Il sell-off sul comparto bancario italiano dopo il crollo della Silicon Valley Bank al momento non sembra intenzionato a esaurirsi. Può essere la fine della stagione dei rialzi per le azioni UCG?
Dopo la notizia relativa al crollo della Silicon Valley Bank, in borsa il settore bancario statunitense ed europeo è calato a piccolo registrando delle perdite da record. Sotto la lente d’ingrandimento vi sono le banche italiane che rispetto al benchmark di riferimento hanno registrato performance peggiori.
Dopo gli ottimi risultati condivisi da Unicredit per il 2022 nessuno si aspettava una correzione repentina come quella avvenuta in questi giorni, eppure è proprio quando gli operatori sono sovraesposti nei confronti di un asset che il rischio di «cigno nero» diventa più pericoloso. Rispetto ai massimi di febbraio le azioni UCG hanno registrato una performance negativa del 10%.
Perché le banche italiane sono crollate in borsa?
Il timore è quello di un effetto contagio a seguito dello spiacevole accadimento riguardante la Silicon Valley Bank in USA. Gli analisti in questi giorni si sono infatti più volte domandati se questo fenomeno, che per ora è circoscritto a livello regionale, possa estendersi contagiando anche altri attori più grandi. C’è da dire che la SVB era un istituto specializzato in finanziamenti nei confronti di start-up e società tecnologiche della Silicon Valley, una realtà abbastanza territoriale.
Nonostante questo, la struttura di vigilanza americana non si era resa conto del rischio: il tier1 restava comunque superiore al 15%, al di sopra delle regole internazionali. Il problema risiedeva infatti nelle perdite legate ai titoli disponibili per la vendita che nelle banche con attivo inferiore ai $250 miliardi non viene considerato nel tier1. Al momento in cui le società hanno iniziato a chiedere il ritiro dei propri depositi la SBV ha dovuto liquidare i titoli obbligazionari in forte perdita. Per tale ragione alcuni trader, i più aggressivi, vedono nella prepotente correzione dei titoli bancari europei un’opportunità d’investimento. I più ottimisti pensano che il problema della SBV resterà circoscritto a livello regionale, a meno che in questa settimana non escano fuori ulteriori fallimenti bancari. I pessimisti invece riconoscono il fatto che in realtà questo problema riguardi direttamente molti istituti bancari, in un contesto di mercato ribassista.
Azioni UCG: è la fine della corsa?
A livello tecnico le azioni UCG presentano un gap volumetrico che distacca i €17 dal livello dei €16. Attualmente il prezzo sembra aver rotto a ribasso il numerario dei €17 muovendosi in direzione dei €16. Il raggiungimento di quest’ultimo livello competerebbe la chiusura del gap.
Per i trader long questo potrebbe essere una prima zona d’interesse tecnico, molto rischiosa data l’instabilità della situazione e probabilmente soggetto a particolare volatilità. I trader short invece potrebbero ricercare nella rottura al ribasso del livello dei €16 un livello per ipotizzare nuovi movimenti ribassisti.
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