Addio a Superbonus e bonus casa? Tutte le eccezioni per avere per l’ultima volta i maxi sconti con la cessione del credito

Giacomo Andreoli

28 Aprile 2023 - 07:30

Il governo Meloni ha ridimensionato fortemente Superbonus e bonus casa, ma in alcuni casi è possibile ancora usufruire degli sconti in versione originale con la cessione del credito.

Addio a Superbonus e bonus casa? Tutte le eccezioni per avere per l’ultima volta i maxi sconti con la cessione del credito

Con la fine della cessione del credito e dello sconto in fattura il Superbonus nel 2023 “è tecnicamente morto”. A dirlo a Money.it è la commercialista e divulgatrice social di temi fiscali, Giorgia Salardi, che spiega come oramai sia molto difficile, se non impossibile, usufruire del maxi sconto per lavori avviati in questo momento, almeno in una formula simile a quella ideata dal governo Conte II nel 2020.

Ci sono però alcune eccezioni, casi in cui, in merito alle spese del 2022 e di gran parte del 2023, si può ancora usufruire dello sconto al 110%. Oppure altri casi in cui, in generale e per tutti i bonus casa, si può ancora la possibilità della cessione del credito o dello sconto in fattura. Queste modalità permettono di non dover anticipare denaro, rendendo i lavori di efficientamento energetico in casa immediatamente fattibili anche per chi ha redditi medio-bassi.

Come avere il Superbonus al 110% nel 2023

Quei soggetti - spiega Salardi - che nel 2022 avevano già avviato i cantieri e al 30 settembre 2022 avevano già completato il 30% dei lavori in casa, possono avere il 110% sulle spese che permettevano di avere il Superbonus fino al 30 settembre 2023. Per queste spese si potrà chiedere lo sconto in fattura o avere la cessione del credito con sconto al 110% sulle spese sostenute fino a questa data”.

C’è poi per alcuni una proroga della cessione del credito e dello sconto in fattura. Coloro che avevano sostenuto delle spese nel 2022 potevano cederle a una banca entro il 31 marzo 2023, comunicando la cessione del credito entro quella data, altrimenti si perdeva quella possibilità. Con gli ultimi interventi del governo Meloni, ci dice la commercialistaci sarà tempo fino al 30 novembre per trovare una banca che compri i crediti, sperando che tutti gli istituti di credito nel frattempo aprano i canali. Bisogna però pagare 250 euro per ogni comunicazione, la cosiddetta remissione in bonis”.

Le tre possibilità per chi non ha ceduto il credito

Se si sono sostenute spese di Superbonus 110% nel 2022 ancora non cedute alle banche, quindi, si aprono ora 3 diverse possibilità:

1) Se c’è un accordo con una società o banca entro il 31 marzo 2023 ci sarà tempo fino al 30 novembre per la cessione, pagando la remissione;

2) Se l’accordo per comprare il credito non c’è, ci sarà tempo comunque fino al 30 novembre, sempre pagando 250 euro, ma solo se si cede a una banca o ad un’assicurazione (e non ad un’azienda privata);

3) Se non c’è accordo e non si riesce a trovare un compratore si può optare per recuperare il 110% in dichiarazione dei redditi in via straordinaria in 10 anni.

Lavori di efficientamento energetico, come usufruire dello sconto al 90%

Tuttavia, come ricorda Salardi, “se oggi si inizia un lavoro di qualsiasi tipo dentro casa, con qualsiasi tipo di bonus, non c’è più la possibilità di cedere il credito o avere lo sconto in fattura”. Sono fatti salvi, però, “i lavori iniziati prima, di chi ha presentato la Cilas entro il 16 febbraio scorso e che può avere cessione del credito e sconto in fattura con il Superbonus al 90% o gli altri bonus casa”.

Perché nel 2023 il Superbonus è morto

Il Superbonus nel 2023 per i nuovi lavori, spiega la commercialista, è quindi “tecnicamente morto, rientrando nel novero dei bonus casa pre-2020”.

Quest’anno c’è infatti lo sconto al 90%, ma per villette e unifamiliari è solo per i nuclei familiari con redditi di riferimento fino a 15mila euro. “Queste persone - aggiunge Salardi - non recupereranno la detrazione, avendo bassa Irpef. Per i nuovi lavori nei condomini, poi, lo sconto al 90% durerà solo un altro anno, ma senza cessione del credito e con le difficoltà che abbiamo visto negli ultimi mesi per le imprese edili, oltre che la notevole burocrazia: per questo non sto sentendo di persone che avviano ora i lavori”.

Certo - ci dice - se fosse ancora possibile cedere il credito, sarebbe diverso: converrebbe avviare ora i lavori, nonostante la discesa dello sconto dal 110% al 90%. A questo punto rimangono gli altri bonus casa, ma solo se si ha Irpef da cui recuperare in detrazione, e con redditi non troppo bassi”.

Non solo: anche molti autonomi sono esclusi. “Per chi ha una partita Iva con regime forfettario (con redditi fino a 85mila euro) - conclude Salardi - non si può recuperare nulla con la detrazione, né in 4, né in 10 anni, perché non c’è l’Irpef, ma un’imposta sostitutiva”.

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