Pessime notizie per i 240 mila lavoratori assunti con Ccnl Federdistribuzione

Simone Micocci

27/03/2024

27/03/2024 - 18:11

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Rinnovo del contratto per il settore della Distribuzione moderna organizzata (Federdistribuzione): niente di fatto. Proclamato uno sciopero per la giornata del 30 marzo.

Pessime notizie per i 240 mila lavoratori assunti con Ccnl Federdistribuzione

Non ci sono buone notizie per i lavoratori e le lavoratrici - circa 240 mila - impiegati nella Distribuzione moderna organizzata con Ccnl Federdistribuzione, i quali dopo la notizia del rinnovo di contratto per il settore Servizi, Distribuzione e Commercio (Confcommercio e Confesercenti) speravano fosse arrivato il loro momento.

Effettivamente nella giornata di ieri era in programma un incontro che si sperava essere risolutore, con i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs da una parte e l’associazione datoriale Federdistribuzione dall’altra.

Tuttavia, dopo una lunga e faticosa trattativa non è stato raggiunto l’esito sperato, anzi. C’è rottura tra le parti, con i sindacati di categoria che hanno proclamato una sciopero invitando quanti più lavoratori a prenderne parte.

Di diverso parere Federdistribuzione: pur prendendo atto, con rammarico, della rottura unilaterale, ritiene di aver affrontato con “senso di responsabilità” la questione salariale, tanto da aver trovato una sostanziale sintonia con le organizzazioni sindacali. Ma a quanto pare, almeno per il momento, non è stato sufficiente.

Chi sono i lavoratori della distribuzione moderna organizzata?

Come da definizione data dal contratto, a operare nel settore della Distribuzione moderna organizzata (Dmo) sono le imprese del commercio moderno alimentari e non alimentari operanti attraverso le formule della:

  • grande distribuzione,
  • distribuzione organizzata/associata,
  • catene di negozi,
  • franchising,
  • ingrosso,
  • cash and carry e shopping on line,

Queste sviluppano la propria attività attraverso “centri commerciali, negozi a libero servizio di ogni dimensione (quali ad esempio ipermercati, superstore, supermercati, negozi di vicinato, grandi magazzini, grandi superfici specializzate e non) in tutte le categorie merceologiche in gestione diretta, franchising, e-commerce o altre formule distributive”.

Un settore che comprende circa 240 mila lavoratori e lavoratrici dipendenti, i quali solo 51 mesi fa hanno beneficiato del primo Contratto collettivo nazionale del settore.

Rottura del tavolo delle trattative, Distribuzione moderna organizzata resta “senza” contratto

A tal proposito, Fisascat Cisl ritiene che da parte di Federdistribuzione ci sia da sempre un atteggiamento ostile nei confronti dei lavoratori, come già dimostrato in passato (ad esempio con il rinnovo del 2018, arrivato con ben 45 mesi di ritardo rispetto alla sottoscrizione del Ccnl TDS Confcommercio del 30 marzo 2015).

Un atteggiamento che - secondo i sindacati - è nuovamente emerso nel corso del confronto per il rinnovo di contratto che si è tenuto nella giornata di ieri, martedì 26 marzo.

Nel dettaglio, le parti sociali hanno percepito una sorta di irresponsabilità da parte di Federdistribuzione, “colpevole” di aver presentato richieste volte a “sabotare i diritti” e le garanzie attualmente previste nel Ccnl.

Richieste irrealistiche secondo i sindacati, miranti unicamente a complicare le trattative e a precarizzare ulteriormente i lavoratori del settore.

In particolare, le organizzazioni sindacali criticano l’introduzione di una flessibilità contrattuale e la riduzione della dignità professionale dei lavoratori attraverso una riorganizzazione dei livelli di inquadramento.

Inoltre, non è stata data alcuna disponibilità alle richieste sindacali riguardanti gli appalti e le terziarizzazioni, né il franchising.

Stop alle trattative e sciopero

Questo atteggiamento di Federdistribuzione è stato giudicato “arrogante” dai sindacati, che hanno invitato le lavoratrici e i lavoratori della Dmo a mobilitarsi contro questa situazione.

L’appello è rivolto a centinaia di migliaia di lavoratori, affinché partecipino alla giornata di sciopero e mobilitazione del 30 marzo, con l’obiettivo di ottenere un rinnovo contrattuale dignitoso che rispetti i loro diritti e le loro condizioni lavorative.

Lo sciopero sarà caratterizzato dall’astensione dal lavoro per l’intero turno di lavoro e dalla realizzazione di manifestazioni, compresi flash mob, presso i punti vendita delle imprese più rappresentative in ogni provincia.

La risposta di Federdistribuzione

Va detto che Federdistribuzione ritiene di non avere colpe per come è andata la trattativa. Nel comunicato appena inviato, infatti, ha spiegato di aver semplicemente proposto alcuni adeguamenti normativi al contratto per andare incontro a cambiamenti intervenuti negli ultimi anni nell’organizzazione del lavoro delle imprese e con l’obiettivo di renderne più puntuale l’applicazione.

Ma sempre nel rispetto dei diritti acquisiti.

Il problema è che i sindacati non sono stati altrettanto disponibili al confronto, per quella che secondo Federdistribuzione è un’occasione persa dovuta a una decisione sindacale immotivata. E conclude definendo un “atto di grave irresponsabilità”, privo di fondamento, la proclamazione dello sciopero del 30 marzo.

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