Bond oggi – Webuild contro Telecom al 7%, un confronto d’altri tempi
Lorenzo Raffo
3 novembre 2023
Due high yield italiani, uno di recente emissione e uno “vecchio”, riportano a rendimenti netti sul 5%. Impensabili solo due anni fa.
La ricerca di rendimento trova certamente nella fase attuale un momento in ambito obbligazionario che riporta a tempi lontani. Inevitabili allora i confronti fra emissioni in parte analoghe. Oggi ne effettuiamo uno fra due titoli a basso rating ma dai rendimenti elevati. Sul primo fronte si tratta del nuovo Webuild 7% 2028 e sull’altro del Telecom 7,75% 2033, un po’ simili e un po’ diversi ma comunque perfettamente adatti a un parallelo all’insegna dell’high yield all’italiana.
Il Webuild 7% Settembre 2028 Eur (Isin XS2681940297)
Va subito precisato: è un titolo a taglio 100.000 e destinato soprattutto a una clientela professionale. Emesso a inizio ottobre ha finora veleggiato su Tlx attorno ai 100 euro, con un minimo a 98,8 e un massimo a 101. Il fattore liquidità ha inciso su un andamento inizialmente nervoso. Lo spread di mercato sembra però ora stabilizzarsi, con una differenza fra prezzo di acquisto e di vendita sui 30-50 pb, decisamente interessante per un rating BB (dal 5/9/2023, contro il precedente BB-) trattato su Borsa Italiana, notoriamente meno liquida rispetto per esempio alla leader europea Francoforte. Bene nel complesso gli scambi per un taglio 100.000 dall’importo globale di 450 milioni di euro. Il rendimento lordo al momento di poco superiore al 7% equivale a un netto al 5,2%.
La riduzione di volatilità, evidenziatasi nelle ultime settimane, deriva da due fattori: una duration modesta (di circa 4) e una fase di relativa stabilità dei mercati. Certamente - in presenza di varie eventuali tensioni – potrebbe crescere e non di poco. A chi non lo sapesse segnaliamo che Webuild è uno dei maggiori global player nella realizzazione di grandi opere infrastrutturali per la mobilità sostenibile e l’energia. Punto forte del bond: il rendimento in corso. Punto debole del bond: il taglio elevato (se l’emittente si fosse allineato alla scelta di altre società di puntare alla clientela retail il suo successo sarebbe stato immediato, come dimostrano i casi MaireTecnimont e Carraro). Non citiamo logicamente il basso rating, essendo il confronto impostato su bond high yield italiani.
Il Telecom Italia 7,75% Gennaio 2033 Eur (Isin XS0161100515)
In questo caso il mercato conosce bene il bond, perché è uno degli high yield italiani (rating B+ outlook negativo di S&P e BB- outlook negativo di Fitch) più scambiati grazie al taglio 1.000. Fu emesso nel 2003 dall’allora Olivetti. Al contrario del Webuild, che si presta soprattutto a posizionamenti di medio/lungo periodo, il Telecom è decisamente adatto anche al trading. Lo agevola in questo lo spread denaro-lettera sui 20 pb nelle fasi di maggiore scambio su Tlx, con contratti mensili spesso superiori ai 2.000. Da poco più di un anno il titolo si muove in un range non troppo ampio, il che lo rende ancor più appetibile da parte di chi opera in ottiche temporali medie. La quotazione in corso fra 106 e 107 euro trova un riscontro nell’andamento dell’azione Telecom, il che ne favorisce l’operatività. Il rendimento lordo si colloca fra il 6,8% e il 7% e netto quindi fra il 5% e il 5,2%, risultando uno dei più elevati nell’ambito degli high yield a piccolo taglio. Naturalmente c’è l’incertezza su tutto quanto avrà a che fare con le evoluzioni del gruppo Telecom e in particolare dalla vendita della rete. Punto forte del bond: taglio 1.000. Punto debole del bond: le esitazioni sulle manovre future attorno al gruppo.
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