Investimenti ad alto rischio. Quando la scarsa trasparenza bancaria costa cara
Marco Fabio Delzio
1 luglio 2025
Diversi investitori sono riusciti a ottenere risarcimenti significativi per perdite su titoli rischiosi, grazie all’intervento di consulenti specializzati e ai ricorsi presso l’ACF o i tribunali.

Negli ultimi anni, sempre più risparmiatori italiani hanno cercato di recuperare i capitali persi in investimenti bancari rivelatisi più rischiosi del previsto. La scarsa chiarezza informativa da parte degli intermediari finanziari e la gestione non sempre rigorosa dei profili di rischio dei clienti sono tra le principali cause di queste perdite.
Grazie all’attività di consulenza e supporto legale fornita da società come Martingale Risk, diversi investitori sono riusciti a ottenere risarcimenti importanti attraverso l’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF) o tramite sentenze dei tribunali civili. Ecco quattro episodi recenti che testimoniano l’efficacia di questo percorso di tutela.
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Obbligazioni subordinate mai spiegate
Due investitori hanno acquistato un lotto di obbligazioni ritenute sicure, salvo scoprire successivamente — e solo a seguito delle perdite — che si trattava di strumenti subordinati, quindi a rischio elevato. La banca che aveva collocato i titoli non aveva evidenziato questa caratteristica né spiegato cosa comportasse, venendo meno agli obblighi informativi previsti dalla normativa.
L’intermediario si era limitato a una valutazione di adeguatezza, senza tuttavia fornire alcuna motivazione a sostegno dell’esito positivo. Dopo essersi rivolti a una Martingale Risk, i risparmiatori hanno presentato ricorso all’ACF, che ha riconosciuto le loro ragioni. Il risultato: un risarcimento di 13.481,62 euro, ottenuto in circa dieci mesi.
Trading online senza valutazione di appropriatezza
Un altro investitore aveva acquistato in autonomia, attraverso la piattaforma online della propria banca, titoli azionari ad alto rischio. Operazioni che si sono rivelate disastrose per il suo portafoglio. In questi casi, la banca ha l’obbligo di verificare almeno l’appropriatezza dell’investimento rispetto all’esperienza del cliente.
Dall’analisi svolta dai consulenti è emerso che nessuna valutazione era stata effettivamente compiuta, e che la banca non era in grado di dimostrare di aver svolto i controlli minimi richiesti dalla legge. Anche in questo caso, l’ACF ha accolto il ricorso, con un risarcimento riconosciuto pari a 46.941,48 euro, sempre entro dieci mesi.
Profilatura errata e informazioni insufficienti
Una risparmiatrice ha perso l’intero importo investito in azioni, acquistate sulla base di una consulenza bancaria apparentemente adeguata. Tuttavia, il conto titoli risultava cointestato, e la banca aveva effettuato una sola profilatura, ignorando il fatto che ogni intestatario va valutato singolarmente per assicurare un corretto abbinamento dei prodotti finanziari.
Non solo: mancavano informazioni dettagliate sul rischio dell’investimento e sul rating dell’emittente, che al momento dell’acquisto era già in una situazione economica fortemente compromessa. L’ACF, accogliendo le argomentazioni presentate con l’assistenza dei consulenti, ha riconosciuto alla cliente un risarcimento di 27.165,64 euro. La decisione è arrivata in dodici mesi.
Contratto quadro assente: operazioni nulle
Il caso più significativo ha riguardato una coppia di investitori che aveva eseguito varie operazioni su titoli ad alto rischio, tra cui compravendite e utilizzo di diritti di opzione. Quando hanno chiesto copia del contratto quadro che regola questi servizi, la banca non è stata in grado di produrlo in forma completa e firmata, come richiesto per legge.
L’assenza del contratto, o la sua incompletezza, ha portato il Tribunale competente a dichiarare nulle tutte le operazioni effettuate. La sentenza ha stabilito che la banca dovesse restituire integralmente le somme investite, per un totale di 184.203,05 euro. In questo caso, l’intero procedimento giudiziario si è concluso in 36 mesi.
Conclusione
Questi episodi mettono in evidenza un aspetto ancora troppo sottovalutato: la centralità della corretta informazione nei rapporti tra banche e clienti. Le responsabilità degli intermediari finanziari non si esauriscono con la vendita di un prodotto: comprendono valutazioni, documentazione, trasparenza e assistenza continua.
Affidarsi a consulenti specializzati in diritto bancario e finanziario può fare la differenza, trasformando una perdita subita in un diritto riconosciuto. In tutti i casi citati, infatti, la chiave del successo è stata una ricostruzione tecnica dettagliata e una strategia ben calibrata nei confronti delle controparti. Perché nel mondo della finanza, conoscere le regole è il primo passo per farle rispettare.
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