Tasse in 12 mesi per tutti, come cambiano le scadenze?

Patrizia Del Pidio

9 Maggio 2024 - 08:30

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Con la novità di quest’anno che dilaziona il pagamento di saldo e acconto in sette mesi, finalmente tutti possono pagare le imposte mensilmente. Vediamo coma cambia il calendario.

Tasse in 12 mesi per tutti, come cambiano le scadenze?

Tasse in 12 mesi per tutti, ma se per i dipendenti questa non è una novità, lo è per le partite Iva. Cambiano le scadenze fiscali e almeno per il 2024 anche i lavoratori autonomi potranno versare le tasse tutti i mesi senza dover fare i conti con il maxi saldo di giugno e l’acconto di novembre. Il decreto Adempimenti, infatti, ha portato molte novità sulla semplificazione degli adempimenti tributari dei lavoratori autonomi, recepite con due circolari dell’Agenzia delle Entrate, l’ultima delle quali pubblicata il 2 maggio 2024. >Tutti i lavoratori con partita Iva e senza possono dilazionare il pagamento del saldo e del primo acconto in sette mesi (invece che in sei come previsto fino allo scorso anno).

La novità si aggiunge a quella che ha portato allo slittamento e alla possibilità di dilazionare anche il secondo acconto in cinque mese, ma la misura è stata prevista solo in via sperimentale per il 2024. L’impegno del Governo, attualmente, è quello di rendere strutturale la dilazione del secondo acconto per fare in modo che anche i lavoratori autonomi possano spalmare il pagamento delle tasse su dodici mesi, come già fanno i lavoratori dipendenti e i pensionati.

Tasse mensilizzate per gli autonomi, la novità in arrivo

L’autore della riforma, Alberto Gusmeroli, è certo di quello che accadrà in futuro e annuncia

Contiamo di intervenire con un decreto nei prossimi tre mesi. L’operazione non comporta costi per lo Stato e assicura maggiore liquidità a professionisti e imprese, che in futuro avranno a che fare con un Fisco più equo.

Questo sarebbe un importante passo avanti per cambiare il sistema fiscale e renderlo più semplice ai contribuenti che, fino a ora, non hanno avuto la possibilità di versamenti regolari.

Si sta lavorando, tra le altre cose, anche sulla possibilità di rendere dilazionabili anche i contributi previdenziali dovuti con il secondo acconto, che attualmente devono essere versati a novembre di ogni anno in un’unica soluzione.

Il nuovo calendario per il saldo e primo acconto 2024

La prima novità in ambito versamenti fiscali la troveremo proprio con la dichiarazione dei redditi di quest’anno: per versare il saldo e il primo acconto ci sarà una rata in più e la dilazione potrà andare da giugno a dicembre.

Il nuovo calendario per i versamenti vede queste scadenze per saldo e primo acconto:

  • prima rata, entro il 1° luglio 2024 (il 30 giugno, essendo festivo fa slittare il primo pagamento);
  • seconda rata entro il 16 luglio 2024;
  • terza rata entro il 20 agosto 2024;
  • quarta rata entro il 16 settembre 2024;
  • quinta rata entro il 16 ottobre 2024; -
  • sesta rata entro il 18 novembre 2024 (il 16 novembre cade di sabato e fa slittare la scadenza al primo giorno utile successivo);
  • settima e ultima rata entro il 16 dicembre 2024.

A questa rateizzazione si somma quella prevista per il secondo acconto che dal 30 novembre (per il 2023) è slittato al 16 gennaio con la possibilità di versare il dovuto in massimo 5 rate, da gennaio, appunto, a maggio.

Quest’anno, quindi, gli autonomi che hanno scelto di versare le imposte a rate lo hanno potuto fare pagando tutti i mesi la dilazione.

La rateizzazione dell’acconto di novembre 2023

Lo slittamento del secondo acconto da novembre 2023 a gennaio 2024 e la possibilità di dilazionare i versamenti ha riguardo oltre 3 milioni e mezzo di autonomi. Se, però, la misura sarà resa strutturale e ampliata a tutte le partite Iva, potrebbe riguardare 5 milioni di contribuenti a cui non sarà più chiesto di versare un anticipo sulle tasse, ma che potranno versare le stesse ad anno concluso e su un reddito effettivo e non presunto.

Gusmeroli spiega che l’intenzione è quella di rendere strutturale il meccanismo estendendolo a tutti, anche a pensionati e dipendenti che hanno altri redditi. In questo modo si riuscirebbe ad abolire anche la ritenuta d’acconto che, con tasse mensilizzate, non avrebbe più ragione di esistere.

Questo cambiamento, che nel mondo delle partite Iva rappresenta una vera rivoluzione, è completamente a costo zero perché gli incassi non variano, anche se versati più tardi.

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