Recovery Plan: Confindustria boccia il piano Conte

Violetta Silvestri

25/01/2021

Confronto sul Recovery Plan tra Governo e Confindustria: Bonomi avanza dubbi sul piano Conte, ma resta disponibile al dialogo. Com’è andato l’incontro?

Recovery Plan: Confindustria boccia il piano Conte

Confindustria non promuove il Recovery Plan targato Conte: un’analisi più di metodo che di merito, che però non cambia il tono di perplessità sull’impianto del documento.

Nella giornata dedicata al settore imprenditoriale e alle associazioni di categoria relative, l’esecutivo ha avuto un confronto anche con gli industriali guidati da Bonomi. Non è la prima volta che da via dell’Astronomia arrivano critiche sull’operato e sulle scelte governative, visto che anche la manovra 2021 aveva entusiasmato poco.

Ora è la volta del tanto discusso Recovery Plan, tema cruciale per rilanciare davvero il Paese. Confindustria boccia il progetto in almeno 4 punti. Quali sono le osservazioni avanzate contro il piano Conte?

Confindustria: 4 osservazioni (critiche) sul Recovery Plan

Pur non esprimendosi nel dettaglio sui contenuti delle riforme previste dalla bozza del Recovery Plan, l’impianto generale del corposo - e complesso - documento non convince gli industriali.

Confindustria, ascoltata oggi nella videoconferenza dedicata al mondo imprenditoriale, evidenzia almeno 4 punti deboli e davvero poco soddisfacenti del piano preparato dal Governo Conte. Nella nota dell’associazione di Carlo Bonomi questi rilievi critici sono definiti come “quattro questioni prioritarie inerenti il metodo”

Innanzitutto, nel documento non c’è conformità con le linee guida UE, secondo le quali “ogni riforma strutturale e linea di intervento delle 6 missioni strutturali venga declinata secondo una stima precisa degli obiettivi quantitativi che si intende ottenere rispetto alle risorse impegnate”

Manca, quindi, questo approccio progettuale, anche quando si affrontano le tematiche su riforme chiave quali quelle dl mercato del lavoro, della Pa e della giustizia. Inoltre, si legge, “la linea d’azione deve essere plausibile, alla luce dei risultati ottenuti dall’Italia negli anni precedenti con interventi nello stesso settore, e congruo rispetto ai principali effetti di sostenibilità sociale, ambientale e al quadro generale di finanza pubblica”

Confindustria chiede dunque che il Governi lavori affinché il Recovery Plan abbia più chiaro quale impatto sarà generato sul PIL.

Il secondo aspetto è legato a quello precedente: non essendoci un quadro ben studiato su priorità, compatibilità e obiettivi, Confindustria sottolinea che il piano rischia di essere una somma di singole richieste fatte da interessi economici e sociali diversi. Non c’è la visione di quali obiettivi in termini di occupazione e produttività si vogliono realmente raggiungere.

La terza osservazione si indirizza alla riforma degli ammortizzatori sociali, che per via dell’Astronomia manca del tutto, preferendo la centralità dei Centro pubblici per l’impiego e, quindi, trascurando il discorso di cambiamento proposto da Confindustria nei mesi precedenti.

Infine, il capitolo governance: nel Recovery Plan manca ancora una definizione della task force che, come richiesto da Bruxelles, si occupi di gestire risorse e progetti. Sul tema Confindustria suggerisce:

“a nostro avviso [la governance] dovrebbe prevedere modalità di confronto strutturato e continuativo con le parti sociali e un loro coinvolgimento lungo tutto il processo di esecuzione dei progetti”

L’incontro Conte-Confindustria sul Recovery Plan ha messo in evidenza tutta la complessità del documento, che appare ancora lontano dalla definizione finale, nonostante il tempo stringa.

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