SOS Rendimenti

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di Lorenzo Raffo

Bond oggi: high yield in dollari? Sì ma a certe condizioni

Lorenzo Raffo

5 ottobre 2022

Bond oggi: high yield in dollari? Sì ma a certe condizioni

Per le scadenze lunghe rendimenti in forte crescita. Meglio scegliere però i corti e ancor più con un Etf a cambio coperto. L’opinione di un gestore.

Nell’ambito obbligazionario si parla tanto di titoli di Stato ma poco di bond high yield, cioè a basso rating. Il settore ha subito pressioni fortissime negli ultimi mesi, con gli indici di riferimento scesi e non di poco. Lo dimostra l’Ice BofA Usa High Yield Index, il cui rendimento è più che raddoppiato nell’arco di un anno, salendo al 9,4%. Un’occasione da cogliere? La risposta è incerta perché di fronte a rischi recessivi è indubbio che puntare sulla bassa qualità del credito significa aumentare le potenzialità di crisi del settore in presenza di una contrazione economica che fosse violenta.

C’è tuttavia una via di uscita e la traccia Michael Graham, Global Head of High Yield e Us Active Fixed Income di Axa IM. In un suo report sostiene infatti: “In un contesto particolarmente duro per i mercati, con pressioni inflazionistiche da una parte e politiche monetarie aggressive dall’altra, una strategia high yield short duration, cioè su scadenze corte, resta ben posizionata, se ci si concentra su titoli di migliore qualità e limitando il più possibile appunto l’effetto duration”.

Il problema default
Il rischio principale delle obbligazioni high yield è la possibilità di insolvenza. Un rischio visto crescere ma che è riconducibile a ragioni legate alle singole società più che a fattori sistemici o prettamente settoriali. Il costo del credito per le imprese è aumentato. Se oggi una corporate deve rifinanziare il proprio debito si trova costretta a pagare cedole molto più elevate, con probabile aumento del rischio di default se i flussi finanziari non fossero sufficienti a far fronte a questo supplemento di interessi o se gli investitori non fossero disposti a finanziare il debito con cedole più alte.

Tuttavia nel complesso le società del segmento high yield si trovano ad affrontare l’attuale fase di incertezza congiunturale con situazioni patrimoniali relativamente solide. La view di Axa, condivisa da altri gestori, è che la percentuale di insolvenze salirà, anzi ha già cominciato a salire dai livelli molto bassi di inizio anno. Comunque non sembra possa arrivare a quote significativamente maggiori rispetto alla media di lungo termine di circa il 2,5% e certamente non superiori in confronto a quelli registrati durante la crisi Covid. Una delle principali ragioni alla base di questo punto di vista è che, a differenza del passato, oggi non si avverte nessun grande settore in affanno.
Corti si rischia meno
Analizzata l’opinione del gestore di Axa non resta che tenere conto di una valutazione importante: affidandosi alla “short duration”, cioè alle scadenze corte, le eventualità di default scendono. Tuttavia spesso le obbligazioni con vita residua non oltre i tre/quattro anni nel settore high yield risultano poco liquide. L’alternativa consiste allora nello scegliere un Etf. La categoria specifica prevede un’offerta abbastanza ampia anche nel caso di Borsa Italiana, con due varianti nel caso delle emissioni in Usd: a cambio scoperto o all’opposto a cambio coperto, quindi con valuta di denominazione euro.

Naturalmente c’è anche il comparto dei bond in euro dello stesso tipo, sebbene questo mercato sia meno appetibile per vari motivi. Sul tema torneremo nei prossimi giorni ma intanto cominciamo a segnalare un replicante apprezzato in Italia per una sua caratteristica: distribuisce cedole mensili. Si tratta del Pimco US Short-Term High Yield Corporate Bond Eur Hedged (Isin IE00BF8HV600), sul mercato da molti anni e di cui è quindi facile individuare un andamento grafico di lungo periodo. Evidenzia trend sempre regolari sia al rialzo sia al ribasso, salvo in due nette fasi Orso nel 2016 e nel 2020. Con un rendimento distribuito annuale lordo stimabile nel 4,6-4,8% e una volatilità nettamente inferiore rispetto a quella degli Etf high yield lunghi rappresenta un buon compromesso in una fase di incertezza dei mercati probabilmente destinata a proseguire per un certo tempo.