Addio ai pannelli solari? L’Unione Europea vuole puntare su questa nuova tecnologia

Giorgia Bonamoneta

27/02/2024

L’Europa è alla ricerca di un’alternativa per i pannelli solari. Su quale nuova tecnologia sta puntando?

Addio ai pannelli solari? L’Unione Europea vuole puntare su questa nuova tecnologia

L’Europa sta davvero dicendo addio ai pannelli solari? Nell’ambito del programma di transizione energetica, sono molte le tecnologie studiate per superare la dipendenza dal gas per la produzione di elettricità. L’Italia, come altri Paesi europei (vedi la Spagna), dipende molto dagli impianti di gas (40% della produzione di elettricità proviene dal gas).

Per superare l’ostacolo del gas alla transizione energetica, l’Europa sta puntando a diverse tecnologie, ben oltre il pannello solare. Si possono leggere gli obiettivi dell’Unione Europea nel progetto Flexibility for Hydrogen (FLEX4H2), che vuole promuovere un sistema di combustione flessibile capace di funzionare con qualsiasi concentrazione di idrogeno nel gas naturale.

In questo modo le turbine alimentate da gas naturale e altri combustibili potrebbero essere convertite in turbine a gas a idrogeno (H2) senza il rilascio di CO2.

Nuova tecnologia europea: addio ai pannelli solari

L’Unione Europea potrebbe dire addio ai pannelli solari o quantomeno affiancargli a un’altra tecnologia per la produzione di energia pulita. Il progetto prende il nome di FLEX4H2, ovvero Flexibility for Hydrogen. È stato firmato il 3 dicembre 2022 e ha preso avvio il primo gennaio 2023, con data di completamento prevista per il 31 dicembre 2026. Il progetto è stato finanziato da Climate, Energy and Mobility, con un costo totale 4.872.197,50 euro.

Nella descrizione del progetto si legge il proposito di introdurre turbine a gas alimentate a diidrogeno (H2), al posto di gas naturale e altri combustibili fossili. L’idea è quella di sostenere la produzione di elettricità senza il rilascio di CO2.

Il progetto FLEX4H2 svilupperà ulteriormente una tecnologia proprietaria di combustione, nota come combustione sequenziale a pressione costante, un progetto italiano, che dispone dell’enorme potenziale di consentire un funzionamento stabile e pulito mediante il ricorso all’H2 mescolato con il gas naturale a qualsiasi concentrazione, fino al 100%.

Come si legge, tale tecnologia è già stata impiegata all’interno dei motori GT36 di classe H sviluppati da Ansaldo Energia. Quindi il progetto vuole ottimizzare la tecnologia combinando metodi computazionali e analitici a campagne di collaudo sperimentali, dimostrando il funzionamento del combustore con concentrazioni di diidrogeno del 70 %, 90,% 100 % in un ambiente rilevante per il motore presso laboratori di caratura mondiale.

Gli obiettivi del progetto per la nuova tecnologia

Il progetto mira a spostare le frontiere tecnologiche per la combustione a basse emissioni di idrogeno per alimentare le moderne turbine a gas a temperature e pressioni di accensione elevate. Per ottenerlo sarà necessario mantenere elevate le prestazioni del motore. Tra gli obiettivi c’è quindi anche quello di emissione, fissato dall’agenda strategica di ricerca e innovazione (SRIA). Secondo i dati, un singolo motore dotato del nuovo sistema di combustione FLEX4H2, ha il potenziale per rimuovere fino a 2 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno. Allo stesso tempo dovrebbe fornire energia pulita sufficiente per alimentare fino a 500mila case.

L’obiettivo principale è quindi dimostrare che la tecnologia può arrivare al 100%. Questo risultato rappresenta una “pietra miliare tecnologica fondamentale per le grandi turbine a gas”, soprattutto per quelle dedicate alla produzione di energia elettrica su larga scala come spiega Federico Bonzani, direttore prodotto e tecnologia di Ansaldo Energia. “La decarbonizzazione delle turbine a gas è una parte fondamentale della transizione dello scenario energetico”, ha concluso.

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