Virgo - The Transparency Blog

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di Davide Baldi

Perché è importante la tecnologia Blockchain

Davide Baldi

28 ottobre 2020

Perché è importante la tecnologia Blockchain

Le imprese moderne si trovano oggi ad operare all’interno di un mercato in evoluzione, fatto di continue trasformazioni ed innovazioni.

Una necessità fondamentale per aziende ed istituzioni è quella di archiviare dati ed effettuare transazioni in modo celere, sicuro e condivisibile tra gli addetti ai lavori.
A questo scopo, una nuova tecnologia è venuta alla ribalta per garantire tutto questo in modo semplice, veloce e soprattutto decentralizzato.

La blockchain, tradotta in italiano “catena dei blocchi”, nata nel mondo finanziario, sta trovando infatti numerose applicazioni nel mondo industriale, dove interviene a semplificare e garantire tali processi aziendali, attraverso l’implementazione di un registro elettronico che raggruppa i dati in blocchi ordinati, posti in ordine cronologico e crittografati.

La blockchain è nata come rete architettonica decentralizzata, in quanto non possiede un amministratore centrale, ma è amministrata e gestita autonomamente dai diversi utenti in ogni parte del mondo, i quali confermano la validazione delle transazioni in essa contenute.

Ogni blocco contiene caratteristiche uniche dovute al fatto che il suo contenuto non è più modificabile né eliminabile da esterni una volta scritto e, pertanto, costituisce una sicura alternativa alle banche dati e/o registri, gestiti, per esempio, dalle pubbliche amministrazioni, dagli intermediari di pagamento, da assicurazioni, banche, e si pone come tecnologia alternativa grazie alla sua affidabilità, sicurezza e trasparenza.
È evidente quindi che i campi di applicazione di tale innovativa tecnologia risultano essere innumerevoli.

Che cos’è la Blockchain

La Blockchain, che letteralmente significa “catena di blocchi”, è un registro digitale aperto, un libro mastro elettronico pubblico, volto a memorizzare un numero infinito di dati (i.e.: transazioni) mediante la crittografia, la quale rappresenta senz’altro il principale elemento del suo successo, dato che svolge la conversione dei dati leggibili in dati codificati, i quali, pertanto, possono essere letti ed elaborati in modo pseudo-anonimo, tramite codici alfanumerici, e sono contrassegnati ognuno da una marca temporale, che li rende univoci, preservandone così la privacy. In buona sostanza, si immagini una immensa banca dati condivisa, alla quale si possono sistematicamente aggiungere nuovi blocchi di informazioni, che verranno crittografate, alla quale tutti possono accedere, ma che nessuno può modificare, riducendo al minimo la quantità di interazione umana necessaria per far funzionare l’intero sistema.

Tipologie di blockchain

Al mondo oggi esistono varie tipologie di Blockchain, che possono essere essenzialmente in due grandi categorie, di tipo pubblico o privato. Nel primo caso, le transazioni possono essere visionate, ricevute ed inviate da chiunque, spesso sono utilizzate per le applicazioni di carattere finanziario e per la gestione di criptovalute, di cui avremo modo di parlare più avanti nel corso dello sviluppo di questo blog.

Le Blockchain private, invece, sono limitate a pochi partecipanti individuati in modo predeterminato, (si pensi al caso di un gruppo di impiegati di una data azienda o gruppo di aziende, oppure a quello di una rete di banche), e solamente essi sono autorizzati a scrivere sul libro mastro distribuito. Le Blockchain private sono controllate da un’unica organizzazione o da gruppi di organizzazioni riunite in una “federazione”, ad indicare chi è legittimato ad aderirvi, ad operare transazioni, nonché chi può partecipare al processo di consenso e validazione.

È proprio questo secondo ambito a rappresentare la nuova sfida della“Blockchain 2.0”, presente per lo più in ambito finanziario, attraverso l’implementazione di smart contact, o “contratti intelligenti”, contratti scritti sotto forma di codice che rimandano l’esecuzione di alcune o tutte le loro clausole ad un software, che le esegue in automatico al verificarsi di determinate condizioni. Tali contratti sono ad esempio già in uso presso diverse compagnie assicurative e stanno prendendo piede in svariate applicazioni di cui parleremo prossimamente.

Blockchain, bitcoin e diffusione del fenomeno

Il concetto di blockchain è strettamente collegato al nome di “bitcoin”, criptovaluta o valuta digitale per eccellenza, nata nel 2009 a seguito della ultima grande crisi finanziaria, e che permette di fare pagamenti, anche cross-border (o transfrontarlieri), in ogni angolo del globo, in pochi minuti e con bassissimi costi per ogni transazione. Il bitcoin è stato definito dal suo fondatore, Satoshi Nakamoto, a cui dedicheremo una puntata del nostro blog, “una versione peer-to-peer di denaro elettronico che consente di inviare direttamente pagamenti online da un soggetto all’altro senza passare attraverso un istituto finanziario”.

Da queste poche parole si può già intuire la portata rivoluzionaria di questa tecnologia. Il futuro è ancora da tutto da scrivere, ma sembra portare alla “Blockchain 3.0”, mediante la diffusione e lo sviluppo delle “Dapp” o decentralized applications, create per la maggior parte sulla blockchain di Ethereum, seconda catena di blocchi più famosa, e sicuramente la più estesa al mondo al giorno d’oggi, su cui terremo alcune puntate speciali del nostro appuntamento settimanale.

Chi vi scrive ritiene che presto chiunque utilizzi funzioni della blockchain lo farà senza nemmeno esserne edotto sulla tecnologia sottostante, come oggi avviene per impostare un indirizzo mail sul nostro smartphone, perché esse saranno presenti ovunque, inserite nelle applicazioni relative a prodotti e servizi.

Secondo recenti dati dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano, presentati a inizio 2020, il 2019 ha sancito l’importanza della “tecnologia della catena dei blocchi”. Grandi sono perciò le opportunità da sfruttare per la blockchain, ma in Italia solo il 37% delle grandi aziende e il 20% delle PMI hanno sentito parlare di questa tecnologia e meno del 2% delle grandi e dell’1% delle piccole ha avviato progetti in tal senso, lo spazio di crescita è quindi enorme ed inesplorato.

Questo ci porta direttamente allo scopo del nostro blog, portare il grande pubblico a conoscenza di questa tecnologia, fornire esempi, applicazioni pratiche, casi reali, di come il mondo stia cambiando e come la tecnologia aiuti a renderlo un posto più sicuro e trasparente, anche a vantaggio del consumatore.

I casi d’uso della blockchain: la supply chain e la tracciabilità dei prodotti

Uno dei casi d’uso forse più conosciuti è quello delle supply chain, dove la blockchain può essere usata per tracciare la filiera di produzione e distribuzione di beni come prova in più per il consumatore, “certificando” che il prodotto sia davvero autentico e originale, garantendo trasparenza all’utilizzatore finale.

Carrefour, pioniere in questo campo, ha tracciato le proprie carni su blockchain, ottenendone un incremento delle vendite, soprattutto in Italia e Francia. Non solo Carrefour ma anche altri grandi player del settore hanno deciso di tracciare la propria supply chain su blockchain come per esempio McDonald’s, Walmart, per citarne alcuni dei piu famosi, ma anche produttori dell’agricoltura locale, come nel caso del cosiddetto progetto “Pelato in rete” per i pomodori pelati della Fondazione Felice Chirò.

Parleremo prossimamente delle innumerevoli applicazioni in ambito fashion, dove il mercato del contraffatto ha raggiunto e superato la mostruosa cifra di 2 trilioni (miliardi di miliardi) di dollari l’anno. Per combattere questo fenomeno è possibile oggi abbinare in modo univoco un bene, tramite un processo di digitalizzazione, “ad un gemello virtuale”, per garantire al mercato ed agli acquirenti la possibilità di verifica dell’autenticità del bene stesso; da questa idea è partita la mia passione per questa tecnologia e proprio pensando a questa applicazione nel mondo del lusso abbiamo dato vita a Luxochain, di cui parleremo più avanti.

L’arte e la tokenizzazione delle opere

Lo stesso concetto può anche applicarsi alle opere d’arte o ai beni di lusso, dove la blockchain può certificare non solo l’autenticità di un’opera, ma anche garantirne la proprietà. In questo caso è importante menzionare anche la cosiddetta “tokenizzazione”, possibile proprio grazie a questa nuova tecnologia.

Questo ci porta a dover spiegare rapidamente il concetto di “token” un insieme di informazioni digitali all’interno di una blockchain, che conferiscono un diritto di proprietà ad un determinato soggetto. La tokenizzazione quindi è la conversione dei diritti di un bene in un token digitale registrato su una blockchain, dove il bene reale e il token sono collegati da uno smart contract o contratto intelligente. Tokenizzare significa quindi generare un token e collegarlo a un bene (o parti di esso), mediante questo tipo di contratto.

Proprio nel settore artistico, la blockchain ha infatti permesso di “dividere un’opera d’arte”, figurativamente parlando, attraverso la creazione di diversi token o certificati digitali, univoci e non modificabili, rappresentanti le diverse percentuali di proprietà, per poter facilmente distribuirne la proprietà tra diverse persone. Ad esempio, questo modello di applicazione è stato utilizzato per distribuire la proprietà di un’opera di Andy Warhol, “14 Piccole Sedie Elettriche”, di cui è stata messa in vendita solo il 49% della proprietà a diversi acquirenti.

Trasparenza

All’interno del “transparency blog”, nelle prossime settimane, verranno quindi presi in esame, attraverso articoli, interviste ed approfondimenti, i maggiori casi d’uso di questa nuova tecnologia all’interno del mondo industriale, con uno sguardo rivolto alla sostenibilità, alla reputazione, all’autenticità ed alla trasparenza, valori su cui ogni azienda dovrebbe tracciare la propria rotta per il futuro e porre le basi per un nuovo modo di relazionarsi con la propria clientela.

Verranno analizzate aziende virtuose e forniti suggerimenti ad aziende ed acquirenti, per promuovere acquisti consapevoli di prodotti autentici e rispettosi della sostenibilità della filiera produttiva.Per concludere, voglio lasciarvi con la mia frase preferita, in cui racchiudo tutta la passione per quello che faccio quotidianamente, compreso questo blog, che rappresenta l’inizio di una nuova, affascinante avventura, “per cambiare il mondo di domani, oggi

Davide Baldi

Amministratore e socio di Luxochain, esperto di blockchain

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