SOS Rendimenti

SOS Rendimenti

di Lorenzo Raffo

Telecom o mai più, con bond e certificati

Lorenzo Raffo

14 dicembre 2022

Telecom o mai più, con bond e certificati

È il momento decisivo per la società telefonica italiana. Attese a breve decisioni importanti. Ecco allora degli strumenti per cogliere questa fase molto incerta.

Si arriva forse alla conclusione di vicende che durano da anni? Le indiscrezioni attorno a Telecom dicono di sì ma le certezze non ci sono e soprattutto si alzano dubbi sulle evoluzioni delle manovre in corso. Ci sarà un’Opa? Quando? A quali condizioni? In caso contrario cosa succederebbe al debito ingentissimo della società? È come una roulette, in cui i croupier sono però numerosi e dagli interessi contrastanti. Se l’azione si muove senza vigore da alcune settimane c’è chi guarda con interesse ad altri strumenti correlati appunto al gruppo telefonico italiano, ovvero bond e certificati. Ne mettiamo in luce alcuni, pur con l’avvertimento che tutto quanto riguarda Telecom in questa fase scotta. Se non si coglie tuttavia il rischio ora quando lo si prenderà?

Partiamo dai bond
La lista di quelli quotati su Borsa Italiana è lunga, sebbene in alcuni casi poco interessante dati gli elevati lotti minimi. Ecco allora le emissioni più facilmente accessibili al piccolo e medio investitore, ricordano che sono da tempo etichettate come Tim (rating B-) nel caso della valuta di denominazione Usd.

Tim Cap 6,375% 15nv33 Usd (Isin US87927VAF58 – taglio 1.000): dalla scorsa primavera si muove in uno stretto range fra minimi di 77-78 $ e massimi di 84-85 $. La forchetta è più limitata rispetto a quella fatta registrata da equivalenti titoli high yield ma con un rendimento sul 9% si attesta sui valori medi della categoria. Oggi ha aperto sugli 82 $.
Tim Cap 6% 30st34 Usd (Isin US87927VAM00 – taglio 1.000): situazione grafica identica e non potrebbe essere diversamente, sebbene con quotazioni inferiori. Ai 77,7 $ in corso comporta un rendimento pure sul 9%, con scambi abbastanza buoni.

Tim Cap 7,2% 18lg36 Usd (Isin US87927VAR96 – taglio 2.000): il trend anche di prezzi è identico al 6,375% e pure la quotazione in corso corrisponde (su 82 $) ma ne consegue un rendimento leggermente superiore del 9,7%, con scambi su livelli equivalenti.

Tim Cap 7,721% 04gn38 Usd (Isin US87927VAV09 – taglio 2.000): se l’andamento ricalca quello degli altri bond, in questo caso la forchetta si attesta su valori più alti fra minimi di 78 e massimi di 87 $, con una quotazione in corso su 85,4 $ e un rendimento che replica il 9,7% del 7,2% 2036. Meno attivi però gli scambi.

In euro invece evidenziamo il classico cavallo di battaglia Telecom Italia Finance 7,75% 24ge33 Eur (Isin XS0161100515 – taglio 1.000): il quadro inevitabilmente diverso dei tassi fa sì che il titolo quoti attualmente sui 107 euro, sebbene l’andamento corrisponda a quello delle emissioni in Usd, con minimi negli ultimi mesi sui 102-103 €, salvo un picco al ribasso sui 94,6 a ottobre, e massimi sui 108. Logicamente gli scambi sono ben maggiori nel caso di questo bond grazie a un rendimento fra i maggiori della categoria high yield in euro (6,7% l’attuale).

Proseguiamo con i certificati
È come entrare in un vulcano, dato il vastissimo numero di strumenti con sottostante Telecom. Ne segnaliamo allora due dalle caratteristiche differenti.

Il primo è l’Unicredit Bonus Cap (Isin DE000HB9YNA3) con scadenza 15/9/2023. Attualmente si tratta sui 104-105 ma in presenza di una correzione del titolo e di una discesa dello strumento sotto 100 garantirebbe un eccezionale rendimento a rimborso grazie a un cap a 135 euro, con fixing iniziale (strike) di 0,197 euro e barriera di 0,1182 euro. Se il prezzo del sottostante manterrà un valore superiore alla barriera alla data di pagamento finale l’investitore riceverà l’importo massimo pari a 135 euro per certificato. Se questa condizione non dovesse verificarsi, e in almeno un’occasione il prezzo del sottostante avesse registrato un valore pari o inferiore alla stessa barriera, alla data di pagamento finale l’investitore otterrà un rimborso pari al valore nominale moltiplicato per il prezzo di riferimento alla data di osservazione finale e diviso per lo strike. In questo caso l’importo di liquidazione sarà variabile e avrà un valore pari o inferiore al massimo previsto nel primo caso di 135 euro. In caso contrario, qualora l’importo di rimborso dovesse essere inferiore al prezzo di acquisto, l’investitore subirebbe una perdita.

Da parte ancora di Unicredit c’è un Fixed Cash Collect condizionatamente protetto emesso nel 2021 (Isin DE000HV4K552), con data di valutazione finale il 18/1/2024, negoziato su SeDeX e valore nominale di 100 euro: quota attualmente sui 61 euro. Paga cedole garantite di 0,5 euro ogni mese, senza rischio di rimborso anticipato, con a scadenza due scenari: l’investitore riceverà il nominale più l’ultimo premio condizionato se il sottostante non sarà sotto la barriera di 0,259 euro, posta al 70% del livello iniziale (0,37 euro); in caso contrario si otterrà un importo proporzionale alla performance del sottostante, senza l’ultimo premio. In questo momento Telecom quota su 0,208 euro, quindi sotto la barriera.

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