Stop all’invio di armi italiane all’Ucraina: Salvini e Conte aprono un fronte nel governo

Stefano Rizzuti

11 Maggio 2022 - 15:35

L’Italia si appresta a inviare nuove armi e soldati verso l’Ucraina, ma nel governo si apre una spaccatura: Salvini si schiera con Conte e chiede lo stop alla fornitura di equipaggiamenti a Kiev.

Stop all’invio di armi italiane all’Ucraina: Salvini e Conte aprono un fronte nel governo

Matteo Salvini torna a far fronte unico con Giuseppe Conte. Lega e Movimento 5 Stelle condividono la posizione contro l’invio di nuove armi all’Ucraina e provano a puntellare la maggioranza di governo, compatta nella decisione di sostenere militarmente Kiev.

L’Italia, intanto, si appresta a inviare nuove armi all’Ucraina, ma anche altri uomini, come annuncia il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, al Gr1. Guerini spiega che i militari sono già presenti in Lettonia e Romania e se ne aggiungeranno altri in Bulgaria e Ungheria.

Nella maggioranza, però, le posizioni sembrano molto meno definite e si inizia a vedere qualche spaccatura. Da più parti viene chiesta una de-escalation del conflitto in Ucraina e non solo in Italia. In più Salvini e Conte ribadiscono di non voler inviare altre armi a Kiev.

Salvini sta con Conte: basta armi all’Ucraina

Salvini prende posizione contro l’invio di altre armi in Ucraina e lo fa in modo netto: “Se verranno richieste più armi io dovrei riunire la Lega per decidere. Personalmente sono contrario, ma non sono il re Sole e quindi devo riunire il partito e chiederlo a loro”.

Il leader del Carroccio invia un chiaro messaggio al presidente del Consiglio, Mario Draghi, recapitato subito prima del suo incontro con il presidente Usa Joe Biden: “Dall’incontro mi aspetto la pace, non possiamo più permetterci altri mesi di guerra”. E accusa l’amministrazione statunitense di aver intrapreso un “percorso bellico”.

Salvini, inoltre, dà ragione a Macron, citandolo: “Ha detto che bisogna arrivare alla pace senza umiliare Putin”. Le sue parole sembrano un messaggio di riavvicinamento a Giuseppe Conte e a chi, come il Movimento 5 Stelle, condanna il rischio di un’escalation militare e cerca di evitare uno scontro aperto tra il fronte atlantista e la Russia.

Lega e 5 Stelle, peraltro, pensano a una strategia per portare la questione in Parlamento: non essendo previsti voti sull’invio di armamenti a Kiev si potrebbe arrivare a una mozione o a un ordine del giorno che impegni il governo a fermare le forniture. Con il rischio di un incidente di maggioranza.

L’invio delle armi italiane a Kiev

L’Italia, intanto, è pronta a schierare altri militari al confine con l’Ucraina: partiranno 600 soldati verso Bulgaria e Ungheria. Non solo, perché verranno inviate armi tecnologiche a Kiev, tanto che sono stati coinvolti anche gli esperti di Leonardo e delle altre industrie specializzate italiane.

Si punta, tra le altre cose, ad aiutare l’Ucraina nell’intercettazione dei droni con tecnologie all’avanguardia. Armi e militari verranno inviati dopo l’approvazione in Cdm della delibera missione che dovrà passare in Parlamento per la ratifica.

Non ci sarà, come spiega il Corriere della Sera, un voto parlamentare: le proteste di Lega e M5s potrebbero quindi essere arginate. Per il nuovo invio di armi e soldati è infatti sufficiente quanto previsto dal decreto approvato l’1 marzo che consente di inviare armamenti senza ulteriori delibere di Camera e Senato fino al 30 settembre.

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