Spiagge più sporche d’Italia 2020: ecco dove sono

Riccardo Lozzi

17 Luglio 2020 - 14:44

Quali sono le spiagge e i mari più sporchi in Italia? Ecco i dati di Legambiente sulla situazione inquinamento e rifiuti sulle nostre coste.

Spiagge più sporche d’Italia 2020: ecco dove sono

Si è aperta la stagione turistica e, data la situazione legata al coronavirus, moltissimi italiani stanno decidendo di passare le vacanze al mare in Italia. Ma cosa succede quando la spiaggia non è delle migliori? Lo sapevate che in Italia ci sono molte spiagge sporche e pezzi di costa molto inquinati?

Andiamo a vedere quindi quali sono le spiagge più sporche e le acque più inquinate d’Italia, riprendendo gli studi di Legambiente e la sua Goletta Verde, che ogni anno naviga per le coste del Belpaese per fare un punto della situazione sull’inquinamento.

Stando alle ultime rilevazioni, le condizioni delle nostre spiagge sono in lieve miglioramento grazie al lockdown che abbiamo osservato negli scorsi mesi.

Tuttavia si è notato un incremento dell’utilizzo di materiali di plastica monouso ed è stata rinvenuta una forte presenza di guanti e mascherine.

Questi rifiuti lasciati vagare sulle spiagge o nel mare rappresentano non solo un rischio sanitario, ma anche un problema per l’ambiente.

Spiagge più sporche d’Italia, il Lazio guida la classifica

Tra le regioni che detengono il record negativo di spiagge sporche troviamo il Lazio. La regione conteggia diverse spiagge fortemente inquinate, soprattutto in corrispondenza delle foci dei fiumi.

Tra queste sono state segnalate, ad esempio, le località di Sabaudia, Sperlonga, Fregene, Nettuno, Anzio e Montalto di Castro.

Restando nel centro d’Italia, anche la Toscana mostra diverse criticità, con circa la metà dei punti osservati che presentano alti livelli di inquinamento e che comprendono, tra le altre, Follonica, Piombino, Portoferraio e Viareggio.

Anche molte regioni del Sud annoverano, in alcune delle località più suggestive del nostro Paese, valori oltre la soglia prevista.

Tra le altre, si citano Isola di Capo Rizzuto, Rossano e Brancaleone Marina per la Calabria; Cefalù, Siracusa e Mazara del Vallo in Sicilia, mentre in Campania si osservano questi valori anche a Napoli, Salerno e Eboli.

In questo caso la ragione si può trovare nell’assenza di depuratori che mette a rischio la qualità delle acque di gran parte delle località balneari.

Plastica e sigarette, i rifiuti delle spiagge italiane

Un altro dato interessante è quello relativo all’incuria di chi frequenta le spiagge, con 654 rifiuti ogni cento metri, di cui circa l’80% è costituito da vari oggetti in plastica e il 14% da mozziconi di sigarette.

Una situazione, quella descritta da Legambiente, sicuramente molto grave che mette in pericolo le risorse naturali uniche di cui l’Italia si può vantare.

L’associazione ambientalista, quindi, auspica azioni concrete sia dalle istituzioni, nell’adottare misure più stringenti per la contaminazione biologica, che dagli stessi cittadini, nel fare propri comportamenti che limitino il proprio impatto sui luoghi frequentati.

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