Investitore siciliano ottiene 100.767 euro di risarcimento per le azioni Creval
Marco Fabio Delzio
26 novembre 2025
Risarcimento oltre centomila euro per un investitore rimasto all’oscuro dei veri rischi delle azioni Creval: una sentenza che richiama le banche alle loro responsabilità informative.
Un risparmiatore siciliano, dopo anni di perdite subite acquistando azioni, warrant e diritti d’opzione del Credito Valtellinese S.p.A. (Creval), ha ottenuto un risarcimento superiore a centomila euro. Una sentenza che non passa inosservata, non solo per l’importo riconosciuto, ma soprattutto per il segnale che manda al mercato: quando l’informazione è carente o fuorviante, l’investitore non resta senza tutele.
Una banca con una storia lunga e complessa
Il Credito Valtellinese, fondato nel 1908, nasce come istituto cooperativo radicato nel territorio di Sondrio. Per gran parte del Novecento cresce con prudenza, sostenendo l’economia locale e mantenendo un profilo tradizionale.
A partire dagli anni Ottanta la banca accelera il proprio sviluppo con una serie di acquisizioni mirate. Entra in Lombardia, poi in Sicilia, infine nelle Marche, ampliando progressivamente la propria presenza sul territorio. È una fase di espansione che ne rafforza la visibilità ma anche la complessità operativa.
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Nel 2016 arriva un passaggio delicato: la trasformazione in società per azioni. Nei due anni successivi la banca affronta un peggioramento significativo della propria solidità patrimoniale, in un contesto reso difficile dal peso dei crediti deteriorati. Nel dicembre 2017 viene lanciato un aumento di capitale da 700 milioni di euro, cifra enorme rispetto alla capitalizzazione di mercato dell’epoca.
Tra il 2010 e il 2017 il gruppo registra perdite complessive superiori al miliardo di euro e il titolo in Borsa subisce un crollo drastico. Nel 2021, dopo l’OPA di Crédit Agricole Italia, le azioni Creval vengono delistate e il gruppo entra definitivamente nella galassia del colosso francese.
Non si tratta solo di una cronologia, ma del contesto dentro cui molti investitori hanno acquistato titoli senza una reale percezione del rischio che stavano assumendo.
Il caso del risparmiatore
L’investitore siciliano protagonista della vicenda aveva acquistato, nel corso degli anni, azioni Creval e strumenti correlati tramite la propria banca. Secondo quanto emerso in giudizio, gli acquisti sarebbero stati effettuati senza una corretta informativa sulla situazione dell’emittente, che già allora mostrava segnali evidenti di deterioramento.
Le criticità non erano marginali: bilanci in rosso, aumento di capitale straordinario, volatilità elevata e prospettive incerte. Eppure, nonostante questo quadro complesso, l’intermediario avrebbe presentato l’operazione come adeguata rispetto al profilo del cliente.
Quando il valore dei titoli si è gradualmente eroso, fino a diventare praticamente nullo, il risparmiatore ha deciso di rivolgersi a professionisti per ottenere una valutazione tecnica. L’analisi ha evidenziato lacune significative nella profilazione MiFID, nelle informazioni fornite e nel processo di valutazione dell’adeguatezza dell’investimento.
Il giudice del Tribunale di Palermo ha riconosciuto tali criticità come elementi determinanti nella perdita subita. Secondo la pronuncia, se l’investitore fosse stato informato correttamente dello stato di salute della banca e dell’elevato rischio associato al titolo, non avrebbe proceduto all’acquisto.
Il risarcimento riconosciuto, pari a 100.767,26 euro, deriva dal confronto tra l’investito effettivo e i dividendi incassati nel tempo, con l’obbligo per l’intermediario di rifondere la differenza e versare gli ulteriori oneri accessori.
Una sentenza che parla al mercato
Al di là del caso individuale, la decisione del tribunale indica con chiarezza che l’informazione finanziaria non può ridursi a una firma su moduli standardizzati.
Negli anni, la modulistica MiFID si è spesso trasformata in un pro forma: questionari precompilati, dichiarazioni di adeguatezza apposte automaticamente, valutazioni del rischio fatte “a tavolino”.
Ma quando un titolo presenta criticità rilevanti, la banca ha il dovere di spiegare in modo chiaro e specifico cosa si sta acquistando e perché quell’investimento è – o non è – adatto al profilo del cliente.
Nel caso del Creval, le azioni erano classificate come strumenti ad alto rischio, compatibili solo con investitori in grado di tollerare anche la perdita integrale del capitale. Un’informazione del genere avrebbe dovuto essere portata all’attenzione dell’investitore in modo inequivocabile.
Le lezioni per chi investe
Il punto di fondo è semplice, anche se spesso ignorato: la firma non prova la comprensione. Un intermediario non può limitarsi a presentare moduli; deve assicurarsi che il cliente abbia compreso natura, rischi e caratteristiche dell’investimento.
Quando si acquistano azioni di una banca, soprattutto se in un periodo di instabilità, è fondamentale verificare la solidità dell’emittente, il contesto di mercato e gli eventuali aumenti di capitale in corso.
Se l’intermediario presenta l’operazione come adeguata, ma il titolo ha un profilo di rischio che va oltre la reale tolleranza dell’investitore, è possibile che vi sia una responsabilità informativa.
Infine, anche quando le perdite sembrano ormai cristallizzate, non è detto che non esistano margini per rivalutare la correttezza dell’operato dell’intermediario.
Cosa può fare chi ha investito in azioni Creval
Molti investitori si trovano nella stessa situazione del risparmiatore siciliano senza aver mai valutato se quell’investimento fosse davvero stato venduto in modo corretto. Grazie al team di Martingale Risk , è possibile sottoporre il caso a una valutazione tecnica indipendente per accertare eventuali violazioni degli obblighi informativi.
Sebbene molte posizioni siano ormai chiuse da anni, ciò non preclude la possibilità di rivalutare la correttezza delle operazioni, soprattutto se il danno subito è significativo. Chi ha acquistato azioni Creval senza una piena informazione sui rischi ha il diritto di verificare se l’operazione fosse davvero adeguata.
Se ritieni di esserti trovato in una situazione simile o vuoi semplicemente capire se hai margini per recuperare quanto perso, contatta Martingale Risk compilando il form sottostante.
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