Questa pianta può farti guadagnare 1.000 euro al kg, ecco come coltivarla

Ilena D’Errico

6 Maggio 2024 - 18:56

Esiste una pianta che può far guadagnare fino a 1.000 euro al kg, grazie ai suoi pregiati germogli. Ecco di cosa si tratta, perché costa così tanto e come coltivarla.

Questa pianta può farti guadagnare 1.000 euro al kg, ecco come coltivarla

Siamo così abituati alle opportunità di guadagno più moderne, tra nuove professioni digitali e informatiche, da rischiare di perdere ottime occasioni. La vendita di prodotti agricoli richiede molta dedizione, ma garantisce molte soddisfazioni sotto tanti punti di vista, con impegno e un pizzico di fortuna anche da quello economico.

Ci sono prodotti più richiesti di altri, ma anche ortaggi rari che costano una fortuna. In particolare c’è una pianta che permette di guadagnare fino a 1.000 euro al kg per i suoi germogli, quindi anche chi sta sotto questa cifra ha comunque un guadagno dignitoso. Si tratta del luppolo, ma niente a che vedere con la produzione di birra.

La pianta da 1.000 euro al kg

La pianta di luppolo, o asparago selvatico che dir si voglia, può far ottenere guadagni fino a 1.000 euro al kg, grazie alla rarità dei suoi germogli. Anche se la pianta del luppolo è famosa principalmente per la produzione della birra, i suoi germogli (che in Italia vengono chiamati bruscandoli, ma hanno diversi nomi nel mondo) sono verdure molto apprezzate grazie a un gusto caratteristico, leggermente amaro e a tratti terroso che deve la definizione di “tartufi del Nord”.

I germogli di luppolo sono particolarmente amati nella cucina belga e olandese, ma si stanno diffondendo anche in altre cucine mondiali, restando però confinati nella ristorazione di lusso o comunque destinati ai pasti per occasioni speciali. I bruscandoli, che peraltro hanno ottime proprietà benefiche, sono infatti piuttosto pregiati e hanno un costo elevato, che si traduce in buoni guadagni per chi decide di impegnarsi in questo campo.

Non si può però pensare che si tratti di un guadagno facile, dato che la produzione di questi germogli non è certo semplice da seguire. Bisogna infatti sapere che non è possibile pianificare la germogliazione della pianta di luppolo, che avviene in modo spontaneo e imprevedibile o comunque non del tutto prevedibile in termini di quantità e futura vendita.

Ciò non significa che sia impossibile riuscire a raccogliere i bruscandoli, che anzi crescono selvatici in molti boschi del Belgio. Una buona idea sarebbe quella di piantare i semi di luppolo in grande quantità, così da sperare di cogliere il maggior numero possibile di germogli durante la primavera. Tra marzo e maggio se ne trovano anche in alcune località italiane, nascosti tra rovi e siepi nei pressi delle rive dei fiumi.

Molti però non li riconoscono, vista la loro somiglianza con gli asparagi selvatici e la scarsa diffusione nella cucina abituale. Di seguito un’immagine che mostra chiaramente il loro aspetto durante il lavaggio.

Lavaggio germogli di luppolo Lavaggio germogli di luppolo Fonte: Prof Lumacorno su Wikimedia Commons

Bisogna però sapere che la raccolta dei germogli deve avvenire con estrema cura, come molte cose pregiate sono delicati, e che il consumo deve avvenire in tempi brevi dalla fioritura, così da preservarne la freschezza.

Quindi come guadagnare con i germogli di luppolo?

I germogli di luppolo possono offrire un’entrata extra agli appassionati di agricoltura ma anche una vera e propria rendita per chi già lavora in questo campo o comunque ha intenzione di intraprendere questo percorso professionale. Essenzialmente sono tre le informazioni principali di cui tenere conto:

  • non è possibile prevedere con precisione la quantità di germogli;
  • i germogli di luppolo fioriscono in primavera;
  • deve passare meno tempo possibile tra la fioritura e il raccolto e tra questo e il consumo, quindi la vendita.

A seconda dei propri obiettivi sarà quindi necessaria un’attenta pianificazione, in modo da riuscire a vendere i germogli organizzandosi per tempo. Come già detto, questa verdura è particolarmente apprezzata in Belgio e nei Paesi Bassi, in cui è possibile venderla fino a 1.000 euro al kg.

Chiaramente, per l’esportazione della verdura servirà un’organizzazione più complessa, più adatta alle aziende agricole che non ai singoli coltivatori. Nulla di proibitivo, sono tanti i piccoli imprenditori locali che si mettono in contatto con aziende estere importatrici per vendere prodotti agroalimentari, ma è comunque consigliabile procedere passo per passo.

Anche perché i germogli di luppolo sono amati anche in Italia, dove si trovano sotto il nome di bruscandoli, richiesti da privati, ristoratori e rivenditori. Il possibile guadagno dipende quindi dagli sforzi che si vuole dedicare a questa attività, che può rappresentare un piccolo incentivo per pagare le vacanze estive o una vera e propria professione, magari variando con ortaggi di diversa stagionalità.

Bisogna però fare estrema attenzione alla normativa vigente in Italia (ed eventualmente nel Paese estero di esportazione), affidandosi a professionisti per essere in regola dal punto di vista fiscale (di norma è richiesta la partita Iva agricola, che ha molte agevolazioni per i guadagni entro 7.000 euro annui), ma anche per quanto riguarda le disposizioni sanitarie e igieniche sul commercio di prodotti destinati al consumo alimentare.

Per quest’ultimo punto, sarà necessario rivolgersi all’Asl del proprio Comune dopo la comunicazione di inizio attività. La cosa migliore da fare è quella di rivolgersi a un commercialista per procedere nel rispetto della legge, a meno di essere già imprenditori agricoli che intendono ampliare la propria offerta.

Come si coltiva il luppolo?

A questo punto molti avranno voglia di iniziare a coltivare il luppolo, anche soltanto per la soddisfazione di raccogliere i germogli e assaggiarli (ricordando che si consumano cotti, con ricette simili a quelle degli asparagi, ad esempio i belgi li friggono nel burro). Oltretutto, questo è ancora un ottimo momento per piantarlo, come di norma tutto il periodo primaverile. La coltivazione non è molto complessa, ma bisogna seguire le indicazioni corrette per le necessità di questa pianta. In particolare, la pianta di luppolo necessita:

  • di un’esposizione alla luce solare per almeno 6/8 ore al giorno, dunque deve essere rivolta a sud;
  • di un buon ricircolo d’aria anche nel terreno per evitare malattie e parassiti;
  • riparo da venti forti e calure eccessive;
  • un terreno fertile, con un ph tra 6 e 7,5 e un buon drenaggio (nei terreni molto argillosi vanno quindi aggiunte sabbia e ghiaia per il ricircolo dell’acqua).

Per piantare il luppolo bisogna invece seguire questo procedimento:

  • creare una collinetta di terra alta circa 15 cm;
  • sistemare il rizoma (una ramificazione della radice) in orizzontale con le radici verso il basso a circa 10 cm di profondità (si può anche partire dal seme, meglio se lo si fa prima germinare in vasetto);
  • mantenere sempre umida la terra intorno al rizoma;
  • posizionare massimo 2 rizomi per ogni collinetta, assicurandosi che siano della stessa varietà;
  • distanziare le collinette per evitare intrecci;
  • applicare del pacciame (paglia, foglie secche…) intorno e sulla superficie della collinetta;
  • realizzare una struttura di sostegno per i tralci di almeno 2,5/3 metri, sfruttando elementi già presenti (anche un muretto di recinzione) o piantare un palo resistente a sufficienza per sopportare il futuro peso della pianta;
  • servirsi di reti a maglie larghe per semplificare l’arrampicamento e la raccolta.

La stessa procedura può essere adattata alla coltivazione in vaso, avendo cura di non lasciare mai il terreno asciutto nemmeno in inverno, mentre il luppolo nel terreno non necessita di irrigazione nella fase invernale in cui entra nel cosiddetto riposo vegetativo. Con un po’ di fortuna, la produzione inizierà già dopo un anno dall’impianto, anche se diventerà più stabile soltanto a partire dal terzo anno. Uno sforzo che ripaga, dato che la pianta può produrre - nella migliore delle ipotesi - fino al 25° anno.

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