SOS Rendimenti

SOS Rendimenti

di Lorenzo Raffo

Yield oggi: una seconda pensione con l’azione Eni. Si può fare?

Lorenzo Raffo

13 maggio 2022

Yield oggi: una seconda pensione con l'azione Eni. Si può fare?

Con l’esercizio 2022 i dividendi diventano trimestrali. E il titolo sarà strategico in ottica di reddito. Lo yield in corso è al 6,5%.

Che piaccia o no il modello economico Usa si basa su un pragmatismo che andrebbe copiato negli aspetti più positivi. Uno fra i tanti riguarda l’utilizzo delle azioni per creare flussi di reddito validi come integrazione ai proventi da lavoro o come aggiunta al particolare sistema pensionistico in vigore laggiù. Dividendi quindi a manetta e soprattutto con una distribuzione molto frazionata nel corso dell’anno solare. Quasi tutti i titoli pagano infatti trimestralmente o addirittura mensilmente, sebbene i secondi siano una minoranza.

Un esempio da imitare

In questo l’Europa è indietro ma adesso qualcosa si muove per andare nella direzione d’oltre Oceano. Già alcune società petrolifere del nostro Continente versano infatti i dividendi ogni tre mesi. Ora Eni annuncia di volersi allineare in tale senso Eni, a cominciare dall’esercizio 2022. Ciò modificherà il ruolo che tale azione svolge nei diversi tipi di portafogli, facendole assumere una funzione importante nella creazione di reddito permanente. Una decisione quindi apprezzabile e da segnalare considerando che la società vuole sempre più diversificare il suo business, affiancando a quello petrolifero varie attività nei comparti della transizione energetica, come confermano la creazione di Plenitude (fornitura di luce e gas per case e imprese) e l’Ipo a Londra di Energy One, che si inserisce nella strategia di decarbonizzare l’azienda e di valorizzare opportunità di innovazione nell’ambito appunto della trasformazione energetica. Ciò non esclude che ci siano voci critiche in relazione al peso reale di questa svolta. Occorre comunque ricordare che tutta l’industria petrolifera è sotto attacco degli ecologisti da questo punto di vista.

Obiettivo 0,88 euro

A chi ci legge interessano comunque i dividendi e Eni ha già anticipato quelli riferiti all’esercizio 2022 (importo complessivo 0,88 euro): saranno versati in quattro tranche di 0,22 euro, con acconto a settembre e novembre 2022 e saldo a marzo e maggio 2023. Considerando che il 23 maggio prossimo avverrà lo stacco di 0,43 euro (pagamento il 25/5) come saldo dell’esercizio 2021, entro fine dicembre gli investitori incasseranno 0,87 euro, con un rendimento alla chiusura della seduta di ieri del 6,5% lordo (4,8% netto).

Ciò che importa

Naturalmente chi guarda al lungo termine, in ottica di creazione di reddito, valuta non solo lo yield dell’anno ma anche la sua costanza nel tempo. I dati del passato sono molto interessanti e chi volesse verificarli può farlo direttamente dal sito della società, che risale fino al 1995. Inoltre nel corso del 2022 ci sarà un buyback per 1,1 miliardi di euro, dopo l’approvazione da parte degli azionisti, con prospettive di total return - somma della rivalutazione del capitale e dell’incasso dei dividendi – che si annunciano rilevanti, salvo negative sorprese dal fronte delle quotazioni del petrolio.

Due livelli da seguire

Il quadro generale appare favorevole per chi voglia attivare un portafoglio “seconda pensione”, soluzione che secondo analisi di mercato è apprezzata più dai giovani e dai “middle age” che non da chi il mondo del lavoro lo sta per lasciare o l’ha già lasciato. Opportuno infine valutare l’andamento delle quotazioni. L’azione Eni si muove da gennaio in un’area di lateralità piuttosto compressa, con una resistenza sui 13,73 euro e un supporto sui 12,70. È uno dei pochi titoli rimasto sopra la media mobile a 200 periodi (attualmente a 12,31 euro) e la forza del petrolio lo tiene quasi sui massimi. È indubbio che un’ottimizzazione del rendimento si avrebbe in presenza di una discesa sugli 11-11,3 euro, da cui potrebbe partire un piano di acquisti successivi – in presenza di eventuale ulteriore debolezza – sui 10,3 e successivamente sui 9 euro. Lì uno “step” nella direzione della “seconda pensione” diventerebbe semplicemente strategico, con uno yield poco sotto il 10%.