EXchange - La dogana semplice

EXchange - La dogana semplice

di Paolo Massari e Lucia Iannuzzi

La cultura doganale come strumento di risk management

La cultura doganale come strumento di risk management

La dogana cambia, le aziende crescono, i mercati si aprono e i rischi si moltiplicano: ecco come accrescere la cultura doganale può diventare un efficace strumento di gestione avveduta del rischio.

Uso sistematico delle informazioni disponibili per determinare la frequenza con cui possono verificarsi rischi definiti (intesi quali conseguenze di una situazione di incertezza sui propri obiettivi) e l’entità delle loro probabili conseguenze”: così la World Customs Organization (WCO) definisce l’analisi dei rischi.

E identifica la gestione del rischio nell’applicazione sistematica di politiche di gestione, procedure e best practices alle attività di documentazione, comunicazione, consulenza, definizione del contesto e identificazione, analisi, valutazione, monitoraggio e revisione del rischio.

Il massimo ente doganale a livello globale riconosce al risk management la centralità nello sviluppo di un moderno assetto istituzionale; una centralità tale, da meritare una pubblicazione ad hoc dal titolo “Risk management compendium”.

E il legislatore unionale, che prefigura una moderna e armonizzata analisi dei rischi centralizzata a livello europeo, unica garanzia di una uniformità interpretativa e di una prassi omogenea per ventisette amministrazioni doganali recalcitranti a rinunciare alla propria domestica declinazione del sapere doganale, si muove nella medesima direzione.

Nell’attesa di questa complessa semplificazione, le autorità doganali degli Stati membri si muovono in ordine sparso, identificando indicatori di rischio (criteri specifici che, se considerati unitariamente, costituiscono uno strumento pratico per selezionare e seguire i movimenti che rappresentano un rischio di potenziale mancato rispetto delle leggi doganali) e profili di rischio. (Descrizione di ciascun insieme di rischi, compresa una combinazione predeterminata di indicatori di rischio, sulla base di informazioni che sono state raccolte, analizzate e classificate) e applicando tipologie di controllo diversificate per tipologie di rischio. I controlli, di conseguenza, sono una risposta all’identificazione del rischio e, quindi, vengono interpretati come il risultato finale della sua gestione.

E le aziende? Gestione del rischio, compliance, strategia

Il risk management è una questione di cultura doganale. Solo dove c’è cultura doganale vi è una predisposizione naturale alla strategia doganale, intesa come una leva gestionale che può ridurre costi e tempi incidendo su tutte le funzioni aziendali tradizionali; la conoscenza degli strumenti doganali consente di ottimizzare i processi e di gestirne al meglio l’interazione con il ciclo aziendale.

Realtà diverse hanno bisogni diversi: se per la piccola e media impresa si tratta di emersione del bisogno doganale, per l’impresa di grandi dimensioni, nazionali e multinazionali si tratta invece di gestione del bisogno doganale.

Strumenti: due diligence, analisi degli asset esistenti, applicazione degli istituti e dei benefici tradizionali, acquisizione della governance di processo, autorizzazione AEO.Un approccio olistico alla dogana è il viatico a una seria compliance doganale.

Nel suo “Risk management compendium” la WCO sostiene che anche l’amministrazione deve assumere iniziative di introduzione di un approccio di servizio al cliente, di formazione e sensibilizzazione dei bisogni e delle soluzioni, di assistenza tecnica e consulenza, di consultazione e cooperazione, compresa la pubblicazione sistematica di provvedimenti, decisioni e sentenze.

Un simile approccio è coerente con gli standard e le linee guida dettate dalla Convenzione riveduta di Kyoto e del “Safe framework of standards and the Customs in the 21st century strategy”, che insieme forniscono gli elementi chiave per una moderna gestione dell’amministrazione doganale.

Le crescenti responsabilità che devono affrontare le dogane richiedono una comprensione più sofisticata del continuum risk, visto come metodo per definire una segmentazione degli operatori per categorizzazione del rischio, suddividendoli in coloro che sono volontariamente conformi, coloro che cercano di essere conformi, ma non necessariamente riescono sempre nei loro sforzi, coloro che eviteranno di conformarsi, se possibile, e coloro che deliberatamente non si conformano.

È di immediata evidenza individuare le categorie beneficiarie di agevolazioni e semplificazioni e quelle destinatarie di particolari attenzioni.

La compliance non assume più la sola veste di vessillo dell’affidabilità doganale, ma si trasforma in uno strumento di lavoro nell’international business, capace di creare le condizioni migliori per una più veloce e moderna gestione delle transazioni commerciali; e un corretto processo aziendale di risk management, dal quale deriva un adeguato sistema di controllo interno, favorisce il raggiungimento degli scopi aziendali, il miglioramento delle performances aziendali, l’ottimizzazione dei costi di gestione del rischio e l’acquisizione di un vantaggio competitivo.

Quante tipologie di rischio si possono identificare in azienda?

  • rischi legati alla gestione delle operazioni doganali;
  • rischi legati alla dichiarazione doganale;
  • rischi legati al pagamento dei diritti doganali;
  • rischi legati alla gestione della documentazione;
  • rischi legati alla gestione dei regimi e delle autorizzazioni doganali.

Più complessa è l’attività doganale di una società: maggiori sono i rischi che è chiamata ad affrontare, più stretta deve essere la governance dei processi.

Laddove la governance del processo doganale, al pari degli altri processi aziendali strategici, è realtà, l’attività di risk management sarà più semplice; laddove ciò non avviene, occorrerà lavorare sulla percezione del bisogno e sulla pianificazione delle attività.

Questione di cultura doganale, appunto. Ma come fare a costruirsi una adeguata cultura doganale? La risposta è sempre nella formazione. Non servono particolari predisposizioni, Bastano buona volontà e buon senso per apprendere una disciplina che non richiede particolari predisposizioni ma che diventa sempre più importante per le aziende.

A partire dal webinar gratuito che si terrà il 13 luglio alle h. 10.30 dal titolo La gestione del rischio doganale (per info e prenotazioni basta cliccare qui), in cui parleremo di questo e molto altro.Un’occasione per confrontarsi e discutere di tempi sempre più attuali in ragione delle innovazioni tecnologiche che investiranno i processi doganali nel breve e medio termine e del ruolo sempre più “partecipativo” della dogana nella vita aziendale.

Un’occasione per accrescere o avviare la cultura doganale aziendale.

Paolo Massari

Customs & International Trade Advisor | Co-fondatore C-TRADE e Overy

Lucia Iannuzzi

Customs & International Trade Advisor | Co-fondatrice C-TRADE e Overy

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