La crisi italiana potrebbe essere un’opportunità per gli investitori

Marco Ciotola

30 Maggio 2018 - 12:58

Invece di vendere in pieno panico da crisi italiana, forse la reazione più giusta potrebbe essere quella di investire di più. Diverse reazioni del mercato in periodi simili sembrano dare peso alla teoria. Vediamo perché.

La crisi italiana potrebbe essere un’opportunità per gli investitori

L’ultima crisi politica, economica e monetaria dell’Italia - che sta facendo tremare i mercati finanziari - offre agli investitori l’ennesima opportunità per capire come reagire alle notizie.

Questo perché il problema che si trova ad affrontare il nostro Paese non rappresenta certo il primo caso di nazioni che, in preda a debito e aspre politiche fiscali e monetarie, minacciano un’uscita dal proprio sistema monetario. Se si torna con la memoria alle precedenti crisi, si può notare come gli investitori hanno sempre reagito con allarme, ma il più delle volte il mercato azionario si è ripreso con rapidità, per tornare presto a scambiare su quotazioni più elevate rispetto al periodo precedente alla crisi.

Su questo tema, forse la dimostrazione più attuale arriva dalla reazione del mercato azionario al referendum sulla Brexit nel Regno Unito del giugno 2016. Il Dow Jones Industrial Average perse quasi 1.000 punti nei due giorni di negoziazione successivi al voto. Ma dopo appena otto sessioni di trading, il Dow era più in alto di quanto non fosse prima del voto sulla Brexit.

Eppure la reazione del mercato alle crisi valutarie non è stata sempre così rapida, e ci sono grandi differenze tra la situazione inglese e quella italiana, non ultimo il fatto che l’economia del Belpaese è molto più debole di quella britannica. Indipendentemente da questo, la reazione tipica del mercato azionario statunitense alle crisi valutarie è sorprendentemente vicina al modello osservato in seguito al voto sulla Brexit in Gran Bretagna.

Da prendere in considerazione, in questo caso, la reazione del mercato alla crisi che la Grecia ha vissuto a partire dalla fine del 2009, ritenuta da molti la più simile a quella italiana. Nel corso degli anni successivi, sono stati raggiunti una serie di accordi fiscali e monetari urgenti tra governo greco, le più forti economie europee e l’FMI. La minaccia costante che spingeva verso tutti quei negoziati era rappresentata da un’uscita greca dall’euro - una cosiddetta “Grexit” - che avrebbe innescato una sorta di effetto domino, facendo crollare l’intera Unione europea.

Anche così, il mercato azionario degli Stati Uniti nel tempo è cresciuto in modo significativo, proprio sulla scia di quella minaccia incombente.

Le reazioni alle crisi: quattro precedenti

Una simile previsione, formulata da MarketWatch, può trovare sostegno nelle performance del mercato azionario dopo le quattro crisi del debito sovrano e delle valute prima della Grecia, ovvero:

  • la svalutazione del peso messicano del 1994 e la relativa crisi;
  • la crisi del debito del governo thailandese del 1997, che fece da apripista alla crisi finanziaria asiatica è portò al termine contagio asiatico;
  • la svalutazione del rublo russo dell’agosto 1998, che portò al fallimento della gestione del capitale a lungo termine;
  • il debito del governo argentino del 2001 e la relativa crisi valutaria.

Il grafico sottostante mostra come il mercato azionario statunitense abbia reagito in media a queste quattro crisi. Per entrambe le serie di dati, 100 rappresenta il livello del mercato azionario nel momento in cui quelle crisi si sono presentate per la prima volta sulla scena finanziaria mondiale. Da notare che la reazione dell’azionario alla crisi greca si avvicina non poco alla media del suo comportamento sulla scia dei precedenti quattro.

Nel grafico, gli anni si riferiscono alla durata della crisi e le cifre sono quelle riferite al livello del mercato azionario. 100 è il livello del mercato nel momento in cui la crisi si apre. L’andamento in rosso corrisponde alla media delle precedenti quattro principali crisi del debito sovrano, mentre quello in blu corrisponde alla crisi del debito europeo. Fonte: MarketWatch e HulbertRatings

Comportamenti simili si riscontrano anche da un’analisi che misura la reazione dei mercati alle crisi geopolitiche nel secolo scorso, condotta da Ned Davis Research: in media il mercato azionario si riprende presto da qualsiasi debolezza successiva a una crisi e, entro una media di sei mesi, presenta quotazioni più elevate rispetto al periodo pre-crisi.

Il punto? Se il futuro si dimostrerà come il passato, gli investitori finiranno col rimpiangere una reazione istintiva di vendita indotta dalla crisi italiana. E se si possiede uno spirito particolarmente avventuroso, si potrebbe persino sfruttare la crisi per prendere in considerazione l’acquisto di più azioni.

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