Bond oggi – Btp, una strategia semplice per guadagnare comunque
Lorenzo Raffo
27 novembre 2023
È il momento per una strategia sui Btp: investire parte di un importo destinato ai titoli di Stato su scadenze corte e parte sulle lunghe. Ecco come.
Leggero rafforzamento ma pur sempre con il rendimento del decennale oltre il 4%: il Btp si muove poco in attesa del meeting del 14 dicembre della Bce. Il mercato resta incerto sulle evoluzioni ed acquista le solite scadenze lunghe con cedole attorno al 4%.
C’è però di meglio da fare! Per esempio impostare delle strategie che puntino per una parte del patrimonio su titoli di Stato a scadenze corte e per un’altra parte su quelle lunghe. Così si coglie l’anomalia in corso della curva dei rendimenti e non ci si espone troppo al rischio “duration”, su cui resta una certa incertezza. Nelle ultime ore, per esempio, non pochi report dell’industria finanziaria hanno espresso timori di un eventuale ulteriore rialzo dei tassi, all’opposto di quanto sostengono altri.
Il 60/40 torna di moda per i Btp
Ammesso che si voglia investire 100 – come valore di riferimento – o che si sia già investiti su Btp si può strutturare o ristrutturare il portafoglio scegliendo una ripartizione 60/40, riprendendo il vecchio schema che in passato caratterizzava la spartizione fra azioni e obbligazioni. Andato un po’ in disuso per vari motivi lo si può (anzi lo si deve) rilanciare relativamente alla sola componente obbligazionaria.
In concreto vuole dire suddividere la selezione dei titoli in due parti, una al 60% e una al 40% del totale. Cosa alla prima e cosa alla seconda? Dipende dalla propensione al rischio: se è minore si punta sul 60% relativamente alle scadenze corte e se è maggiore su quelle lunghe.
Naturalmente è legittima la domanda su come ci si muoverà quando i Btp con vita residua di pochi anni andranno a rimborso. Lì si deciderà come reinvestire il capitale incassato in base alle future variazioni della curva dei rendimenti.
Btp corti, quali scegliere
Meglio scadenzare di anno in anno fino al 2026, per esempio con:
- il 3,75% St2024 (Isin IT0005001547 – rendimento lordo sul 3,7-3,8%%),
- il 3,6% St2025 (Isin IT0005557084) – rendimento lordo sul 3,6%),
- il 3,85% St2026 (Isin IT0005556011 – rendimento lordo 3,5-3,6%).
Tutti e tre i titoli garantiscono un flusso cedolare interessante e quotano attorno a 100, con il solo 2026 di poco sopra.
Btp lunghi, cosa scegliere
Su questo fronte le alternative sono logicamente più ampie e vanno indirizzate in parte alla componente cedolare e in parte a quella della futura rivalutazione del capitale, in presenza di una discesa dei tassi e quindi di un rialzo delle quotazioni.
Ecco quattro esempi ripartiti su entrambi i fronti:
- sul primo segnaliamo il 4% Fb2037 (Isin IT0003934657 – rendimento lordo 4,5% e quotazione poco sopra i 95 euro),
- il 5% Ag2039 (Isin IT0004286966 – rendimento lordo 4,7% e quotazione sui 104 euro);
- sul secondo la scelta va inesorabilmente rivolta al Btp green 1,5% Ap2045 (Isin IT0005438004 – rendimento lordo sul 4,6% e prezzo sui 58 euro),
- l’extralungo 2,25% Mz2072 (Isin IT0005441883 – rendimento lordo sul 4,4-4,5% e prezzo sui 54-55 euro).
Una strategia sui Btp facile da costruire
La ripartizione su scadenze così diverse è una risposta alle possibili evoluzioni future dei rendimenti dei Btp, partendo da un contesto molto favorevole, quasi irripetibile almeno valutando lo storico del secolo in corso. Il suo vantaggio è chiaro: soddisfa sia chi cerchi rendimento destinato alla distribuzione di cedole sia chi punti a un incremento del capitale nell’arco di alcuni anni. Infine accontenta una valida prerogativa, quella di non richiedere tempo e impegno per la sua gestione nel corso del tempo.
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