Prezzo petrolio frena: il greggio può crollare con default Usa e crisi in Cina?

Violetta Silvestri

22 Maggio 2023 - 10:42

Il prezzo del petrolio scende e le pressioni al ribasso sono almeno due: il rischio default Usa e una ripresa n Cina che vacilla. Cosa aspettarsi? Crollo o rimbalzo del greggio?

Prezzo petrolio frena: il greggio può crollare con default Usa e crisi in Cina?

Il prezzo del petrolio parte sotto pressione lunedì 22 maggio e scende sia nella quotazione Brent che nei futures Wti.

Entrambi i benchmark sono in frenata, poiché la cautela sui colloqui per l’innalzamento al tetto del debito degli Stati Uniti e le preoccupazioni per la ripresa della domanda in Cina hanno compensato la spinta proveniente dalle minori forniture dal Canada e dai produttori dell’OPEC+.

L’oro nero al momento teme molto di più una recessione statunitense e l’incertezza dalla ripresa cinese piuttosto che considerare il prossimo futuro di forniture in calo che probabilmente sosterranno le quotazioni.

Nello specifico, lo stallo Usa e il timore di un fallimento della prima potenza mondiale si sta riversando anche sul prezzo del petrolio, che teme il peggio e viaggia al ribasso. Tuttavia, anche la Cina preoccupa, con i suoi dati economici contrastanti e problemi interni ancora da risolvere sul piano della piena ripresa.

Cosa teme di più il greggio: le quotazioni possono crollare?

Prezzo del petrolio in calo: c’è allarme per il debito Usa

La ripresa dei negoziati sul tetto del debito degli Stati Uniti rimarrà un fattore chiave per il greggio e la propensione al rischio questa settimana: la valutazione è di Tony Sycamore, analista di IG.

Il motivo di tanta apprensione sul legame debito Usa e quotazioni del greggio è semplice: gli Stati Uniti sono il più grande consumatore mondiale di petrolio. La questione di un potenziale default Usa già dal 1 giugno sta diventando cruciale per tutti i settori di mercato e di investimento, poiché il rischio che la prima potenza mondiale si ritrovi senza liquidità sufficiente per adempire ai propri obblighi di pagamento aumenta di giorno in giorno.

“Nonostante le speranze di ripresa dei colloqui, vi sono rischi che un accordo venga raggiunto solo all’ultimo minuto”, ha affermato Charu Chanana, market strategist di Saxo Capital Markets Pte. Anche se si arriverà a un’intesa, i tempi e le modalità di quest’ultima saranno cruciali e possono comunque minare il mercato del debito Usa e quindi la sua intera economia.

L’ombra della recessione persiste sugli Usa e, per estensione, ostacola un reale aumento del prezzo del petrolio. “Mi aspetto molta volatilità nei prossimi giorni e un rimbalzo al rialzo dei prezzi del greggio man mano che verrà raggiunto un accordo per aumentare il tetto del debito”, ha affermato Vandana Hari, di Vanda Insights.

Sul greggio pesa la debolezza della Cina

Non solo Usa: i deboli rapporti sui dati economici dalla Cina nelle ultime settimane hanno suscitato preoccupazioni sulla domanda nel principale importatore di greggio al mondo e secondo consumatore di petrolio.

“Se il mercato immobiliare continua a scendere e i politici non rispondono, aumenta il rischio di un rallentamento della Cina, il che significa cattive notizie per il consumo e la domanda di petrolio greggio”, ha affermato Sycamore

Il greggio intanto diminuisce insieme ad altre materie prime, con i metalli tra cui rame e minerale di ferro scambiati in ribasso. Il Bloomberg Commodity Spot Index ha perso circa il 9% quest’anno e ha registrato la chiusura più bassa dalla fine del 2021 la scorsa settimana. Queste sono indicazioni di un diffuso timore per una domanda debole o traballante nei due colossi dell’economia mondiale.

Cosa succede all’offerta di petrolio e quanta spinta darà al prezzo

La scorsa settimana, entrambi i benchmark petroliferi hanno guadagnato circa il 2%, il primo guadagno settimanale su cinque, dopo che gli incendi hanno bloccato grandi quantità di offerta di greggio ad Alberta, in Canada.

Intanto, l’impatto dei tagli volontari alla produzione da parte dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e dei suoi alleati, compresa la Russia, nota come OPEC+, si sta facendo sentire, hanno affermato gli analisti di Goldman Sachs e JP Morgan.

Le esportazioni totali di greggio e prodotti petroliferi del gruppo sono crollate di 1,7 milioni di barili al giorno entro il 16 maggio, ha affermato JP Morgan, aggiungendo che le esportazioni di petrolio russo probabilmente diminuiranno entro la fine di maggio.

Da ricordare che nel suo ultimo rapporto mensile, l’AIE ha avvertito di un’incombente carenza di greggio nella seconda metà del 2023, quando si prevede che la domanda eclisserà l’offerta di quasi 2 milioni di barili al giorno.

Infine, un segnale su potenziali rialzi dei prezzi del petrolio sta arrivando anche dalle piattaforme petrolifere Usa, il cui numero è sceso da 11 a 575 nella settimana fino al 19 maggio, il più grande calo settimanale da settembre 2021, secondo la società di servizi energetici Baker Hughes.

“Un rallentamento dell’attività di perforazione negli Stati Uniti è una preoccupazione per il mercato petrolifero, che dovrebbe registrare un notevole deficit nella seconda metà di quest’anno”, ha affermato ING.

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