Tassi Bce oltre il 4% in estate, c’è la conferma: cosa sta per accadere

Violetta Silvestri

16/05/2023

I tassi di interesse della Bce supereranno il 4% entro l’estate: lo ha confermato De Guindos. Cosa aspettarsi e quali cambiamenti sono attesi in Europa. Ci sarà la ripresa o una recessione?

Tassi Bce oltre il 4% in estate, c’è la conferma: cosa sta per accadere

I tassi di interesse della Bce continueranno a salire, superando la soglia del 4% già entro l’estate: più che una previsione, è una conferma.

La politica monetaria aggressiva in Eurozona non è finita e le ultime parole di De Guindos in una intervista lo hanno ribadito, annunciando anche di quanto aumenterà il costo del denaro almeno nei prossimi due incontri.

Mentre la Fed tentenna sull’opzione di una pausa per i rialzi dei tassi, la Bce appare certa che la stretta al credito deve continuare, poiché l’inflazione è ancora pericolosamente alta. Il vicepresidente della Banca centrale europea lo ha confermato in una intervista: cosa sta per accadere entro l’estate? Una raffica di rialzi è in arrivo.

Tassi di interesse Bce oltre il 4% in estate: la conferma

Intervistato da Il Sole 24 ore, il vicepresidente Bce De Guindos è stato abbastanza chiaro nel prevedere cosa accadrà nei prossimi mesi riguardo la politica monetaria in Eurozona: i tassi saliranno ancora, considerando che l’inflazione è elevata e che la stabilità finanziaria europea è stata finora garantita.

I prossimi incontri di giugno, luglio e settembre del board guidato da Lagarde saranno cruciali per la stretta al credito nel vecchio continente e sull’entità dei rialzi dei tassi che ci attende De Guindos è stato piuttosto esplicito:

“L’aumento “normale” dei tassi in politica monetaria è un quarto di punto. I rialzi da 50 e 75 punti base sono stati dei passi straordinari per rispondere a un’inflazione molto alta. Dovevamo innalzare i tassi di 375 punti base, è stata una fase importante e l’inflazione infatti sta scendendo. Ora siamo arrivati alla fase finale del nostro viaggio di inasprimento monetario, e dunque torniamo alla normalità, ai passi da 25 punti base

La normalità, dunque, risiede ancora in aumenti del costo del denaro, con il tasso di interesse di riferimento che potrebbe arrivare al 4,50% a fine settembre. Sebbene l’incremento di un quarto di punto venga considerato un passo più “colomba” che “falco”, è innegabile che sarebbe comunque un percorso aggressivo importante per l’Eurozona.

Per De Guindos questa è la strada naturale che la Bce deve percorrere, considerando che il suo mandato è garantire la stabilità dei prezzi. C’è da considerare, inoltre, che il quadro complessivo è buono: “I rendimenti dei titoli di Stato sono saliti, ma gli spread sono rimasti abbastanza stabili. Non si è visto un aumento della frammentazione in seguito a questo rialzo dei tassi. Inoltre i bilanci delle banche europee stanno migliorando, nel primo trimestre di quest’anno la redditività è risultata migliore delle attese”.

Famiglie e imprese cominciano a risentire della stretta al credito, ma non in modo allarmante secondo il vicepresidente Bce. L’importante è tenere alta l’attenzione e monitorare riunione per riunione dati e impatti sull’economia reale.

Tutto prosegue come previsto, quindi, per la Banca centrale europea. E per i cittadini? Il prezzo della stretta monetaria si sta facendo sentire, accompagnato da una generale incertezza su prezzi e crisi energetica. L’ottimismo di De Guindos potrebbe essere fuorviante e con tassi ben oltre il 4% tra pochi mese, gli effetti impatteranno su famiglie, imprese, crescita.

Cosa può accadere con tassi Bce sempre più alti?

L’unica certezza per l’Eurozona è che i tassi di interesse saliranno ancora, anche se probabilmente di soli 25 punti base. Per il resto, tutto è ancora da capire: ci sarà recessione? L’inflazione energetica tornerà a salire con nuove tensioni in Russia? Gli oneri sul debito - tema cruciale in Italia - saranno troppo elevati?

Gli interrogativi non hanno risposte sicure al momento. Da considerare, però, che con tassi di interesse più alti ancora e sulla soglia del 4,50% - si presume - a fine estate, le rate sui mutui si alzeranno oltre il record già registrato. Per le imprese sarà più costoso avere prestiti e gli investimenti rallenteranno. L’euro può rafforzarsi danneggiando le esportazioni. I rendimenti dei titoli di Stato possono crescere mettendo a rischio la fiducia degli investitori nel nostro Paese.

Il tutto, ovviamente, a favore di una inflazione in calo. Questo è il vero obiettivo della Bce. Sarebbe, ovviamente, un’ottima notizia avere prezzi più bassi, visto che il costo della vita continua a erodere il potere di acquisto dei cittadini. Tuttavia, anche in questo campo, le insidie abbondano: i prezzi energetici possono di nuovo accelerare e la crescita dei salari può inasprire il tasso di inflazione.

La Bce è chiamata a mesi difficili: avere tassi di interesse oltre il 4% entro l’estate avrà conseguenze importanti sulla ripresa dell’Eurozona.

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