Anche Conte si è rivolto a McKinsey da presidente del Consiglio

Riccardo Lozzi

9 Marzo 2021 - 18:00

Dopo le polemiche sulla consulenza per il Recovery Plan richiesta da Draghi, emergono nuove indiscrezioni secondo cui anche Conte si sarebbe rivolto a McKinsey da presidente del Consiglio.

Anche Conte si è rivolto a McKinsey da presidente del Consiglio

Negli ultimi giorni si è assistito a una bufera mediatica sulla decisione del Governo Draghi di affidare la consulenza per la scrittura del nuovo Recovery Plan a McKinsey.

A fare scalpore è stata anche la notizia del valore della commessa del Ministero dell’Economia e delle Finanze pari a 25 mila euro, ovvero una cifra “sotto soglia” che permette un affidamento diretto senza dover passare per un bando pubblico.

Diversi osservatori e personaggi politici hanno criticato apertamente la scelta di Draghi, accusando l’esecutivo di affidare la governance del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza a una azienda privata. Uno scenario smentito con forza dal ministro Franco.

Tra questi, oltre a Giorgia Meloni, leader dell’unico partito all’opposizione, anche gli ex ministri del PD Giuseppe Provenzano e Francesco Boccia, i quali l’hanno bollato come una “faccenda grave”. Non è però la prima volta che un Governo si affida a compagnie private e, a quanto emerge, anche Giuseppe Conte si sarebbe rivolto alla stessa McKinsey nei mesi scorsi.

Anche Conte si è rivolto a McKinsey da presidente del Consiglio

Come è stato riportato dal Foglio, Conte, durante il suo secondo mandato da presidente del Consiglio, si sarebbe avvalso delle prestazioni della società newyorkese di servizi di consulenza per la stesura dei decreti Ristori.

Anche in questo caso, come per quanto affermato dal titolare dell’Economia Daniele Franco per il Recovery Plan, McKinsey avrebbe solamente supportato la redazione del provvedimenti senza interferire nelle decisioni politiche, le quali sono state adottate dal Consiglio dei ministri.

Non solo McKinsey. Conte avrebbe coinvolto, seppur indirettamente, un’altra società appartenente al novero dei giganti della consulenza mondiale, ovvero PricewaterhouseCoopers, conosciuta anche con la sigla PwC.

Alla compagnia londinese era stato affidato da Cassa Depositi e Prestiti il coordinamento per le missioni da prevedere nel piani di accesso ai fondi del Next Generation EU, curando il contenuto dei progetti da inserire nel piano che il precedente Governo, se non si fosse scatenata la crisi, avrebbe poi inviato a Bruxelles.

PA vale il 10% del fatturato delle società di consulenza

Inoltre, sempre secondo il Foglio, l’ex inquilino di Palazzo Chigi avrebbe ingaggiato altri due player, ovvero Oliver Wyman e Boston Consulting, per un parere professionale sui dossier Alitalia e Ilva di Taranto.

Uno scenario che non sorprende particolarmente, poiché, come illustrato nell’ultimo report di Assoconsulting, il 10% del fatturato globale dell’intero comparto proviene da forniture verso i soggetti della Pubblica Amministrazione.

Una situazione legata alla mancanza di figure di questo genere all’interno della PA italiana, dovuta a sua volta ai tagli avvenuti negli ultimi anni che hanno portato a una crisi strutturale del settore pubblico.

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