Quando nasce un bambino i genitori hanno 10 giorni di tempo per fare la dichiarazione di nascita: ecco una guida con le istruzioni operative, più tutte le informazioni sull’atto di nascita.
La dichiarazione di nascita è la denuncia obbligatoria da presentare al Comune per ogni bambino nato. Con la dichiarazione viene depositato l’atto di nascita, ossia quel documento in cui sono indicate le generalità del bambino e dei suoi genitori.
Quando si diventa genitori quindi ci sono degli adempimenti da assolvere entro i termini dettati dalla legge: il bambino deve essere iscritto nel registro comunale dello stato civile entro il termine di 10 giorni ed è dovere dei genitori (o degli altri soggetti autorizzati) presentare tutti i documenti necessari per la dichiarazione.
Di quali documenti si tratta? Trovate tutte le informazioni necessarie in questa guida dedicata ai certificati da richiedere e agli adempimenti da assolvere in caso di nascita di un figlio.
Dichiarazione di nascita: tempistiche
Come anticipato, la dichiarazione di nascita va effettuata quando di verifica una nuova nascita. Il termine per presentare la dichiarazione al Comune è di 10 giorni dalla nascita.
Entro 3 giorni dal parto, invece, si può presentare la dichiarazione di nascita alla direzione sanitaria dell’ospedale in cui si è verificato il parto; in questo modo - salvo diverse istruzioni da parte dei genitori - sarà il direttore sanitario della struttura a trasmettere la dichiarazione all’ufficiale di stato civile del Comune di riferimento.
Cosa succede se si presenta la dichiarazione di nascita in ritardo? In tal caso bisognerà indicare al Comune le motivazioni alla base del ritardo, le quali poi saranno iscritte nell’atto di nascita.
Chi deve presentare la dichiarazione di nascita?
Hanno l’obbligo di presentare la dichiarazione di nascita i genitori del bambino appena nato; è sufficiente anche uno solo di loro, tant’è che per ovvi motivi spesso è il padre a presentarla.
Può essere presentata anche dal procuratore speciale - ossia da un soggetto delegato - ma anche dal medico, dall’ostetrica o da qualsiasi altro soggetto che ha assistito al parto.
Come fare la dichiarazione di nascita
La dichiarazione di nascita va effettuata recandosi presso gli uffici dello stato civile del Comune dove è avvenuto il parto, oppure in quello di residenza dei genitori. Qualora i genitori non siano conviventi, la dichiarazione di nascita deve essere resa nel Comune di residenza della madre.
Per la dichiarazione è necessario presentare un altro certificato, ossia l’attestazione di avvenuta nascita rilasciata dal personale medico che ha assistito al parto.
Questo documento per essere valido deve contenere:
- generalità della mamma del bambino;
- sesso del bambino;
- informazioni sul parto (luogo, data e ora);
- indicazioni sulla struttura dove è avvenuto il parto.
In assenza di questo certificato (ossia quando nessun medico ha assistito al parto) si può fare la dichiarazione di nascita presentando la constatazione di avvenuto parto che viene rilasciata dal sanitario che ha assistito la puerpera subito dopo il parto.
Qualora neppure questo certificato sia presente, la dichiarazione va fatta allegando la dichiarazione sostitutiva del dichiarante, ossia presentando un’autocertificazione.
Atto di nascita
Con la dichiarazione l’atto di nascita viene iscritto nei registri del Comune. L’atto di nascita quindi non è altro che quel documento dove sono descritte tutte le informazioni relative al parto e al nascituro, quali:
- luogo, anno, mese, giorno e orario di nascita;
- sesso;
- nome (clicca qui per sapere quali sono vietati per legge);
- generalità dei genitori, più la loro residenza e cittadinanza;
- indicare il modo di accertamento della nascita.
L’atto di nascita è depositato nei registri di stato civile ed è esente dal pagamento dell’imposta di bollo.
Questo viene aggiornato nel tempo con una serie di fatti che si verificano successivamente al parto. Questi eventi si definiscono annotazioni, eccone alcuni esempi:
- adozione del nascituro;
- provvedimenti di curatela e tutela;
- matrimonio ed eventuali sentenze che ne pronunciano la nullità, lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili;
- acquisto o perdita della cittadinanza italiana;
- eventuali cambi di nome o di cognome;
- atto di morte.
Nell’atto di nascita quindi viene descritto l’intero percorso di vita del nascituro, mettendo in evidenza tutti quegli eventi che comportano effetti sul piano civilistico.
Prima di concludere c’è un’altra procedura di cui vale la pena parlare: la trascrizione dell’atto di nascita. Vediamo quando è necessario presentarla e perché.
A cosa serve la trascrizione dell’atto di nascita?
Si definisce trascrizione dell’atto di nascita lo strumento con il quale si chiede di trasferire un atto di nascita depositato presso l’ufficiale di stato civile di un Comune in un altro. Solitamente si ricorre alla trascrizione quando la dichiarazione di nascita viene effettuata nel Comune dove si è verificato il parto, diverso da quello di residenza dei genitori.
Può accadere infatti che una donna partorisca in vacanza, a molti chilometri di distanza dal proprio Comune di residenza. In tal caso entro 10 giorni la dichiarazione viene presentata al Comune in cui è situata la struttura sanitaria ove si è verificato il parto, dopodiché grazie alla trascrizione l’atto di nascita viene spostato in quello di residenza dei genitori (o della madre).
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