SOS Rendimenti

SOS Rendimenti

di Lorenzo Raffo

Bond oggi: torna di moda una strana strategia. È la risposta al caos in corso

Lorenzo Raffo

13 giugno 2022

Bond oggi: torna di moda una strana strategia. È la risposta al caos in corso

Si chiama “Barbell” e vi spieghiamo come si attua. Facile per chiunque, conviene costruirla con gli Etf.

Nessuno poteva prevedere soltanto un anno fa quanto sta avvenendo in ambito obbligazionario. E nessuno poteva pensare che tornasse di attualità una strategia ormai dimenticata per chi investe in bond: si tratta della cosiddetta “Barbell strategy”, adottata soprattutto dai gestori professionali ma che può essere facilmente replicata anche dai piccoli e medi investitori.
DI CHE SI TRATTA
Consiste nel “Barbell” appunto, ovvero nell’esporsi sui poli opposti delle scadenze e quindi delle “duration” (sensibilità ai tassi) di una curva obbligazionaria. In altre parole su quelle molto corte per la maggioranza del portafoglio specifico e su quelle molto lunghe per la parte restante. Quindi si esclude la fascia centrale, solitamente preferita nei periodi di stabilità dei mercati e soprattutto in assenza di variazioni dei tassi. Vediamone i vantaggi:

  • andando sulle scadenze al massimo a uno/tre anni si può sfruttare un tratto della curva che in situazioni di questo tipo rende sufficientemente in rapporto al rischio tassi, imponendo solo un rinnovo delle emissioni quando scadranno, il che consente di riadeguare questa parte di portafoglio a eventuali forti movimenti dovuti appunto alle politiche monetarie via via applicate;
  • puntando poi in maniera marginale sulle scadenze più lunghe si incrementa (non sempre però!) il rendimento globale dell’intero portafoglio, pur esponendosi a “duration” talvolta violente.
    ORA È IL MOMENTO
    Naturalmente la convenienza di tutto questo si manifesta solo in determinante condizioni e proprio quella attuale appare interessante da questo punto di vista. Ecco due casi, uno sul fronte euro e uno su quello dollaro Usa, in realtà disallineati.
    Inevitabilmente si parte dai Btp. La curva italiana vede un anomalo picco di rendimento a tre anni. Ha raggiunto infatti il 2,7%, che il decennale registrava ad aprile. Il grafico per esempio dell’1,85% 1/7/25 (Isin IT0005493298 – apertura oggi a 95,4 euro) evidenzia un netto crollo nelle ultime settimane, con yield lordo del 2,73% quasi uniformato alla relativa “duration” (3,1). Passiamo al polo opposto, alla scadenza cioè più lunga in assoluto, quella a 50 anni, ovvero il 2,1% Marzo 2072 (Isin IT0005441883 – apertura oggi a 62,74 euro). Il rendimento sale al 3,8% con “duration” di 24,4. Mentre il tre anni resterà in portafoglio fino a scadenza per poi adeguarsi alle vicende che si manifesteranno sul fronte tassi, il cinquantennale potrà veder incrementare le quote – benché sempre modeste sul complesso dell’investimento in Btp – oppure metterle in vendita se le quotazioni risalissero violentemente.

    SUL FRONTE TREASURIES
    Situazione diversa per i governativi Usa, per un divario sostanziale: in questo caso il tre anni garantisce attualmente il 3,9% contro il 3,5% del ventennale. Meglio sarebbe allora puntare su un Treasury inflation lungo, categoria però non più quotata sul regolamentato italiano. C’è tuttavia un’alternativa: consiste nell’esporsi sugli high yield in dollari ma solo e soltanto con Etf. Ce ne sono per esempio di short (scadenze 3-5 anni) che versano attualmente cedole con rendimento sul 4,5%, mentre con quelli long (scadenze più lunghe in assoluto) si va oltre il 5% e in pochi casi anche al di là del 6%. Logicamente in questo caso per i secondi si impone un piano di acquisti su progressivi livelli di discesa delle quotazioni, che non hanno ancora risentito adeguatamente del rialzo dei tassi in corso.
    SOTTOSTANTI DI OGNI TIPO
    La strategia “Barbell” si adatta logicamente a tutte le differenti tipologie di obbligazioni in tutte le diverse valute ma attualmente presenta una situazione decisamente anomala e quindi favorevole nel contesto euro nonché solo su specifiche categorie di rating per il dollaro Usa, purché si utilizzino strumenti a minore rischio complessivo. In questo gli Etf sono la migliore risposta a un modo dinamico di gestire un portafoglio obbligazionario.