Con la successione si accetta l’eredità?

Ilena D’Errico

30/03/2023

La dichiarazione di successione è molto spesso obbligatoria, ecco perché è importante sapere se (e quando) configura l’accettazione tacita dell’eredità.

Con la successione si accetta l’eredità?

La dichiarazione di successione è un documento fondamentale quando si tratta di eredità, in quanto permette di calcolare l’ammontare del patrimonio ereditario e pagare di conseguenza le imposte previste. Chi vuole accettare l’eredità non ha quindi problemi a svolgere questo adempimento, mentre spesso chi è incerto teme che con la dichiarazione di successione si accetti anche l’eredità.

In effetti, l’ordinamento italiano ammette anche la forma tacita dell’accettazione, che si compie per determinate azioni dei chiamati all’eredità, senza la necessità di un atto scritto o formale. Al contrario della rinuncia, oltretutto, l’accettazione non è revocabile e un’accettazione pura e semplice non può essere mutata in una con beneficio d’inventario. Ecco perché sarà un sollievo sapere che la dichiarazione di successione non comporta l’accettazione dell’eredità.

Dichiarazione di successione e accettazione dell’eredità

La dichiarazione di successione è un atto dal carattere puramente fiscale; infatti, deve essere presentata presso l’Agenzia delle entrate. L’obbligo di presentazione della dichiarazione di successione ricade su tutti i chiamati all’eredità, eccetto quelli che hanno già presentato l’atto di rinuncia. La dichiarazione di successione deve essere presentata entro 12 mesi dalla morte del defunto e non ha nulla a che fare con l’eredità, escluso l’aspetto fiscale.

Difatti, in presenza di più soggetti obbligati è sufficiente che a presentare la dichiarazione sia uno solo di questi, senza che ciò possa avere conseguenze sulla successione (ma nemmeno riguardo alle imposte, dovute soltanto da chi riceve effettivamente l’eredità, quindi eredi o legatari che hanno accettato).

La dichiarazione, peraltro, non è sempre obbligatoria ma è spesso utile anche per i chiamati all’eredità, in quanto permette loro di quantificare con esattezza il patrimonio ereditario. Di conseguenza, la sola dichiarazione di successione rappresenta semplicemente il rispetto di un adempimento fiscale e un lecito interesse nell’approfondire la consistenza del patrimonio, fattore che può essere determinante proprio nella scelta fra accettazione o rinuncia dell’eredità.

Successione e accettazione tacita, a cosa fare attenzione

Questo principio, secondo cui la presentazione della dichiarazione di successione non comporta l’accettazione tacita dell’eredità, è stato anche più volte ribadito dalla Corte di cassazione. La sentenza n. 22017/2016 ha ribadito a riguardo che nemmeno il pagamento dell’imposta dovuta configura l’accettazione tacita, perché è un atto dal fine puramente conservativo. La denuncia della successione e il pagamento delle imposte, infatti, non escludono automaticamente la volontà del chiamato all’eredità di rinunciare, proprio perché hanno un altro fine plausibile.

Al contrario, ci sono altri comportamenti che la giurisprudenza considera inequivocabili, in quanto per natura incompatibili con la rinuncia dell’eredità. Proprio riguardo alla dichiarazione di successione, è importante sapere che il ricorso contro l’avviso di accertamento dell’Agenzia delle entrate, così come la stipulazione di un concordato per risolvere la controversia fiscale, rappresenta invece un atto di accettazione tacita dell’eredità.

In questi casi, infatti, le azioni dell’erede provocano effetti direttamente osservabili riguardo all’eredità, indipendentemente dalle effettive intenzioni di chi li compie. Il chiamato all’eredità che ha versato il pagamento dell’imposta può semplicemente rendere nota la rinuncia all’Agenzia delle entrate e richiedere un rimborso, ma non ha alcun motivo legale di risolvere controversie in merito o contestare un pagamento che, dopo la rinuncia, non è tenuto a corrispondere.

Il confine è quindi molto labile, anche se per non sbagliarsi è sufficiente limitarsi alla denuncia della successione senza compiere alcun atto ulteriore (prima di aver consultato un legale o il notaio preferibilmente). Ovviamente queste precauzioni si riferiscono a chi vorrebbe rifiutare l’eredità oppure accettarla con beneficio d’inventario, mentre non sono necessarie per chi intende accettare in modo puro e semplice. In ogni caso, è preferibile che a presentare la dichiarazione non sia proprio il chiamato all’eredità incerto, perché nel caso di rinuncia deve essere presentata una nuova dichiarazione, con le relative imposte.

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