobbiamo precisare che la prima grande differenza tra un trader retail e un trader bancario risiede già nell’infrastruttura hardware che una banca ha disposizione. La banca ha un’infrastruttura che non è minimamente paragonabile a quella di un trader retail, a partire dalla connessione diretta con il mercato fino ad arrivare all’hardware utilizzato per fare trading.

Consideriamo il fatto che in ambito bancario la velocità è tutto, di conseguenza i computer utilizzati dalle banche hanno dei componenti hardware di difficile accesso ad un trader retail. La connessione al mercato è senza ombra di dubbio molto più potente, il che consente alle banche di effettuare operazioni ad una velocità molto alta, con una latenza minima e con enormi volumi di denaro.

Bbasti pensare all’HFT, ossia l’High Frequency Trading, il trading effettuato dalle banche per mandare enormi volumi ad alta velocità all’interno del mercato al fine di guadagnare su micro-oscillazioni del prezzo di uno strumento. Consideriamo che oltre il 90% di questi ordini, per via della competitività tra istituti, non viene neanche eseguito in quanto ordini All-or-None, ossia devono essere eseguiti per l’intero ammontare immesso a mercato, altrimenti vengono direttamente cancellati.

Market Making e Delta Hedging

La maggior parte dell’attività di una banca risiede in quello che viene definito “market making”, ossia quel tipo di trading che prevede l’esistenza di una controparte che paghi una commissione per l’ordine accettato dalla banca, quest’ultima dovrà assumere una posizione contraria per coprire l’esposizione scegliendo uno strumento finanziario che abbia una correlazione il più vicino possibile a -1 per meglio coprirsi.

Facendo un esempio, immaginiamo di essere un fondo di investimento che vuole comprare una gran quantità di una azione che chiameremo “Pera”. Chiameremo una banca che ci fa un prezzo per quelle azioni e noi compriamo 1000 azioni Pera. La banca ha quindi una posizione “corta”, ossia ha venduto allo scoperto queste azioni e ora si ritrova a dover gestire il rischio di questa posizione da 1000 azioni. Incassate le commissioni per l’operazione, è il momento di cercare uno strumento che va a replicare in negativo le performance di Pera al fine di coprire il rischio della posizione per un controvalore pari a 1000 azioni Pera.

In questo caso, il trader bancario che ha assunto questa posizione si chiamerà “trader sell side”, esistono anche i trader buy side.

Sempre nell’ambito del market making, abbiamo il Delta Hedging , che ha lo stesso funzionamento del market making classico solamente che è previsto l’utilizzo delle opzioni e il ricalcolo della posizione da assumere per coprire il rischio in base a quello che viene definito “delta” di un’opzione.

La maggior parte del trading bancario è proprio quello relativo al market making. Sono ancora presenti nei desk di trading molti operatori fisici che hanno il compito di negoziare con le varie controparti direttamente a voce, o comunque con un contatto diretto anche tramite quella che viene chiamata Squawk Box.

Il contenimento del rischio come obiettivo

Come possiamo notare, le banche investono molto sulla ricerca del profitto con un contenimento del rischio molto alto}. Preferiscono mantenere un profilo di rischio molto basso piuttosto che ricercare la massimizzazione del profitto tramite una gestione del rischio volta a generare necessariamente rendimento a tutti i costi, un profilo più adatto sicuramente al trading.

Al contempo, come spiegato con l’esempi già illustrato, le controparti delle banche sono quasi sempre hedge fund, fondi di investimento e altre istituzioni finanziarie ad alta capitalizzazione che non solamente negoziano strumenti finanziari classici, ma anche in quello che viene definito mercato over-the-counter, il mercato non regolamentato dove le banche costruiscono un prodotto finanziario strutturando lo stesso in base alle esigenze delle controparti.

Un esempio è il mercato dei CDS, i Credit Default Swap, oppure quello dei CDO, mercati ai quali hanno accesso solamente investitori istituzionali abilitati tramite licenza a negoziare questi prodotti altamente sofisticati e complessi sia sotto il profilo della composizione, sia sotto il profilo della negoziazione.

Prima del 2008, le banche avevano quelli che erano definiti i desk di trading proprietarii, dove gli operatori più talentuosi potevano disporre a proprio piacimento delle disponibilità della banca al fine di effettuare speculazioni sui mercati finanziari. Questo ha dato vita ad un vero e proprio mercato di trader dove le banche pagavano a peso d’oro queste superstar dei mercati, sogno finito proprio con la crisi del 2008 che ha spinto ad un ridimensionamento del rischio del settore bancario e alla “cacciata” di questi traders dalle banche.

Questi traders lavorano ora in hedge funds, family office, società di prop trading, diventando le controparti dei market maker, loro oramai ex colleghi di edificio.

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