Bond oggi: la Bce butta giù i corti, il che vale anche per i Btp
Lorenzo Raffo
9 settembre 2022
Accelerazioni degli yield per tutte le scadenze europee fino a quattro anni. Si aprono così occasioni sulla linea di fuoco italiana per chi cerca rendimenti a breve termine.
Le parole di Christine Lagarde ieri non hanno determinato tensioni, come qualcuno temeva. Chiaramente stanca e preoccupata, un effetto tuttavia l’hanno avuto, con gli investitori spostatisi su un maggiore premio di rendimento delle scadenze corte rispetto a quelle lunghe, a causa delle incertezze circa gli sviluppi congiunturali di breve termine. La curva quindi si è spostata verso l’alto sulle vite residue massime a tre/quattro anni ma in certi casi ha addirittura registrato accelerazioni violente sotto l’anno.
Dai fronti esteri
Puntare su un Bund - in realtà denominato Bobl - tedesco a due anni in ottica di una resa dell’1,26%, massimo mai toccato nell’ultimo decennio, è apparentemente interessante, almeno come alternativa alla liquidità sul conto corrente o su un conto deposito. Peccato però che il rendimento reale sia poi inferiore, poiché i titoli di tale tipo sono meno liquidi e si finisce per pagare uno spread di mercato non trascurabile. Il Bobl 0% Ap24 Eur (Isin DE0001141794) nel pomeriggio di ieri registrava per esempio un “bid” a 98,28 e un “ask” a 98,57, equivalenti a rendimenti effettivi lordi dell’1,11% e dello 0,92%. Fatta questa precisazione, occorre segnalare comunque che tutto il complesso fronte delle emissioni governative in euro corte ha subito la stessa evoluzione. Il 2 anni francese è salito come yield del 14% contro il +18% del 3 anni tedesco e il +29% del 6 mesi olandese.
Il caso dei Btp
Scontato quindi che i mercati prevedono una recessione, pur esclusa nelle aspettative della Bce, passiamo a vedere cosa è successo nell’ambito dei titoli di Stato italiani. Tutta la parte corta e medio corta ha accelerato al ribasso in termini di quotazioni. Il Btp 1,85% Mg24 (Isin IT0005246340) per esempio è caduto sui 99,5 euro, mentre il Btp 1,45% Nv24 (Isin IT0005282527) ha perso quasi lo 0,25%, toccando i 98,2 euro. Il grafico di quest’ultimo è stato lampante. Ha avviato la correzione proprio in corrispondenza degli annunci della Bce. Anche i Btp Italia corti sono stati protagonisti della stessa dinamica, pur in presenza di conferme che l’inflazione resterà elevata per mesi se non per anni. La nostra curva ha così assunto un andamento molto diverso in confronto a un anno fa. Allora il suo andamento crescente risultava regolare, mentre ora è di fatto piatta dal 10 anni in poi. La scadenza annuale è passata nel frattempo in dodici mesi dal negativo 0,50% al positivo 1,63% di ieri, con una delle maggiori oscillazioni in assoluto dell’intero contesto dei governativi italiani.
Il 9% 2023 rende il 2%
Un esempio significativo per chi voglia, per esempio, incassare un’elevatissima cedola – figlia di altri tempi – e allo stesso tempo creare minus valenze fiscali è quello del Btp 9% 1/11/2023 (Isin IT0000366655). Certamente condizionato dall’effetto rimborso è sceso sotto i 108 euro con uno spread di mercato sui 20 pb. Pur con modesti scambi e importi tipici da retail, ai 107,8 euro della chiusura di ieri riconosce quasi un 2% lordo, anomalo rispetto allo storico degli ultimi anni. Questo miracolo la Lagarde e i suoi colleghi l’hanno realizzato. Adesso spazio alle evoluzioni, con il mercato che ritiene legittimo credere in un rendimento del decennale al 4,5% (se non oltre) entro fine anno.
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