Dalla morte della regina alla crisi economica: il Regno Unito in bilico

Violetta Silvestri

09/09/2022

Il Regno Unito in preda a una delle peggiori crisi economiche e finanziarie di sempre affronta la morte della regina Elisabetta II in un clima di grande incertezza, tra inflazione e recessione.

Dalla morte della regina alla crisi economica: il Regno Unito in bilico

La morte della regina Elisabetta II piomba su un Regno Unito stressato da cambiamenti politici repentini, con l’addio di Johnson e l’arrivo di Truss, e da una crisi economica tra le peggiori fra gli Stati più sviluppati.

Non c’è dubbio che l’arrivo di Carlo III sul trono inglese segna l’inizio di una nuova era per il Paese, caratterizzata da incertezza economica e indebolimento del sentimento nazionale.

La sua scomparsa sarà contrassegnata da un periodo di solenni cerimonie, durante il quale non verranno fatti annunci governativi fino a dopo il suo funerale. Anche la Banca d’Inghilterra ha rinviato di una settimana la sua riunione di politica monetaria.

La sospensione della normale politica arriva pochi giorni dopo che il Regno Unito ha insediato il suo nuovo primo ministro Liz Truss, nominata martedì dalla stessa regina, nel suo ultimo atto di servizio pubblico.

Il premier ha preso il potere in un momento assai complesso per la Gran Bretagna, ereditando un Paese gravato dalle peggiori prospettive economiche degli ultimi anni, una crisi energetica sempre più profonda e una maggiore disuguaglianza.

Dinanzi all’ulteriore fattore di smarrimento rappresentato dalla morte della regina, la nazione saprà risollevare le sue sorti economiche e finanziarie?

Senza la regina e in piena crisi economica: dove va il Regno Unito?

Scenari cupi sul Regno Unito. Come se non bastassero la crisi economica ed energetica, gli effetti ancora impattanti della Brexit, il cambio al vertice nel Governo, è giunta la morte della regina Elisabetta II a sfaldare ogni certezza.

Si cambia regnante in uno dei momenti più bui della nazione, destinato alla crescita più lenta delle economie più ricche del G7 il prossimo anno, secondo le stime del Fondo monetario internazionale di luglio. I timori di recessione in Regno Unito sono più che realistici, mentre l’inflazione a doppia cifra, al 10,1% con potenziali rialzi fino al 20% secondo Goldman Sachs, pressa la BoE a nuovi aumenti dei tassi (prossima riunione rinviata al 22 settembre).

Secondo l’analisi di Derek Thompson, giornalista americano esperto di economia, “nel 2007 il Regno Unito era più ricco degli Stati Uniti. Il suo Pil pro capite era di circa $ 50.000. Ora, 15 anni dopo, secondo questa statistica, il Regno Unito non solo ha ristagnato, è più povero di un quinto rispetto a 15 anni fa. Il suo Pil pro capite è più vicino a $ 40.000. Quasi sicuramente le cose peggioreranno prima di migliorare.”

Poche ore prima della morte della regina, Truss si è messa al lavoro delineando i suoi piani per combattere la crisi del costo della vita nel Regno Unito, svelando un ampio pacchetto di incentivi progettato per aiutare i britannici con le bollette energetiche aumentate vertiginosamente dopo la guerra della Russia in Ucraina.

Il Tesoro afferma che il pacchetto, che dovrebbe costare oltre 100 miliardi di sterline, ridurrà il picco di inflazione di 4-5 punti percentuali. Ma gli economisti hanno avvertito che la mossa potrebbe complicare il già mastodontico compito della Banca d’Inghilterra di contenere i prezzi record, stimolando la spesa per beni e salari.

La banca centrale ha effettuato il suo più grande aumento dei tassi in 27 anni il mese scorso, portando il benchmark all′1,75%, nel tentativo di ridurre l’inflazione. Gli investitori si aspettano un ulteriore aumento di 50 punti base al prossimo incontro della BoE, ma alcuni ora affermano che sarà costretta a sollevare i tassi più in alto e più rapidamente.

Senza dimenticare che la Brexit sta ancora impattando sul bilancio nazionale, con nodi logistici per il passaggio delle merci non smaltiti del tutto e mancanza di manodopera legata anche ai cambiamenti sugli ingressi degli stranieri. In bilico c’è anche il rapporto con l’Ue sulla delicata questione del confine tra Irlanda del Nord e Repubblica d’Irlanda.

In diverse occasioni proprio l’attuale premier, Truss, aveva minacciato di boicottare il Trade and Cooperation Agreement concluso con l’Ue.

Sterlina debole

Secondo Kit Juckes, Chief Global FX Strategist di Société Générale, il re Carlo III è destinato a vedere un calo del valore della valuta britannica.

La sterlina è già stata su una traiettoria discendente negli ultimi mesi, toccando il minimo da 37 anni di $1,1469 mercoledì scorso. “C’è una forte possibilità che il re Carlo III sarà il primo monarca britannico a pagare più di una sterlina per un dollaro, o più di una sterlina per un euro o entrambi. Nessuno dei due scenari è probabile quest’anno, ma la tendenza al ribasso della sterlina non finirà fino a quando non ci sarà un cambiamento sismico nella direzione della politica economica e dell’economia”, nell’opinione dell’esperto.

La crisi economica pressa il re Carlo III

In questo scenario, aumenta la pressione non solo su Truss, ma anche su re Carlo, i due nuovi leader britannici, il cui ruolo sarà quello di radunare il sentimento pubblico durante un periodo di crisi.

La monarchia deve anche affrontare continue critiche sul suo essere obsoleta e sul peso per le finanze pubbliche in un Paese in preda a una crisi del costo della vita.

“Re Carlo ha già dei piani - li vedremo nei prossimi mesi e sicuramente negli anni - per snellire la famiglia reale”, ha detto venerdì alla CNBC Andrew Roberts, storico e professore al King’s College di Londra.

“Stiamo affrontando una massiccia crisi del costo della vita nel Regno Unito e ciò che la gente vuole vedere è che la famiglia reale se ne renda conto e si comporti di conseguenza”, ha detto, aggiungendo che potrebbero esserci meno reali che partecipano a eventi di alto profilo in futuro.

La morte della regina Elisabetta II segna quindi uno spartiacque anche economico: da qui riparte la ripresa economica inglese?

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