SOS Rendimenti

SOS Rendimenti

di Lorenzo Raffo

Dividendi & banche: la cuccagna è finita. E Banco Bpm passa in testa

Lorenzo Raffo

2 maggio 2022

Dividendi & banche: la cuccagna è finita. E Banco Bpm passa in testa

Confronto a tre con Intesa e Unicredit. Timori che i profitti scenderanno. La Borsa penalizza le due leader ma premia il Banco.

Il contesto sta cambiando. Il sistema bancario italiano, che aveva trainato i mercati nella fase Covid, comincia a soffrire e le quotazioni di Borsa lo confermano. Ora si teme che i profitti e quindi i dividendi distribuiti possano scendere, sebbene un probabile rialzo dei tassi di interesse in area Bce costituirebbe un fattore positivo.

In un suo specifico studio Equita Sim sostiene tuttavia che “si può continuare a mantenere una view complessivamente positiva sul settore: da un lato il derating subito sconta già uno scenario molto negativo e dall’altro le banche nazionali stanno approcciando la crisi in buono stato sotto il profilo del capitale e dell’asset quality, tanto più considerando che, a differenza del passato, il contesto dei tassi d’interesse potrebbe essere finalmente di supporto". Questo il giudizio generale, tuttavia attenuato dalla previsione che gli utili netti scenderanno.

Ciò dipenderà soprattutto da tre fattori:

  • minori commissioni;
  • utili da trading al ribasso;
  • maggiori accantonamenti per perdite su crediti.

Intesa anticipa i tempi

Nel caso di Intesa Sanpaolo, in attesa del saldo 2021 di 0,0789 euro che andrà in stacco il 23 maggio e in pagamento il 25, con un rendimento lordo del 4%, cui si aggiungono gli 0,0721 dell’acconto del novembre scorso, l’importo globale è stato pari a 0,151 euro, per un rendimento complessivo del 7,7% alla quotazione di chiusura di venerdì.

Poiché però la maggior parte degli investitori ha presumibilmente in carico il titolo sopra i 2 euro, visto che per quasi tutto il 2021 è rimasto oltre tale livello, lo yield medio si attesta sotto quelli degli anni precedenti. La contrazione in un certo senso previene le probabili evoluzioni future. Intanto la debolezza in Borsa iniziata a marzo non trova per ora segnali di inversione. Che si manifesterebbero solo con una decisa rottura al rialzo dei 2,12 euro. Volendo invece puntare su ulteriori ribassi due livelli da monitorare sono quelli di 1,785 euro e poi di 1,66 euro.

Unicredit ha altri problemi

Ormai versato l’importo di 0,538 euro per l’esercizio 2021, con un rendimento lordo alla data di pagamento del 5,8% si guarda avanti. In particolare a quanto verrà deciso per l’esposizione in Russia, problema visto come il principale per la banca di Piazza Gae Aulenti.

Sembrerebbe che gli accantonamenti relativi a tale rischio siano più che sufficienti e non tali da mettere a rischio il buyback programmato per i prossimi mesi. È a questa forma indiretta di remunerazione che punta così adesso il mercato. L’azione, scesa sotto l’importante supporto di 9,16 euro, sembra voler approdare verso gli 8 euro, sebbene la debolezza delle ultime sedute sia contenuta, con variazioni intraday moderate.

Banco Bpm diventa leader

Dopo anni avari la sorpresa sul fronte dei dividendi bancari è venuta dal terzo gruppo, protagonista assoluto anche della scena dei merger. Gli 0,19 euro pagati il 21 aprile hanno portato il Banco al primo posto nei rendimenti relativi al 2022, con un 6,5%.

Dopo il consolidamento della relazione strategica con Crédit Agricole, da tempo organizzata attorno alla partnership nel credito al consumo riferita alla joint venture Agos (39% Banco Bpm, 61% Crédit Agricole), con l’acquisizione da parte dei francesi del 9,18% del capitale, il mercato punta su una politica ancora più generosa di distribuzione dei profitti nei prossimi anni. Viene infatti giudicata favorevolmente la strategia di Crédit in Italia, dove oltre a Cariparma, Creval e Friuladria ha conquistato in tempi più recenti Caricesena, Carim e Carismi.

Per gli analisti di Equita Banco Bpm è ben posizionato in caso di aumento dei tassi di interesse da parte della Bce, con una sensitivity tra le più alte tra le banche nazionali (+21% di margine di interesse ogni 100 punti base di spostamento parallelo della curva). La conferma del tutto viene dalla Borsa, dove l’azione si muove in un lento trend rialzista ma soprattutto è l’unica delle tre a collocarsi ancora sopra la media mobile a 200 sedute.