Queste 3 banche centrali stanno per travolgere i mercati

Violetta Silvestri

10/06/2023

Terremoto finanziario in vista con 3 banche centrali pronte a nuove decisioni sui tassi: perché i mercati stanno per essere travolti da altre scosse di instabilità.

Queste 3 banche centrali stanno per travolgere i mercati

È una settimana all’insegna delle banche centrali con gli incontri di: Federal Reserve statunitense, Banca centrale europea e Banca del Giappone: sono questi i 3 eventi osservati speciali e potenzialmente in grado di colpire i mercati.

Dalle azioni ai rendimenti obbligazionari fino al Forex, con il focus sulla forza del dollaro, tutti i settori finanziari, già caratterizzati da ampia volatilità, sono a rischio crollo o instabilità in vista di decisioni cruciali su tassi di interesse e lotta all’inflazione.

Se, infatti, i prezzi alle stelle stanno cominciando a raffreddarsi, l’indice core rimane ben oltre il target del 2% e questo non facilita il compito di Fed e Bce, alle prese anche con indizi di rallentamento economico e attente a non causare shock troppo impattanti (l’Eurozona è scivolata in una recessione tecnica).

Di diversa natura la situazione giapponese, dove si prosegue con una politica monetaria accomodante. Con il rischio che, se i tassi nipponici iniziano ad aumentare, gli ingenti investimenti dei giapponesi nel debito americano ed europeo vengano svenduti.

Le 3 banche centrali, quindi, stanno per impattare sui mercati finanziari con le loro decisioni: cosa osservare.

1. Fed e inflazione Usa: mercati in attesa

Martedì i mercati attendono non uno, ma due eventi principali con i dati sull’inflazione di maggio negli Stati Uniti, mentre la Fed dà il via alla sua riunione di due giorni.

I segnali di prezzi in calo a maggio sarebbero probabilmente accolti con favore dai mercati.

Mercoledì la Fed dovrebbe mantenere invariati i costi dei prestiti e gli investitori cercheranno di valutare cosa accadrà in futuro e se ci sarà spazio per nuovi aumenti. Per ora, i mercati valutano solo un altro rialzo quest’anno, una prospettiva con cui gli investitori sembrano a proprio agio, a giudicare dalla recente forte performance delle azioni statunitensi.

Tassi Fed e inflazione Tassi Fed e inflazione andamento prezzi e tassi

Gli economisti si aspettano che la Federal Reserve interrompa il suo ciclo di inasprimento nella riunione del 13-14 giugno, mentre le pressioni sui prezzi si attenuano e mentre il suo tasso chiave sale al di sopra dell’inflazione per la prima volta dalla metà del 2020, come mostrato nel grafico elaborato da Reuters.

2. Bce verso altri aumenti dei tassi

Giovedì sembra probabile un altro aumento del tasso della Bce di 25 punti base, con l’attesa per indizi dalla banca centrale della zona euro su ciò che accadrà dopo. Cresce la possibilità che il ciclo di inasprimento più veloce della storia dell’Eurotower finisca presto.

L’inflazione nell’area dell’euro è scesa più rapidamente del previsto a maggio e l’inflazione core, al netto della volatilità dei prezzi, ha rallentato per il secondo mese. L’economia del blocco è scivolata in recessione e il prestito bancario sta rallentando rapidamente.

I mercati ritengono che la Bce proseguirà con un altro incremento da un quarto di punto a luglio: e poi, ci sarà la pausa? Il punto è che l’inflazione di fondo, appena al di sotto di un record, è ancora elevata, quindi alcuni falchi stanno tenendo sul tavolo un aumento post-estate. Il tutto, però, in un clima generale di sofferenza. Solo in Italia, per esempio, tassi alti e inflazione stanno bruciando i risparmi, oltre a limitare le risorse per nuovi investimenti aziendali.

Inflazione e tassi Eurozona Inflazione e tassi Eurozona Target Bce ancora non raggiunto

Come mostra il grafico elaborato da Reuters, l’inflazione in Eurozona sta calando e i picchi innescati dalla guerra in Ucraina sono lontani, ma il target Bce non è raggiunto ancora.

3. Banca del Giappone

Secondo Kazuo Ueda, governatore della BOJ recentemente nominato, il Giappone si sta gradualmente allontanando dalla convinzione che i prezzi al consumo e i salari rimarranno bassi.

Tuttavia, alcuni dati hanno mostrato che i salari reali sono ancora diminuiti per il 13° mese consecutivo, anche se i sindacati hanno negoziato il più grande aumento salariale degli ultimi tre decenni durante le trattative salariali primaverili.

Tutto consolida l’opinione del mercato secondo cui è troppo presto per le modifiche allo stimolo della BOJ venerdì. Ueda ha segnalato che la politica ultra accomodante rimarrà fino a quando gli aumenti salariali e l’inflazione non saranno stabili e sostenibili. Per ora, quindi, non dovrebbero esserci scosse ai mercati dal Giappone, con tassi ancora bassi per stimolare la domanda.

Tuttavia, segnali da Ueda di futuri rialzi del costo del denaro potrebbero preparare gli investitori a tornare in patria, puntando su obbligazioni nazionali e scaricando il debito estero (anche europeo). Questo è u allarme per la stabilità obbligazionaria.

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