SOS Rendimenti

SOS Rendimenti

di Lorenzo Raffo

Bond oggi: iper rendimenti a due mesi. Un caso unico

Lorenzo Raffo

5 luglio 2022

Bond oggi: iper rendimenti a due mesi. Un caso unico

È quello delle emissioni in lira turca quotate su Borsa Italiana. I motivi di una situazione anomala, da trattare con cura.

Inflazione quasi all’80%, rendimento del decennale al 18,5% e delle scadenze a due mesi al 18%. Sono i numeri del quadro finanziario della Turchia, il cui mercato obbligazionario appare complesso e ha spesso portato a cocenti delusioni per chi l’ha scelto. In particolare per coloro che hanno puntato sulle emissioni in lire turche di emittenti sovranazionali, esenti da rischio di credito ma super esposte a quelli di cambio e di andamento delle quotazioni, dovuti alle strampalate politiche monetarie di Ankara. La situazione resta esattamente identica. Passano i mesi, anzi gli anni, e il quadro non cambia. È il caso allora di fare il punto su un contesto così esasperato.

Curva nervosissima

Il primo inevitabile sguardo va rivolto alla curva dei rendimenti, soggetta a frequenti veementi movimenti. Evidenzia nella fase in corso il tratto 1-3 anni come il più redditizio, con yield compresi fra il 23,3 e il 24,4%. Poi scende ma rispetto all’andamento ultrapiatto di un anno fa si dimostra più stressata, complici vari fattori, fra cui determinante un’inflazione che non si riesce a mettere sotto controllo. Sale infatti dallo scorso mese di novembre (21,3%) come una scala dai gradini molto ripidi, avendo raggiunto a giugno quasi l’80%.

Cosa succede al bond sul Mot

Naturalmente le dinamiche dei sovranazionali (rating AAA) quotati sul Mot risentono di tutto questo, con movimenti condizionati però anche da altri fattori, quali la liquidità delle singole emissioni. L’Ebrd 12,5% Fb23 Try (Isin XS2297691110 – taglio 1.000 Try) si colloca oggi in “bid” a 82 e in “ask” a 88,3, con uno spread esagerato. L’Eib/Bei 16% Ag23 Try (Isin XS1860487252 – taglio 1.000 Try) esaspera la situazione, con un “bid” a 93 e un “ask” a 102 ma nel corso della seduta i valori possono comprimersi, sebbene gli scambi in generale su questo specifico mercato valutario siano fortemente calati negli ultimi mesi. Situazione invece più favorevole per l’Ebrd 24% Ot22 Try (Isin XS1889053150 – taglio 1.000 Try), che si può comprare sui 100, con un rendimento su base annua che si attesta al 25%. E che gli investitori (in realtà quasi trader) puntino sull’extra corto lo dimostra il World Bank Sustainable 11% Ag22 Try (Isin XS2123279999 – taglio 10.000 Try), il cui spread si abbassa sui 200 pb, con un “ask” a 97,7 e scambi talvolta dinamici. I troppi anni di debolezza di questo comparto e l’inflazione sfrenata spaventano certamente chi non ha dimestichezza con un mercato complesso e che richiede una specifica conoscenza di dinamiche talvolta contraddittorie.

La sfida del Pac

Inaccessibile allora questo segmento obbligazionario? Un modo per domarlo ci può essere. Consiste in un piano di acquisti di piccoli lotti puntando su un’emissione lunga, che attualmente quoti ben sotto 100. Un esempio il World Bank Green Bond 12% Ge26 Try (Isin XS2288098291 – taglio 10.000 Try), trattabile sui 75-76 e il cui grafico dallo scorso autunno si è mosso con una volatilità esasperata, fra minimi a 70 e massimi a 100. Con un rendimento sul 23% può rappresentare un’occasione di lungo termine, sempre che si sappia gestire i movimenti di prezzo e logicamente l’andamento del cross valutario, soprattutto nel caso non si operi con un conto in Try, utile per ammortizzare la crisi del cambio con l’euro. Abbastanza vicina ai minimi storici, la lira turca negli ultimi giorni si è mossa sui 17,5, confermando una fiacchezza strutturale inevitabile in presenza di un’inflazione all’80%. Il tutto va quindi condotto con grande prudenza, manovrando sul doppio binario della contemporanea debolezza quotazione-cambio, unica via di uscita per non perdere scommettendo sul settore più complesso in assoluto del mondo obbligazionario.